lunedì, ottobre 29, 2007

Legislatori ottuagenari eletti da pensionati

Il Times ci prende per il culo.
La legge Levi-Prodi vorrebbe che ogni blogger si registrasse come giornalista pagando allo stato una tassa di iscrizione. Dopo che Grillo l'ha sputtanata, il deputato Levi ha modificato l'articolo escludendo chiunque tenga il blog per motivi personali. Che cazzo vuol dire suppongo lo decideranno di volta in volta. Se ogni tanto commento una proposta di legge, devo registrarmi? Se vendessi i miei disegni online devo registrarmi? Il Times scrive un articolo definendoci una nazione governata da vecchi con la passione per le leggi idiote, eletti da pensionati. Il titolo dell'articolo è "attacco geriatrico ai blogger italiani".
Grazie governo.

martedì, ottobre 23, 2007

Derfel Drifft

Trascrizione dell'intervista avvenuta in presenza di un inviato del "Foglio di Troinas". La trascrizione è stata effettuata magicamente, quindi si declina ogni responsabilità per eventuali errori di ortografia.

Derfel Drifft – Quel coso funziona? Quella specie di pergamena fluttuante?

Intervistatore – Si... sta già trascrivendo. Non si preoccupi signor Drifft.

DD – Non vorrei scrivesse inesattezze.

I – L'incantesimo di trascrizione riporterà su pergamena ogni cosa che ci diremo, con fedeltà assoluta, non si preoccupi. Vogliamo cominciare?

DD – Si, certo... lei di che giornale è?

I – Lavoro per il Foglio di Troinas... non è esattamente un giornale... è una specie di manifesto che viene distribuito gratis qui in città, serve a tenere informati i cittadini.

DD – Va bene, va bene. L'avevo dimenticato. E perché intervistate me?

I – Abbiamo una rubrica... ogni fine settimana... si chiama "Lavorano per noi"... appunto è una rubrica che presenta ogni volta un avventuriero diverso tra quelli che accettano le missioni qui in città. Così i cittadini sono più informati sugli avventurieri che lavorano per il loro bene, e diventano meno diffidenti nei vostri confronti.

DD – Ah... capisco. E' una buona cosa, quella che fate. Una specie di servizio sociale.

I – Esattamente... adesso possiamo cominciare?

DD – Sì, certo.

I – Allora, signor Derfer Drifft...

DD – E' DerfeL... con la "L" finale... Derfel...

I – Va bene, mi scusi... Signor Derfel Drifft... Lei si definisce un avventuriero. Può raccontarci cosa l'ha spinta a dedicare la sua vita al pericolo in cambio del bene comune?

DD – Mi scusi lei... Ma la domanda è malposta. Perché, tutti gli avventurieri che lei ha incontrato rischiano la vita in cambio del bene comune? Cioè c'è anche altro nella vita, oltre al bene comune. Non so, le donne, la fama, il successo, i soldi... la birra.

I – Lei fa l'avventuriero per la birra?

DD – Anche per la birra. Perché no? Lo sa quanto costa la birra? E alloggiare in quelle locande del centro? Non è mica roba che uno può permettersi facendo... che ne so... il ceramista. E poi non le ho detto che faccio l'avventuriero per la birra. Le ho detto che non lo faccio per il bene comune. Cioè voglio dire... cos'è il bene comune? In fondo alla gente le cose stanno bene così, sennò insorgerebbero e farebbero una rivoluzione. Se la gente se ne sta paciosa a zappare la terra, a portare a spasso le pecore o a trombare la moglie, vuol dire che è contenta di come stanno le cose.

I – Per favore non usi quella parola.

DD – Che parola?

I – Trombare.

DD – Perché, le dà fastidio?

I – No, a me no, ma poi dobbiamo sostituirla altrimenti offendiamo qualche lettore. Anzi facciamo così, impostiamo direttamente l'incantesimo di trascrizione che quando rileva una parolaccia la sostituisce con qualcos'altro.

DD – Con cosa?

I – Non lo so... è lo stesso, basta che non sia una parolaccia. Che ne so... il nome di un fiore.

DD – Come vuole lei. E' lei l'intervistatore.

I – Va bene... proseguiamo.

DD – Sì, però che non si possano dire parolacce è una gran margheritata.

I – La prego... proseguiamo. Poi questo dettaglio delle parolacce lo definiremo in seguito. Mi ha appena svelato che la sua motivazione di avventuriero non è il bene comune, ma arricchirsi personalmente.

DD – Per l'appunto.

I – Facciamo un passo indietro e torniamo alla domanda iniziale. Fermo restando che il suo fine è diverso, come è cominciata la sua carriera da avventuriero?

DD – E' una domanda interessante. Vede, io sono il sesto figlio di una famiglia molto numerosa. Ho quattro fratelli e una sorella maggiori, e anche una sorella minore. Mio padre lavorava e lavora ancora come corniciaio. Mia madre era cameriera in una taverna di lusso. Quando ero bambino trascorrevo le giornate giocando ai combattimenti con i miei fratelli. Noi maschietti spesso ci coalizzavamo contro le sorelle e le gonfiavamo di botte. Immaginavamo di essere dei paladini, e loro delle arpie. Quando potevo andavo sempre a trovare mamma. Il lavoro di papà era due begonie. La mamma mi faceva sedere nella taverna e assistevo così agli spettacoli dei teatranti, dei musicanti, delle cantanti. Nel contempo capitavano alla taverna degli avventurieri, che narravano delle loro imprese eroiche e offrivano da bere a tutti. Io pensavo: magari quello che raccontano sono solo tulipanate, ma quei soldi sono veri! A fare l'avventuriero si diventa ricchi! Fu così che a quattordici anni, quando ebbi abbastanza fiato da sorreggere una spada e contemporaneamente soffiare nella mia ocarina, lasciai la casa dei miei genitori e mi misi in viaggio.

I – L'ocarina?

DD – Sì, vede... questo strumento qui. Sembra una specie di uovo di struzzo, ma ha dei forellini...

I – Lo so cos'è un'ocarina!!! Volevo dire... come mai l'ocarina?

DD – Ah... già. Ecco è semplice, i miei non avevano soldi per comprarmi degli strumenti musicali, ma mio padre era un buon falegname e me ne costruì una lavorando del buon legno di ebano. Imparai a suonare l'ocarina, così quando i musicanti venivano ad esibirsi alla taverna dove lavorava mia madre, potevo accompagnarli suonando piano piano... E' così che ho imparato i primi motivetti! ...ed è anche così che ho rimorchiato la prima ragazza. Ma questo suppongo non le interessi.

I – No.

DD – Lo immaginavo.

I – E la spada? Chi le ha insegnato a brandirla?

DD – Quella è una storia molto poco interessante. In città c'era un maestro di arti del combattimento, sembrava venisse da un luogo lontano, utilizzava lunghe spade con il filo tagliente da un solo lato della lama. Quando lo conobbi ero già intenzionato a lasciare casa e divenire un vero avventuriero, ma non ero granché come schermidore. Lui mi notò mentre sbirciavo le lezioni di scherma che impartiva ai nobili della città, e mi prese a calci fino a fuori dalla sua casa.

I - ...Non le ha insegnato a combattere?

DD – No. Sono autodidatta.

I – Scusi e allora che c'entra questa storia con la spada?

DD – C'entra perché la katana che uso ancora oggi per combattere... ecco, gliel'ho fregata a quel geranio. Così ha imparato la lezione. Ahahah! Se lo meritava. Era uno margherito.

I – Ehm... va bene, cambiamo discorso. Come si è accostato alla magia? Ho visto che ha immediatamente riconosciuto l'incantesimo di trascrizione che ho lanciato. E' un incantesimo molto particolare, non è da tutti saperlo identificare.

DD – Lei mi lusinga. La verità è che faccio l'avventuriero da tanto tempo... davvero tanto tempo. Per la precisione ventitré anni. Ho girato questo mondo in lungo e in largo, ho visto un sacco di cose strane. Però ho saputo starmene in disparte, non rischiare troppo, non fare mai il passo più lungo della gamba. Insomma ho imparato molto, restando vivo. Qualche compagno mi insegnava a leggere le pergamene, qualcun altro a recitare musica magica, qualcun altro ancora a scagliare qualche maledizione. Alla fine ho accumulato un buon bagaglio di esperienza, che è la cosa che più conta contro le avversità. Oltre al culo...

I – Cosa c'è, perché si ferma?

DD – Il trascrittore ha scritto culo.

I – E cosa c'è di strano?

DD – Culo non è una parolaccia?

I – No, culo no.

DD – Ah, va bene. Dove ero arrivato?

I – Parlava dell'esperienza che ha accumulato in questi anni.

DD – Ah, ma certo... l'esperienza... beh non c'è molto altro da dire, in verità.

I – Allora vorrei concludere con una domanda.

DD – Ma certo, faccia pure.

I – Cosa ne è rimasto adesso, dopo tanti anni, di Derfel il suonatore di ocarina?

DD – Ehhhhh... che domanda profonda. Diciamo così, quel Derfel è ancora vivo, dentro di me. Ogni volta che vivo delle esperienze indimenticabili, vergo di nero con dell'inchiostro una pergamena, e cerco di comporre una nuova squisita melodia da riprodurre con la mia ocarina ogni volta che ho il tempo di esibirmi per il volgo. Qualche volta è un tango, qualche volta una fanfara, qualche altra volta un requiem. Dipende dall'emozione, dall'evento... e anche da cosa mi passa per la testa in quel momento.

I – Grazie! Ringrazio ufficialmente Derfel Drifft per questa intervista, e voi lettori per aver acquistato questo numero del "Foglio di Troinas".

DD – Arriverderci!

I - Arrivederci.

lunedì, ottobre 22, 2007

La soluzione finale

da beppegrillo.it

Caro Beppe,
due settimane fa, ad Annozero, avevo evocato Licio Gelli e il Piano di rinascita della P2 e me ne hanno dette di tutti i colori. In realtà, ero stato troppo ottimista. Ormai siamo oltre Gelli, oltre la P2. Siamo al golpe politico-giudiziario.
Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo. Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris - attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro - ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte.
Checchè se ne dica, questa non è una questione privata fra De Magistris e Mastella. Questa è la soluzione finale dopo vent’anni di guerra della politica alla Giustizia. E’ il coronamento del sogno dei vari Gelli, Craxi e Berlusconi di fermare sul nascere le indagini sul potere. Gelli, Craxi e Berlusconi, nella loro ingenuità, pensavano che per farlo occorresse modificare la Costituzione, scrivendoci che la carriera dei pm è separata da quella dei giudici e che le procure devono obbedire al governo.
Mastella e chi gli sta dietro hanno capito che non occorre cambiare le norme: basta creare le condizioni di fatto perché tutto ciò accada. Appena un pm apre un fascicolo sugli amici di un ministro, se ne chiede il trasferimento (del pm, non del ministro). Anche se la richiesta non sta in piedi, non importa: quando il magistrato arriverà al sodo, salendo di livello dagli amici del ministro al ministro stesso, il ministro sosterrà che il pm lo fa perché ce l’ha con lui. E, col gioco delle tre carte, riuscirà a convincere qualche alto magistrato a scambiare le cause con gli effetti e a scippare l’indagine al pm per “incompatibilità”. Come se fosse il pm ad avercela col ministro, e non il ministro ad avercela col pm. Si chiama “guerra preventiva”, e non l’ha neppure inventata Mastella. L’aveva già teorizzata Mao: “Colpirne uno per educarne cento”. Funziona.”
Marco Travaglio

sabato, ottobre 20, 2007

Crostata

Ieri mi sono adoperato nel campo dell'arte culinaria. Una buonissima crostata (è già praticamente finita!). Sul punto di decorarla mi sono detto: "perché i soliti riquadri a rombo? che noia!" così ho improvvisato. Buonappetito a tutti.

venerdì, ottobre 19, 2007

Cronaca

"Rese note le cause che hanno portato alla condanna a 16 anni di Annamaria Franzoni."
Bello. Ma a noi non ce ne frega un cazzo.

mercoledì, ottobre 17, 2007

Una certa idea di democrazia

Leggendo e chicchierando qua e là riguardo partito democratico, libertà di scelta e politica... credo di aver concluso che la democrazia, quella vera, non esista più.
In modo del tutto astratto, il governo che fa quello che veramente vuole il popolo si otterrebbe solo se il popolo (per intero) fosse in parlamento. Ipotesi che ovviamente, non è realistica. Un'altra ipotesi meno utopistica ma altrettanto irrealizzabile sarebbe quella di far concordare al popolo un programma comune, quindi mandare su un "tecnico" che lo attui. E' l'ipotesi di Grillo, che vuole utilizzare internet al fine di catalizzare la volontà dei cittadini, quindi affidare il mandato di attuare la loro volontà ad un candidato qualunque, da silurare se incapace di portarlo a termine. Piuttosto irrealistico, ma l'ipotesi in sé è interessante.

Io credo che il sistema politico ideale sia quello in cui mi trovo di fronte 100 proposte di programma, e posso scegliere (io come ogni altro cittadino), qual'è quella che più si addice alla mia idea di cosa voglio che lo stato faccia. Naturalmente è fodamentale che i cittadini siano in grado di sviluppare questa idea. Cosa che è terribilmente osteggiata da chi è al potere: i cittadini non devono avere una loro idea di cosa va fatto e cosa no va fatto!!! I cittadini, secondo i potenti, devono solo essere d'accordo con quello che loro pensano che vada e non vada fatto.
Ma io che ho un'idea di cosa è giusto e cosa è sbagliato, che ho un cervello e sono in grado di analizzare criticamente il mondo che mi circonda, che sono da solo il grado di comprendere che c'è un modo che mi piace di fare politica e uno che non mi piace... io devo avere il diritto di scegliere!!! Di scegliere il candidato che più mi rappresenta, che esprime le idee il più possibile vicine alle mie.

Per questo mi girano le palle a duemila quando sento dire in giro che "i partiti sono troppi", che bisogna "ridurli". Se i partiti sono tanti ma sono anche inutili, cioè non offrono nessuna reale alternativa, è giusto che siano chiusi all'istante. Ma se i partiti hanno un senso, cioè hanno un programma che li differenzia uno dall'altro, che li rende solidi nelle loro proposte e valide alternative rispetto agli altri... cazzo, ce ne devono essere eccome!!! Voglio poter scegliere, voglio poter dire "su questo sono d'accordo, su questo no, su questo in parte" e vorrei poter affermare con orgoglio di aver votato il partito (tra i tanti) che davvero mi rappresenta.
Invece cosa abbiamo? Un bipolarismo della minchia. Le coalizioni. Cioè -per dirla alla Berlusconi- la politica della scelta di campo. Quella in cui devi essere d'accordo o con loro o con gli altri. Dove la devi pensare in maniera duale: o sei d'accordo con noi, o sei contro di noi. Ma aspetta... questo non era forse un ritornello fascista?

Così adesso, chi ha un minimo di coscienza civile, una responsabilità politica reale, un poco di cultura, un minimo di cervello... cosa deve fare? Votare assieme alle pecore per la meno schifosa tra le due alternative? Cioè votare per il partito (dei due) con il quale è meno in disaccordo? E' bestiale, ma è così. La democrazia è morta.

martedì, ottobre 16, 2007

Thesis - terza parte

Le classi sono state sempre qualcosa che ho guardato con sospetto. Se fosse per me, esisterebbero solo quattro o cinque classi, con moltissime opzioni per personalizzarle. Per questo motivo ho sempre pensato di adottare l'opzione delle classi generiche (presentata in Arcani Rivelati). Però Dungeons & Dragons non sarebbe più stato lo stesso. Oltretutto, la terza edizione ha introdotto le Classi di Prestigio, e anche eliminando le classi poi i personaggi potrebbero intraprendere migliaia di classi di prestigio diverse... e allora a che serve ridurre le classi base?
L'idea di base che mi porta a preferire poche classi è quella di poter costruire il proprio personaggio esattamente come lo si sogna, senza alcuna limitazione. La 3ed ha fatto passi da gigante rispetto alle edizioni precedenti, ma ancora presenta molti tratti che sono una evidente eredità del sistema di regole tradizionale. Una di queste eredità sono appunto le classi, e anche se un personaggio può intraprendere più classi, non può possedere una capacità precisa di una classe e un'altra di un'altra classe senza aver percorso entrambe quelle classi fino a raggiungere quelle capacità... e nel frattempo deve acquistare tutte le capacità presenti prima nella lista della classe, abilità che probabilmente non gli interessano. I game-designers si sentono autorizzati a sparpagliare lungo 20 livelli quattro o cinque speciali veramente appetibili, e poi a condire il resto dei livelli con altre capacità meno interessanti, delle specie di briciole che possono spingere il giocatore a proseguire in quella classe in attesa di raggiungere il livello dove acquisirà la capacità davvero interessante.
Preferirei che un giocatore potesse costruire la propria progressione, assegnando ai livelli di classe gli speciali che preferisce, selezionando quali tiri salvezza avere migliori, quali abilità di classe, se essere un discreto combattente o un'incantatore, che tipo di combattente e che tipo di incantatore.
Lavorando con questo obiettivo ho ampliato la proposta delle classi generiche di Arcani Rivelati, che sono passate a cinque: Guerriero, Ladro, Mago, Chierico, Psionico. Il giocatore seleziona quale TS avere migliore per ogni classe che intraprende, quali abilità sono di classe, e soprattutto seleziona come fossero dei talenti le capacità di classe che preferisce tra quelle esistenti di tutte le classi. Un Guerriero può prendere la capacità di Ira del barbaro al primo livello, il talento combattere con due armi al secondo e al terzo livello selezionare Musica bardica. Può inoltre scegliere intrattenere come abilità di classe, generando così un perfetto bardo combattente.

Una volta messo su carta il sistema delle razze e delle classi, ho iniziato a generare alcuni personaggi non giocanti di prova. In generale, i PNG generati con questo metodo sono meno carichi di capacità speciali rispetto ai PNG generati con le classi standard, ma le capacità che mancano loro sono perlopiù capacità minori (come il passo senza tracce del druido, o il rimuovi malattie del paladino), che è superfluo inserire come capacità da apprendere essendo esse assai meno appetibili di altre (l'ira barbarica, la musica bardica, l'attacco furtivo). I personaggi sono insomma meno "forti" ma più "versatili". Si potrebbe ovviare a questa differenza inserendo nei profili aumentando i talenti bonus e magari limitando la scelta alle capacità di classe, ma credo sia inutile e superfluo.

domenica, ottobre 14, 2007

Barracuda 2007

Ieri sera ero al Granteatro di Roma per assistere a Barracuda 2007, il tour di quest'anno di Daniele Luttazzi. In sala ho notato Giovanni Floris e Giobbe Covatta, ma probabilmente chissà quanti altri personaggi dello spettacolo c'erano, tutti a godersi il buon Luttazzi. Ovviamente Luttazzi ci ha ammazzati di risate, nel primo tempo divagando su argomenti che farebbero venire un infarto a qualunque benpensante, nel secondo massacrando politica e istituzione con il suo modo di fare ironico, diretto e feroce. In chiusura ci ha ricordato che a Novembre su La7 inizierà il suo show in dieci puntate. Mi sembrava giusto dare eco a questa notizia. Non torna in RAI, dove bisogna dimensionare il proprio pensiero per non disturbare i padroni, e ovviamente non tornerà mai in mediaset, ma sapere che lo rivedremo in televisione (per me e per chi ne sarà informato) sarà già un piccolo ritorno alla nomalità. Pensateci... quanti anni sono che non c'è satira sui canali principali? E non parlo di stronzate come Striscia o le Iene, parlo di satira vera. Sono riusciti a creare un vuoto così ampio che molti dei ragazzi che affollano i licei, oggi, credono che la satira sia quella di Gene Gnocchi. Ma vi rendete conto??? La satira esiste solo nella mente di chi ricorda Tunnel o Avanzi... o di chi per sbaglio ha cambiato canale su CrozzaItalia in questi ultimi due anni (sempre su La7). Ce n'è bisogno, si è persa la consapevolezza della satira, si è perso il bisogno di essa. Daniele Luttazzi non cambierà le cose (ci sarà sempre il 90% del pubblico che preferirà l'ultimo reality smutandato pieno di cafoni più i meno famosi su italia uno), ma come ho detto prima, averlo in televisione in qualche modo mi fa ben sperare. Magari riesce davvero a farle tutte, quelle dieci puntate.

sabato, ottobre 13, 2007

Thesis - seconda parte

In realtà Thesis non è una vera e propria ambientazione. L'idea originale era quella di creare un mondo complementare all'ambientazione dinamica di Nephandum. Il progetto non era molto ambizioso, visto che la mia campagna prevedeva di essere incentrata in una sola città. Avrei potuto facilmente sviluppare la città durante le avventure e allargare il panorama in base alle incursioni future degli avventurieri. Iniziai la campagna con una avventura, scritta per Lucca 2005 dai ragazzi di Fantasika, intitolata "I misteri di Keremish". Non sapevo ancora se il gruppo di giocatori avrebbe gradito le proposte della campagna presentata loro: ambientazione inedita, addizione di Nephandum, niente incantesimi oltre il 6° livello, piani irrangiungibili...
A quanto pare funzionò, la campagna è in piedi da due anni e si appresta a concludersi.

Nella mia campagna, due anni fa, avevo deciso di escludere completamente la maggior parte delle razze non umane per focalizzare l'attenzione su gli esseri umani. La fragilità emotiva, la bramosia di potere, la debolezza mentale e la malleabilità di questa razza la rendeva perfetta come fulcro attorno al quale orientare una campagna di Nephandum. Negli anni l'idea è mutata. Razza allegre come halfling e gnomi continuano a essere scomode per una ambientazione dai toni epici e horror, ma molte altre razze si sono rivelate ottime basi sulle quali scrivere buone storie. Ad esempio l'emarginazione ed il disprezzo verso i mezzorchi, la solitudine e l'attrazione verso il male dei tiefling, la testardaggine dei nani, il fascino degli elfi per la bellezza. Piccoli appigli ai quali i signori del terrore avrebbero potuto aggrapparsi.
Ho reinserito così nani e elfi. Semplicemente queste razze hanno dimora in regni distanti e sono poco aperte allo scambio con la popolazione umana. Poi è nata l'idea di dare maggiore importanza alle razze, e così ho iniziato a sfogliare manuali perché avevo voglia di aggiungerne tante. Ho recuperato aasimar e tiefling dall'Atlante Planare (badando a depotenziarli un po', per non affliggerli con il lep), poi morfici, cangianti e forgiati da Eberron. Gli Elan, che esistevano già su Thesis, precedentemente estratti dal Manuale Completo delle Arti Psioniche, li ho sostituiti con i kalashtar, molto simili ma sviluppati meglio perché anch'essi facenti parte delle razze introdotte in Eberron. Avevo bisogno di razze affini alla magia arcana, e la mia idea iniziale era quella di depredrare Forgotten Realms dei suoi Genasi. Poi ho deciso di ripescare dal dimenticatoio una vecchia idea per una razza che avevo creato per l'ambientazione e che infine avevo abbandonato: gli energan, essere mezzo-energetici (anziché mezzo elementali). Nella mia ambientazione avevo già presentato ai giocatori i lybran e i creepian, varianti elfiche, i primi abitanti dei cieli, i secondi del lato oscuro del pianeta.

Alla fine insomma ho integrato nell'ambientazione uno sproposito di razze. Per ognuna di esse ho creato una mini-progressione di tre livelli che ne accentua i caratteri base, seguendo l'esempio delle razze esemplari su Arcani Rivelati. Ovviamente, per le razze per le quali già erano state create quelle progressioni, non ho fatto altro che ricopiarle! In seguito sarei tornato anche su queste tabelle, dopo aver lavorato sui privilegi delle classi.

venerdì, ottobre 12, 2007

Thesis - prima parte

Ho letto alcune considerazioni interessanti riguardo le linee guida da cui scaturirà la 4a edizione di Dungeons & Dragons. Non sto parlando delle idiozie telematiche (per me il Gioco di Ruolo si fa seduti attorno ad un tavolo con gli amici, con fogli, matite e rollando dadi), mi riferisco alle idee di base che hanno portato ad una revisione del regolamento. Una di queste è la sensazione che nel regolamento 3ed le razze dei personaggi assumessero un ruolo sempre più marginale con l'avanzare dei livelli. E' un concetto interessante, perché è vero: i bonus e i piccoli vantaggi derivanti da essere elfo anziché umano o gnomo si acquisiscono subito, al primo livello, ma non aumentano con l'aumentare dei livelli. Ne consegue che un personaggio di decimo livello sarà per il 95% caratterizzato dalle scelte fatte nei riguardi delle classi, mentre i vantaggi derivanti della razza, ormai piccoli in confronto a quelli garantiti dal sommarsi di talenti e poteri, sono poco influenti. Così, un mezzorco mago di 10° e un halfling mago 10° hanno (sulla carta) ben poche differenze a distinguerli.

Ho sempre pensato che la razza fosse la componente interpretativa del personaggio, assieme ovviamente alla sua storia personale (background) e alla personalità (sviluppata comunque tenendo conto di razza e background). La classe, al contrario, determina caratteristiche perlopiù regolistiche e offre meno spunti interpretativi. Però, se si vuole che questa differenza sia meno marcata, meno delineata, ci si può lavorare. La 4a edizione uscirà a Maggio 2008, e sono stato contento di scoprire che a Lucca 2007, nonostante tutto, usciranno molti manuali ancora 3a edizione. Purtroppo non posso aspettare Maggio per iniziare una nuova campagna, visto che Lo Zeist terminerà probabilmente entro qualche mese. Innanzitutto non posso perché a Maggio uscirà il primo manuale, gli altri due fondamentali usciranno a Giugno e Luglio e così prima di Settembre sarà difficile iniziare a giocare alla nuova edizione. Poi c'è l'intenzione di non troncare subito con la gloriosa 3edizione, ma di attendere che il nuovo regolamento prenda piede. Quindi, da ora alla prima campagna 4ed passerà almeno un anno.

Nel frattempo, ho pensato che si potevano sfruttare le riflessioni attorno ai futuri sviluppi della nuova edizione per correggere qualche errore della terza. Ad esempio, Arcani Rivelati (un manuale di regole opzionali) introduce la regola opzionale dei livelli di razza (razze esemplari). Questa regola potrebbe essere introdotta in una campagna per dare più valore alla razza dei personaggi. In effetti, nella mia attuale campagna, questa regola si usa già. Un'altro espediente potrebbe essere quello di sottrarre importanza alle classi. Ad esempio utilizzando un'altra regola opzionale di Arcani Rivelati, quella delle classi generiche. Solo quattro classi: Combattente, Esperto, Incantatore (arcano o divino). Gli speciali delle varie classi, come ad esempio la musica bardica, l'attacco furtivo, l'ira barbarica, lo scacciare nonmorti eccetera... possono essere estrapolati dalle classi ed elencati come un tipo di talenti particolare in grado (a differenza dei normali talenti) di garantire capacità straordinarie, soprannaturali o magiche. Così, per prima cosa, ho comninciato a rivedere le razze disponibili nella mia ambientazione, Thesis...