venerdì, ottobre 28, 2005
Controlliamo le Armi
Ieri pomeriggio, assieme a Francesco, Ilaria, Lorena e Amaniele, sono stato ad una conferenza tenuta a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, sul tema del Controllo delle Armi. Il Clan del gruppo Scout di Bracciano ha sostenuto Controlarms partecipando a diverse inziative, tra le quali una raccolta firme a Bracciano e una presso l'ultima Marcia della Pace.
Sono intervenuti Padre Alex Zanotelli, Dino Barbato di Amnesty e Riccardo Troisi di Controlarms; in più era presente un esponente della giunta provinciale in assenza del presidente Gasbarra, che dopo aver rifiutato (per motivi tecnici, pare) la diponibilità per una mostra di foto su e contro la guerra, non si è presentato a dare spiegazioni.
Alex Zanotelli in mattinata era stato presente alla sentenza di condanna di Turi Vaccaro, un pacifista nonviolento che il 10 Agosto scorso, durante l'anniversario del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare, si era infilato in una base Nato e con un martelletto comprato ad Assisi aveva sabotato il sistema computerizzato di due caccia bombardieri, rendendoli inutilizzabili e causando danni per 5 milioni di euro. Turi era stato appena condannato a 6 mesi di prigione (probabilmente 18 vista la sua non possibilità di pagare 750 mila euro di sanzione addizionale). L'accusa aveva chiesto due milioni di euro di danni, la difesa l'assoluzione, in quanto "atto di legittima difesa contro l'illegalità delle armi nucleari".
Alex Zanotelli ha dipinto la situazione delle armi in maniera allarmante. L'industria delle armi Italiana ha fatturato +16% quest'anno, ed i dati sono in riferimento solo al mercato delle armi pesanti, perché dopo "l'alleggerimento" della legge 185 non è più obbligatorio riferire al ministero della vendita delle armi leggere. Riguardo queste ultime l'italia è al 1° posto in europa per le esportazioni.
In italia la spesa pro-capite in armi è di 470 euro all'anno (quella per la sanità 520 euro). Di fronte a certe cifre Zanotelli ha ribadito il suo disagio per il tremendo vuoto e per il silenzio dell'opinione pubblica, nonché, in quanto uomo di fede, anche per il mancato intervento della Chiesa su certi temi: "Dio ha impiegato 4.200 milioni di anni a creare questo mondo, con le armi attualmente esistenti l'uomo potrebbe distruggerlo in un pomeriggio. Se non è peccato questo!"
L'intervento di Dino Barbato è stato altrettanto allarmante. Il principale produttore di armi in Italia è ancora lo Stato, e la situazione sembra volersi aggravare ulteriormente. La politica attuale, di qualsiasi parte, è assolutamente omertosa nei confronti del mercato delle armi, e anzi è al varo un disegno di legge (presentato dalla Lega) che prevede l'uso di armi come legittima difesa non solo in caso di aggressione personale ma anche in caso di violazione di domicilio e tentato furto.
La motivazione più spesso addotta è che il commercio di armi è un mercato florido, che porta ricchezza e innovazione. Questo nonostante si tratti di strumenti di morte. Dice Barbato: con la stessa motivazione lo Stato potrebbe legalizzare la produzione di droghe pesanti, il mercato è ancora più florido e forse sono anche meno mortali.
Nonostante ciò, i sindacati a livello locale (soprattutto nelle zone dove le fabbriche di armi sono presenti in maniera rilevante) appoggiano quest'industria, spesso in contraddizione con se stessi a livello nazionale. Così, quando tutti gli economisti concordano che 25 miliardi di dollari risolverebbero una volta per tutte la crisi sanitaria mondiale, vengono spesi ogni anno 1.000 miliardi per comprare armi.
La legge 185 nonostante tutto è una buona legge, ma viene violata continuamente e non dai cittadini, ma dallo stato stesso, che attraverso accordi internazionali ne aggira i vincoli e può così investire nella ricerca e nella produzione di nuove armi (ad esempio l'accordo con Israele, votato da una grossa maggioranza in parlamento, nonostante Israele sia un paese dove i diritti umani vengono violati continuamente).
A Roma, la Simel di Colleferro produce Cluster-bombs, un nuovo tipo di arma che va a sostituire le mine antiuomo, rese illegali anche grazie alla campagna promossa da Amnesty qualche anno fa.
Moltissimi enti a livello locale aderiscono ad iniziative come Controlarms, ma quando si sale di livello la delusione è grande. Attraverso la foto-petizione, Controlarms chiede all'Italia di modificare la 185 in modo da comprendere le armi leggere e di finanziare la riconversione delle fabbriche di armi. La legge 185/90 è già una buona legge e lo sforzo sarebbe minimo. Ad esempio la legge prevede già la riconversione delle fabbriche di armi, ma non ci sono mai stati i finanziamenti. La riconversione è già avvenuta con successo per le fabbriche che producevano mine negli anni '80, le quali oggi producono autobus elettrici che fanno parte di un mercato in crescita.
Ma al momento di raccogliere le adesioni solo 101 parlamentari, tra tutta la camera e il senato, hanno firmato la sottoscrizione. Ci sono state adesioni-sorpresa da parte di parlamentari Leghisti e di AN, ma molte meno adesioni di quello che ci si aspettava da parte della sinistra.
Da notare che in Finanziaria sono stati programmati finanziamenti ancora maggiori per le spese militari, che l'80% dell'8 per mille donato allo stato viene utilizzato per finanziare la guerra, che si taglia la spesa sociale (di qualsiasi spesa sociale si tratti).
La Provincia di Roma si è impegnata a promuovere la campagna Controlarms con iniziative di grande richiamo. Nel frattempo i siti di riferimento sono:
http://www.disarmo.org/
http://www.controlarms.it/
http://www.controlarms.org/
...e naturalmente il Blog del nostro Clan! ;-)
www.clanantares.blogspot.com
giovedì, ottobre 20, 2005
E adesso paga!!!
Caso "Satyricon", chiesti da Berlusconi 20 mld di risarcimentoper aver "devastato l'immagine di politico e di imprenditore"
Luttazzi e Travaglio assolti "Berlusconi non fu diffamato"
Il premier condannato a pagare 100 mila euro di spese legali
di ALESSANDRA LONGO
ROMA - Condannato. Silvio Berlusconi aveva chiesto un risarcimento di 20 miliardi di lire a quel diavolo di Marco Travaglio, colpevole, in associazione a delinquere con Daniele Luttazzi, di aver "letteralmente devastato - si legge nella querela - la sua immagine di politico e di imprenditore".
Ma il giudice ha deciso diversamente e ha condannato il capo del governo a pagare le spese legali nell'ordine di centomila euro. Ne dà notizia lo stesso Travaglio, molto sollevato all'idea di non dover versare a rate, per il resto dei suoi giorni, la cifra richiesta dagli avvocati del Cavaliere.
Era il 14 marzo del 2001, un mercoledì sera. Su Raidue andava in onda Satyricon. Luttazzi chiama Travaglio a parlare del suo libro, "L'odore dei soldi", scritto a quattro mani con Elio Veltri. Storia non autorizzata sulle origini delle fortune economiche di Berlusconi, sui segreti meccanismi finanziari che portarono alla nascita della Fininvest, sullo strano arrivo, ad Arcore, dello stalliere mafioso Vittorio Mangano. Minuti televisivi senza filtro. Luttazzi chiede, Travaglio risponde, con documenti e atti che ha usato per scrivere. Da dove ha preso Berlusconi i miliardi per cominciare? Perché ha ospitato un boss, poi condannato a due ergastoli, a casa sua? Perché la Rai ha sempre scansato l'ultima intervista di Paolo Borsellino, acquisita da chi indaga sulle stragi di Capaci, via D'Amelio e degli Uffizi? Intervista nella quale, spiega Travaglio, il magistrato parla dell'interesse della procura di Palermo per Berlusconi, Dell'Utri e Mangano?
"Ignobile attacco al capo dell'opposizione, libercolo diffamatorio": Berlusconi s'infuria, querela, fa querelare. Partono dieci cause che sarebbero in realtà cinque raddoppiate, una per la trasmissione e una per il libro, moltiplicate appunto per cinque. Querelano anche Giulio Tremonti, citato perché la sua legge avrebbe garantito 243 miliardi di sgravi a Mediaset, e Forza Italia, partito offeso del leader offeso. In tutto le richieste di risarcimento ammontano a 150 miliardi di vecchie lire.
Pochi giorni fa, in sordina, la decisione del giudice, a breve la motivazione della sentenza. Travaglio si dice "contento, molto contento": "Nel mio libro non dicevo niente di nuovo, mi sono limitato a riordinare documenti. Non abbiamo danneggiato nessuno perché non abbiamo mentito. Le querele sono partite solo per spaventarci. Io ho scritto acqua fresca rispetto a quel che si legge nella sentenza Dell'Utri dell'anno scorso. Berlusconi è stato condannato in sede civile, dovrà pagare le spese legali. E' un passaggio importante. Con questa, ho vinto tre cause su dieci. Me ne rimangono altre sette...".
(Repubblica.it, 20 ottobre 2005)
Luttazzi e Travaglio assolti "Berlusconi non fu diffamato"
Il premier condannato a pagare 100 mila euro di spese legali
di ALESSANDRA LONGO
ROMA - Condannato. Silvio Berlusconi aveva chiesto un risarcimento di 20 miliardi di lire a quel diavolo di Marco Travaglio, colpevole, in associazione a delinquere con Daniele Luttazzi, di aver "letteralmente devastato - si legge nella querela - la sua immagine di politico e di imprenditore".
Ma il giudice ha deciso diversamente e ha condannato il capo del governo a pagare le spese legali nell'ordine di centomila euro. Ne dà notizia lo stesso Travaglio, molto sollevato all'idea di non dover versare a rate, per il resto dei suoi giorni, la cifra richiesta dagli avvocati del Cavaliere.
Era il 14 marzo del 2001, un mercoledì sera. Su Raidue andava in onda Satyricon. Luttazzi chiama Travaglio a parlare del suo libro, "L'odore dei soldi", scritto a quattro mani con Elio Veltri. Storia non autorizzata sulle origini delle fortune economiche di Berlusconi, sui segreti meccanismi finanziari che portarono alla nascita della Fininvest, sullo strano arrivo, ad Arcore, dello stalliere mafioso Vittorio Mangano. Minuti televisivi senza filtro. Luttazzi chiede, Travaglio risponde, con documenti e atti che ha usato per scrivere. Da dove ha preso Berlusconi i miliardi per cominciare? Perché ha ospitato un boss, poi condannato a due ergastoli, a casa sua? Perché la Rai ha sempre scansato l'ultima intervista di Paolo Borsellino, acquisita da chi indaga sulle stragi di Capaci, via D'Amelio e degli Uffizi? Intervista nella quale, spiega Travaglio, il magistrato parla dell'interesse della procura di Palermo per Berlusconi, Dell'Utri e Mangano?
"Ignobile attacco al capo dell'opposizione, libercolo diffamatorio": Berlusconi s'infuria, querela, fa querelare. Partono dieci cause che sarebbero in realtà cinque raddoppiate, una per la trasmissione e una per il libro, moltiplicate appunto per cinque. Querelano anche Giulio Tremonti, citato perché la sua legge avrebbe garantito 243 miliardi di sgravi a Mediaset, e Forza Italia, partito offeso del leader offeso. In tutto le richieste di risarcimento ammontano a 150 miliardi di vecchie lire.
Pochi giorni fa, in sordina, la decisione del giudice, a breve la motivazione della sentenza. Travaglio si dice "contento, molto contento": "Nel mio libro non dicevo niente di nuovo, mi sono limitato a riordinare documenti. Non abbiamo danneggiato nessuno perché non abbiamo mentito. Le querele sono partite solo per spaventarci. Io ho scritto acqua fresca rispetto a quel che si legge nella sentenza Dell'Utri dell'anno scorso. Berlusconi è stato condannato in sede civile, dovrà pagare le spese legali. E' un passaggio importante. Con questa, ho vinto tre cause su dieci. Me ne rimangono altre sette...".
(Repubblica.it, 20 ottobre 2005)
mercoledì, ottobre 05, 2005
La Fabbrica di Cioccolato
Anche questo film meritava di avere un post nel mio Blog. Non ho visto il film con Billy Wilder e ho letto il racconto quando ero alle media, ma credo che il film abbia valore in sé, dimostrando sia il talento -altamente visionario- del regista sia le capacità camaleontiche di Johnny Depp. Nonostante Tim Burton ogni tanto sforni film non all'altezza del suo talento, questa volta quello che ne è uscito è un vero gioiello. Spassosissime le canzoncine degli Oompa Loompa (e soprattutto le coreografie durante i loro numeri musicali).
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