domenica, ottobre 30, 2011

Drizzit 138

Questa striscia precede una svolta nella storia. La verità è che non mi andava di dettagliare la risalita verso la superficie del gruppo, quindi in fase di scrittura ho pensato che ci stava bene un piccolo colpo di scena. Inoltre di recente ho un po' trascurato altre cose, quindi devo tornare a pubblicare Drizzit tre volte a settimana, anziché così di frequente come è stato in questi giorni.
PS. Domani andrò a Lucca Comics & Games 2o11!

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sabato, ottobre 29, 2011

Drizzit 137

Avevo disegnato l'intera sequenza e stavo per inserire nell'ultima vignetta la battuta di Drizzit, quando mi sono accorto che la striscia poteva funzionare anche senza. La "vuotezza" dell'ultima vignetta era simbolica: gli infami hanno abbandonato Drizzit da solo appena hanno sentito nominare la parola "tesoro", non c'era bisogno di ribadirne la crudeltà facendo pigolare all'elfo un tenero ringraziamento. Comunque alla fine ho deciso di inserirlo, salvando la vignetta originale come 137-bis.

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venerdì, ottobre 28, 2011

Drizzit 136

Mi sono domandato che cos'è che Katy sa fare veramente. Quando Wally la presentò al gruppo, disse che era una esperta spadaccina, ma in verità non c'è quasi mai bisogno che sfoderi la spada, visto che Drizzit e Wally sono in grado da soli di sbaragliare un esercito. E lei ne approfitta. Ma allora qual è il suo contributo? Poi mi è venuto in mente del suo passato misterioso, e del fatto che in una striscia precedente si sono salvati tutti dalla forca proprio grazie alle sue "amicizie" particolari. Magari è per quello che Katy è un membro del gruppo prezioso: per i suoi agganci politici e malavitosi. Questo è un tema che dovrò approfondire, prima o poi.

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mercoledì, ottobre 26, 2011

Drizzit 135

Vignette come la prima di questa striscia non sono molto adeguate al genere, rischiano di essere poco chiare. Mi sono permesso di disegnarne una solo perché Drizzit è a colori, e colorando la scena si riesce a distinguere meglio cosa c'è disegnato, anche se molto piccolo.

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lunedì, ottobre 24, 2011

Drizzit 134

Ahah la battuta migliore di questa striscia ce l'ha Wally nella seconda vignetta. Mentre la scrivevo mi immaginavo i troll che si suicidavano per cortesia. La questione della moralità ovviamente è riferita al fatto che la mamma frequentasse un demone, non credo che nel mondo di Drizzit esistano visioni moraliste della vita di coppia.

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domenica, ottobre 23, 2011

La Corona Cadaverica

Giovedì scorso ho dato inizio alla mia nuova campagna di Pathfinder GdR, intitolata La Corona Cadaverica. Si tratta della campagna Carrion Crown realizzata dalla Paizo proprio per Pathfinder GdR, ambientata nel sinistro e gotico principato di Ustalav (chiaramente ispirato al Ravenloft di D&D). Proseguirò giocando la campagna con cadenza settimanale, modulo dopo modulo, e avendo dato una scorsa alle pagine di tutti e sei i volumetti che la compongono, posso già dire che mi sembra scritta con molto criterio e altrettanta passione.
Il miei giocatori hanno creato con altrettanto criterio e pari passione ognuno il proprio personaggio, inviandomi dei background davvero interessanti che non faticherò affatto a integrare con il resto della trama. Inoltre, siccome uno dei giocatori è Marco Cosentino, l'intero gruppo può vantare il supporto grafico non indifferente di un fumettista di professione!
Questo è il "banner" della campagna, con i quattro personaggi giocanti ritratti dalla penna del succitato artista:

Il primo a destra è Nash, alchimista; segue Yan, un inquisitore della chiesa di Pharasma; poi c'è Aurens, il personaggio di Marco, uno spadaccino in cerca delle proprie origini; infine il convocatore Jeckar assieme al suo eidolon. Ringrazio l'autore per avermi permesso di pubblicarlo sul mio blog. E anche perché presto credo che ci faremo un poster da appendere con orgoglio in Gilda.

sabato, ottobre 22, 2011

Drizzit 133

Avevo diverse battute in mente, per l'ultima vignetta di questa striscia, ma nessuna mi sembrava azzeccata. Poi mi sono immaginato Wally che si risvegliava nella sua camera, da bambino, e trovava il gatto morto. O il canarino spiaccicato. O il criceto decapitato.

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giovedì, ottobre 20, 2011

Drizzit 132

Mi piace il tempismo di questa striscia. Credo che da quel punto di vista sia una delle migliori. A proposito, magari qualche lettore non sa come mai Wally si trasforma in demone? Forse è il caso di rileggere qualche vecchia striscia. ;)

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martedì, ottobre 18, 2011

Drizzit 131

Avrei preferito che la trasformazione di Wally fosse stata innescata da un qualche errore più sottile e più frequente. Come l'uso di piuttosto al posto di invece, oppure di eccezionale o straordinario usati come sinonimi di superbo, spettacolare. Ma era difficile infilarli in una striscia. Un congiuntivo sbagliato invece è facile da inserire.

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lunedì, ottobre 17, 2011

Drizzit 130

La prima vignetta di questa striscia è davvero inusuale per un fumetto di questo tipo. Le strisce a fumetti di solito non usano prospettive strane, non ne hanno bisogno. Ma a me piaceva poter inscenare il tutto come se fosse ripreso dal basso, con Dotto che emerge e scarica il potere della bacchetta sull'enorme troll. A proposito, ho dato parecchio per scontato che i lettori conoscessero il significato trasposto della parola troll riguardante internet, significato sulla quale si basa gran parte dell'umorismo delle ultime strisce. Se qualcuno non sapesse cos'è un "troll" su internet, può seguire il link che trovate in basso a sinistra in questo blog (l'immagine con il piccolo troll bannato). Vi spiegheranno tutto.

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Ultimo Bratwurst a Francoforte

Sono stato a Francoforte in occasione della Fiera del Libro. Francoforte è davvero una città molto bella. Ben organizzata, moderna eppure capace di lasciare spazio al passato, piena di eventi ma senza essere soffocante, densa di piccole sorprese che ti attendono dietro ogni angolo... una fermata della metro costruita in modo bizzarro, la facciata a specchio di un imponente palazzo, una antica torre di guardia che ora è un pub, una fontana che spruzza acqua in un laghetto appena dietro una siepe. Mezzi pubblici efficienti, nessun obbrobrioso cartello pubblicitario a farti ombra sulla testa mentre ammiri le facciate delle case, strade pulite e centro chiuso al traffico, KFC e Starbucks che aspettano di essere ritrovati.

Durante il volo di andata, sull'aereo ci hanno servito dei biscottini. Il volo era Alitalia, e costava tipo cinque volte un volo Ryanair per Londra. Il prezzo elevato però ci ha permesso di godere di piccoli lussi: il posto prenotato (niente corsa al sedile appena aperte le porte), la televisione tre pollici che sparava pubblicità inutili e quiz per tutto il volo, e lo snack gratuito. I biscottini in questione, i Frolletti, erano gustosi. Per essere la sottomarca di una sottomarca da discount sconosciuta, si intende. Sotto il nome si leggeva: "no trans fat - no preservatives - all natural - suitable for vegetarians" roba che una traduzione alla buona avrebbe potuto trasformare nell'annuncio di un porno. Il caffé-brodaglia è stato il primo assaggio di estero della mia piccola vacanzetta.

La fiera del libro non è stata la grande sorpresa che mi aspettavo. Dislocata all'interno di enormi e moderni padiglioni ben collegati fra loro, praticamente tutte le maggiori case editrici del mondo avevano un loro stand nel quale accoglievano gli ospiti e mostravano loro le novità e i grandi successi. Purtroppo a parte guardare, non si poteva fare nulla. Abituato a vagare per altre fiere, in cui il lato commerciale è predominante (Torino, Lucca, Roma), non mi spiegavo perché mai una casa editrice dopo aver allestito un costosissimo stand e accolto milioni di spettatori, non potesse vendere al pubblico i propri libri. Oltretutto, qualche casa editrice lo faceva, ma era l'eccezione. Così ho vagato per centinaia di stand ben organizzati, che presentavano novità editoriali interessanti, in tutte le lingue del mondo. Erano presenti le case editrici giapponesi con tonnellate di manga in lingua originale, e c'era anche la DC comics e la Dark Horse nonostante in contemporanea in quei giorni si svolgesse anche il New York Comicon. E poi c'erano anche molti editori italiani. Ma dopo aver percorso chilometri nei labirinti della fiera, trovarsi a sfogliare un bel libro sapendo che tanto non lo si poteva acquistare, non era il massimo.

Nei giorni successivi ho visitato la città. Solo una volta mi sono infilato in un museo (ne è valsa la pena), negli altri ho vagato per parchi e per strade ammirando Francoforte dall'interno. Ho notato che negli autobus tedeschi è vietato dare pizzicotti sul sedere (almeno così mi è sembrato giusto interpretare quello strano cartello appeso alle porte). La sera ho mangiato sempre allo stesso locale, scoperto negli anni precedenti dai veterani della Fiera, e rivelatosi in effetti una combinazione entusiasmante di buona cucina e prezzi modici. Ho assaggiato la specialità di Francoforte (salsicce, polpette di fegato, braciola di maiale lessa, patate e crauti) e le altre sere ho esplorato altri due piatti deliziosi. L'ambiente era molto chiassoso, una grossa stanza piena di lunghi tavoli di legno ai quali ci si accomodava un gruppo di fianco al prossimo, ma si trattava di quel chiasso che fa ambiente.

Non c'erano megaschermi sintonizzati sui video di mtv né sulla partita di calcio. D'altro canto in televisione non si parlava dell'ultimo calciatore che si è accoppiato con l'ennesima velina, o delle orge organizzate dal presidente del consiglio, e non replicavano per la diciassettesima volta il commissario Rex, né affidavano la serata a trasmissioni colme di fenomeni da baraccone e canzonette idiote. Accendevi la televisione e ci trovavi telegiornali che parlavano della Fiera del Libro (che in Germania è un evento, come da noi Sanremo, e dico tutto). Oppure talk-show in cui si discute ordinati su cosa significa bene comune e progresso, senza lanciarsi in faccia statistiche e sparare cazzate. Nei telegiornali ampio spazio alla cultura. Seguendone uno, sono venuto a sapere che a Roma i soliti tre violenti hanno dato fuoco a una macchina e rovinato una chiesa, oscurando così da tutti i media la marea di gente che quella domenica protestava pacificamente contro l'economia dissennata dei nostri governi. Non ho controllato quasi mai la posta (nonostante negli Starbucks e in molti altri posti internet sia gratuito e accessibile a tutti).

Sono stato anche a Heidelberg, una graziosa città a un'ora da Francoforte. Probabilmente l'avrei apprezzata di più se non fosse stato un sabato pieno di gente e durante il quale non avevo assolutamente voglia di uscire. Le vie turistiche della città erano gremite di persone, al punto che non avevo voglia neppure di salire a visitare il castello. Poi ci siamo saliti e lì ho scattato qualche foto della città dall'alto (a proposito, sto caricando le mie foto sul mio album di Flickr, quindi se avete tempo e voglia potete vederle qui). Heidelberg è famosa anche per la sua università, soprattutto per le scoperte scientifiche. Il padre del becco bunsen ha una piazzetta dedicata. Sono segnalate le case dove sono avvenute le più importanti scoperte scientifiche del passato, e nel complesso si vede che è una città molto universitaria (tanti studenti ovunque a rinverdire le piazze). Durante il viaggio di ritorno siamo stati approcciati da un ragazzo tedesco che vendeva preservativi e/o cioccolatini a un euro per pagarsi la festa di addio al celibato (le spogliarelliste non te le paga papà). Per bilanciare il karma, alla stazione ci siamo imbattuti anche in un ragazzo italiano che lavorava come pizzaiolo alla Fiera, e che ci ha chiesto cinque euro per il biglietto del treno perché "non gli funzionava la postepay".

Comunque nel complesso, Francoforte mi è sembrata più adatta a me stesso. Più grande, più moderna, più al servizio del cittadino. Il piccolo borgo storico vicino al duomo è sufficiente a ricordarci che siamo in una città storicamente notevole, nonostante i profili dei nuovi altissimi palazzi di vetro si innalzino alle spalle degli edifici più antichi. E l'ultimo giorno ho visitato anche i giardini della città. Si paga l'ingresso, ben 5 euro, ma questo forse non fa che tenere lontano gli adolescenti col freesbee dalle aiuole seminate, ed evita che le signore portino i cani a cagare sui prati. Inoltre il giardino botanico era davvero molto ben curato, con serre al coperto che contenevano collezioni di piante dai posti più esotici e una serie di laghetti e fontane che allietavano il passeggio degli ospiti. Insomma veniva da dire: soldi ben spesi. Ho fatto molte foto ai fiori e agli animali, giacché la luce era ottima quel giorno e i colori risultavano vividi.

Prima di tornare non ho potuto fare a meno di dare l'ultimo saluto alle deliziose torte dello Starbucks, nonché ai wurstel con senape serviti nei chioschi all'aperto. Ed eccomi di nuovo in Italia, immerso nel mio quotidiano sfacelo.

sabato, ottobre 15, 2011

I volti dei nuovi tiranni

Studiate i volti dei nuovi tiranni. Esito a chiamarli plutocrati, perché il termine è troppo storico e questi uomini sono parte di un fenomeno che non ha precedenti. Chiamiamoli piuttosto profittatori. Le loro facce hanno molti tratti in comune. Questa conformità dipende in parte dalle circostanze –possiedono talenti analoghi e vivono secondo abitudini simili– e in parte è una scelta di stile. Hanno età diverse, ma lo stile è sempre quello di uomini che vanno per i cinquanta. Sono vestiti in modo impeccabile e il loro abbigliamento è rassicurante, come la sagoma dei furgoni portavalori. Tutt'altro che mostruosi, i loro volti, benché un po' tesi, paiono quasi insipidi. Sulla fronte hanno molte rughe orizzontali. Non si tratta di solchi scavati dal pensiero, ma di linee che trasmettono informazioni non-stop. Occhi piccoli, pronti, che esaminano tutto e non contemplano nulla. Orecchie capienti come una banca dati, ma incapaci di ascoltare. Labbra che tremano di rado e bocche che prendono implacabilmente decisioni. Mani gesticolanti, che dimostrano formule e non toccano l'esperienza. Capigliature meticolosamente pettinate come per un test di velocità aeronautica. La piena fiducia in se stessi che traspare dai loro volti è pari alla loro ignoranza, che è anch'essa evidente. I profittatori non sanno niente di niente, né della qualità né dell'essenza delle cose. Conoscono bene solo le proprie impressioni sui loro giri d'affari. Da qui la paranoia, e generata dalla paranoia, la loro energia ripetitiva. Il loro reiterato articolo di fede è: non c'è alternativa.”
John Berger, tratto da Il Taccuino di Bento

venerdì, ottobre 14, 2011

Drizzit 129

Sono alla Francoforte in occasione della Fiera del Libro, quindi non preoccupatevi se fino a lunedì non riuscirò a pubblicare altre strisce (questa la sto inserendo dal punto internet dell'hotel!). Certo l'evolversi degli eventi per i protagonisti della striscia non è esattamente al punto migliore per diluire la pubblicazione, ma non ci posso fare granché. In ogni caso non preoccupatevi: Drizzit sopravvive.

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martedì, ottobre 11, 2011

La politica buona, l'economia buona

Mi sento di pubblicare sul mio blog un estratto del documento Politica ed Economica, da che parte sta l'Agesci? approvato di recente dal Consiglio Nazionale. Lo scoutismo forma cittadini responsabili, e sapere che li forma secondo certi parametri mi permette di sperare in qualcosa di buono. Continuate così.

"Sentiamo di dover testimoniare che una politica buona e diversa ed un'economia
buona e diversa sono possibili e che per esse è bene lottare.
La politica buona è quella vissuta con spirito di servizio, fondata sulla gratuità,
sull’onestà personale, sulla sobrietà e onorabilità dello stile di vita, sulla ricerca
costante del bene comune e quindi sulla capacità e sul coraggio di proporre
scelte talvolta difficili ed anche impopolari, che possono prevedere sacrifici,
specie per chi possiede di più.Una politica buona è fondata oltre che su contenuti e programmi di qualità,
anche, sul limite etico ed estetico che pone un freno alla violenza del linguaggio,
all’abbrutimento delle parole, all’aggressione finalizzata all’affermazione di sé e
delle proprie idee.
Un'economia buona è fondata sul lavoro e non sulla finanza per la finanza, sui
principi della trasparenza e della responsabilità, è orientata a favorire uno
sviluppo diffuso ed equilibrato, è governata da regole eque e chiare, è promossa
per il miglioramento reale delle condizioni di vita della collettività e non per il
miraggio di un arricchimento facile ed immediato. Un’economia buona è fondata
su un limite sociale, ambientale ed economico all'avidità ed all’accumulo sfrenato
di patrimoni."

foto by Luigi Cecchi

Drizzit 128

Scusate il ritardo ma l'influenza ottunde la mia capacità di sorreggere una penna davanti al monitor del computer... senza starnutirci sopra. Comunque oggi ho avuto un po' di tempo e ho ripreso a disegnare qualcosa. Il destino di Drizzit è ancora in bilico, non potevo certo lasciarlo così in sospeso.

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venerdì, ottobre 07, 2011

Drizzit 127

Ma un gomito che si spezza, farà quel rumore?

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Schema di montaggio

Nel mio breve racconto fantasy Dodici Dita, il protagonista fa uso di una pistola a cristalli. Ho cercato di immaginare come potesse essere, e l'ho disegnata. Resta ancora qualche questione sul suo effettivo funzionamento (eheh) ma credo che si possa sorvolare.

martedì, ottobre 04, 2011

Drizzit 126

Volevo che la prima vignetta, nella quale appaiono i troll, fosse più spaziosa. Alla fine però mi sono ritrovato a fare i conti con gli spazi risicati degli altri due riquadri, nei quali dovevo infilare tutte le battute. Col senno di poi, avrei suddiviso la striscia semplicemente in tre.

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lunedì, ottobre 03, 2011

Rileggere vecchi post

Ho trovato piacevole scorrere vecchi post e trovarci un sacco di commenti interessanti. Vi segnalo ad esempio un post che scrissi nel 2008 commentando a freddo l'uscita della 4a edizione di Dungeons & Dragons. In due anni ha collezionato diverse opinioni, essenzialmente lasciate da "avventurieri" di passaggio che hanno voluto esprimersi. Le ho trovate intelligenti, ognuno ha espresso la sua opinione con garbo e motivandola, e da quanto è stato scritto si potrebbero ricavare altre riflessioni ancora. Il fenomeno 4a edizione andrebbe analizzato, e credo che gli addetti ai lavori lo faranno. Spero che in questo modo si rendano conto di quanto è stato fatto, e correggano il tiro.

Drizzit 125

Cosa ci fanno dei troll nelle catacombe? Non ne ho idea. Ma si infilano dappertutto e poi ci restano. A dispetto del fatto che il posto in cui stanno faccia loro tanto schifo. Poi si sentono delle specie di paladini, perché loro denunciano il male del mondo. Peccato che stiamo dentro delle catacombe. Probabilmente se fossero davvero dei paladini, starebbero fuori a combattere contro i draghi che minacciano i villaggi. Essere un troll è davvero triste.

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domenica, ottobre 02, 2011

Armi da Fuoco in Pathfinder


Altra introduzione nella mia campagna: le armi da fuoco. Sempre in Ultimate Combat, la Paizo inserisce le armi da fuoco come elemento opzionale nel sistema di regole di Pathfinder, assieme alla classe del Pistolero e alle varianti delle altre classi in modo che tutti possano fare un uso appropriato del nuovo equipaggiamento. Esaltato dall'opportunità di vedere gironzolare nelle mie sessioni personaggi alla Solomon Kane, ho deciso di permetterne l'uso. Mi hanno chiesto di tradurre il regolamento in italiano, per i non anglofoni. Quello che segue è il riassunto tradotto delle regole.

Innanzitutto esistono due categorie di armi da fuoco: quelle antiche, e quelle moderne. Le armi da fuoco antiche sono la pistola a un colpo solo, la pepaiola o il moschetto. Necessitano di polvere e pallini di piombo come munizioni, e sono molto imprecise. Quelle moderne si caricano con le cartucce, sparano a ripetizione, e comprendono il revolver e il fucile da caccia. Ovviamente sono molto più precise.

Armi da fuoco nella propria campagna: seguirò in questo caso le linee guida del manuale, e cioè le armi da fuoco sono agli esordi nel mondo di Pathfinder, se ne sente parlare ma molti non ne hanno mai vista una, e sono ancora molto costose. Si tratta di armi da fuoco primitive, poco precise anche se molto letali, create per l'occasione da ingegneri specializzati nelle città più grandi, spesso ad esclusiva di ricchi committenti. Se le armi da fuoco superiori esistono, sono oggetti meravigliosi da considerare al pari di oggetti magici di alto livello.

Competenza nelle armi da fuoco: tutte le armi da fuoco sono armi esotiche. Il talento Competenza nelle Armi Esotiche (armi da fuoco) permette di farne uso senza incappare nella penalità -4, ma quando si deve selezionare un talento che richiede di specificare un'arma, come ad esempio Arma Focalizzata, occorre selezionare un'arma da fuoco specifica, come la pistola o il moschetto.

Distanza e penetrazione: tutte le armi da fuoco penetrano le armature con estrema efficienza. Le armi da fuoco antiche (e a noi interessano solo quelle) compiono ogni attacco contro la CA a contatto, se fanno fuoco entro il primo incremento di gittata. Questo attacco non è comunque considerato un attacco a contatto. A partire dal secondo incremento di gittata gli attacchi si risolvono regolarmente, compreso il cumulativo -2 per la distanza.

Ricaricare un'arma da fuoco: nel caso delle armi antiche, si tratta di infilare polvere e proiettile nella canna, ed è un'azione standard che innesca attacchi di opportunità e richiede una mano libera (nel caso di armi a due mani come il moschetto, si può reggere l'arma con una mano sola e ricaricarla con l'altra). Il talento Ricarica Rapida riduce il tempo di ricarica ad un'azione di movimento. Ovviamente in ogni caso, polvere e pallini devono essere a portata di mano, cioè alla cintura e non nello zaino.

Malfunzionamento: tutte le armi da fuoco vanno incontro a malfunzionamento in caso di tiri di dado molto bassi. L'intervallo di malfunzionamento è indicato nella descrizione dell'arma, se il dado del tiro per colpire ricade in quell'intervallo, l'arma si inceppa. In tal caso, acquista la condizione "rotta" (vedi Manuale di Gioco) e l'intervallo di malfunzionamento aumenta di 4. Se un'arma rotta malfunziona ancora, esplode. L'esplosione si estende per un'area indicata sempre nella descrizione, di seguito all'intervallo di malfunzionamento. Tutti coloro che ricadono nell'area quando un'arma da fuoco esplode, subiscono danni come se fossero stati colpiti dall'arma, ma possono dimezzarli con un TS Riflessi CD 12. Un'arma che esplode è distrutta.

Particolarità delle munizioni: i proiettili delle armi da fuoco antiche non possono essere trattati con veleno, sono perduti quando vengono sparati e per il resto sono considerati proiettili al pari di quelli di una balestra (ad esempio possono essere schivati o deflessi con i talenti appositi).

Particolarità delle armi da fuoco: come per le balestre, si può sparare con le armi da fuoco anche quando si è proni. Le armi da fuoco antiche però non possono sparare sott'acqua, né essere ricaricate. Inoltre la polvere pirica è sensibile all'acqua e se viene bagnata, diviene per sempre inutilizzabile (esistono i corni per la polvere che hanno lo scopo proprio di evitare che questa si inumidisca). Il buckler permette di far fuoco con armi da fuoco (a una o due mani) senza penalità, con le consuete regole.

La tabella all'inizio di questo post elenca tutte le armi da fuoco antiche disponibili. Nella mia campagna tuttavia queste sono limitate alle seguenti: pepaiola (pepperbox), pistola (pistol), pistola a doppia canna (pistol, double barreled), archibugio (blunderbuss), bombarda a mano (culverin), moschetto (musket) e moschetto a doppia canna (musket, double barreled). Le altre sono a mio parere troppo esotiche per una campagna fantasy-gotica come quella che ho in mente. Descrivo brevemente quelle che ho elencato.
Pepaiola: arma una mano caratterizzata da un cilindro rotante a sei canne nella parte anteriore; la pepaiola può sparare sei volte senza ricaricare, a patto di avere una mani libera per ruotare ogni volta la canna (ruotare la canna è un'azione veloce).
Pistola: la più semplice arma da fuoco, va ricaricata ad ogni colpo.
Pistola a doppia canna: come la pistola, ma monta una doppia canna e possiede due grilletti; può esplodere entrambi i colpi assieme, effettuando un unico tiro per colpire, ma in tal caso si applica una penalità -4 e ovviamente entrambi i proiettili vanno indirizzati verso il medesimo bersaglio.
Archibugio: l'antenato dello shotgun, ha una canna che termina a trombone e spara una salva di pallini a diffusione in un cono di 4,5 metri che non possono essere schivati. Va ricaricato ad ogni colpo, e rischia di incepparsi facilmente.
Bombarda a mano: un vero e proprio piccolo cannone portatile, solitamente rivestito di legno, che si sorregge con entrambe le mani. Tirando una cordicella si accende il colpo. Chi spara con questo arnese senza un adeguato supporto, subisce una penalità di -4 al tiro per colpire e viene gettato a terra prono (creature di taglia grande o superiore ignorano questo effetto). Ogni colpo di bombarda consuma l'equivalente di 4 ricariche in termini di polvere e di proiettili.
Moschetto: come la pistola, ma a due mani quindi con maggiore gittata e più dannoso.
Moschetto a doppia canna: come un normale moschetto, ma monta una doppia canna e possiede due grilletti; esattamente come la pistola a doppia canna, anche questo moschetto può esplodere entrambi i colpi assieme, effettuando un unico tiro per colpire, ma in tal caso si applica una penalità -4 e ovviamente entrambi i proiettili vanno indirizzati verso il medesimo bersaglio. Rispetto al normale moschetto è meno preciso.

sabato, ottobre 01, 2011

Drizzit 124

Questa striscia sarebbe dovuta apparire in mattinata ma avevo cose urgenti da fare ed è rimasta in sospeso. Eh anche gli autori di vignette hanno una vita.

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L'evidente e attuale pericolo rappresentato dai capitani spaziali

Stamattina apro la mia pagina di facebook e ci trovo una interessante segnalazione da parte di Neil Gaiman (della cui pagina sono fan). Si tratta del post di un blog nel quale si segnala che a un professore universitario del Wisconsin è stato imposto di rimuovere dalla porta del suo ufficio un poster di Firefly, perché il capo della polizia scolastica lo considerava diseducativo. Ne nasce una interessante riflessione sul fascismo, sulla violenza e sul senso della censura.

Il post del blog segnalato da Neil Gaiman è questo qui. Si intitola "L'evidente e attuale pericolo rappresentato dai capitani spaziali." Se conoscete un minimo l'inglese sarà facile comprenderne il testo, altrimenti proverò a tradurlo/riassumerlo qui di seguito.

*****

James Miller, un professore dell'Università del Wisconsin, è un fan di Firefly, la serie di fantascienza dalla vita assai breve creata da Joss Whedon. Evidentemente Lisa A. Walter, il capo della polizia scolastica, non lo è. Dopo che Miller ha affisso sulla porta del suo ufficio un poster di Firefly, Walter l'ha rimosso, percependolo come un evidente e attuale pericolo per la sicurezza pubblica. Il poster raffigurava Nathan Fillion nel ruolo di Malcolm "Mal" Reynolds e riportava una didascalia tratta dal primo episodio della serie: "Se mai ti ucciderò, sarai sveglio. Mi starai affrontando. E sarai armato." (era una risposta alla domanda di uno dei passeggeri che si chiedeva se avesse dovuto temere di essere ucciso nel sonno).
In una email del 16 settembre, Walter spiegava a Miller che "è inaccettabile aver esposto qualcosa che fa riferimento al fatto di uccidere qualcuno" e quando Miller le chiese di rispettare i "diritti espressi nel primo emendamento", Walter gli rispose che appendere un poster non era uno di quelli: "La libertà di espressione può essere limitata in seguito al ragionevole dubbio che questa causi materiale e/o sostanziale interferenza alle attività scolastiche e/o che costituisca una minaccia alla sicurezza. Abbiamo appreso dell'affissione del poster e l'abbiamo interpretato come una minaccia perché altri avrebbero potuto interpretarlo come un modo per incoraggiare azioni simili a quelle indicate su di esso. Il poster poteva indurre gli altri a temere per la propria incolumità, quindi è stato rimosso."
Per protesta alla censura, Miller ha affisso un poster arancione con l'immagine di un poliziotto che manganella un uomo a terra e la scritta "PERICOLO: FASCISMO" a grossi caratteri. "Il fascismo può causare danni contundenti e/o morte violenta" diceva poi un piccolo riquadro sotto la scritta più grande "Tenete il fascismo lontano da bambini e da animali domestici."
A questo punto secondo voi la Walter ha forse ceduto, comprendendo l'errore della sua precedente decisione, e ha restituito a Miller il poster di Firefly porgendogli le sue scuse? Neanche per scherzo. Ha rimosso anche il nuovo poster, e ha esposto le sue ragioni in un'altra email.
"Il poster è stato rimosso perché raffigurava scene di violenza e di morte. Il consiglio direttivo della sicurezza del campus si è riunito ieri e ha preso la decisione che quel poster andava rimosso. Allo stesso modo sarà rimosso qualsiasi poster il cui messaggio possa causare materiale e/o sostanziale interferenza alle attività scolastiche e/o che costituisca una minaccia alla sicurezza."
Miller è stato poi convocato per discutere "le ragioni esposte dal consiglio direttivo della sicurezza del campus" assieme ad altri. Nel frattempo la Fondazione per i Diritti delle Persone nell'Educazione ha fatto richiesta che l'amministrazione faccia un passo indietro e che si restituisca la libertà di espressione a Miller. Si fa notare che, al contrario dei poster esposti da Miller, il comportamento del capo della polizia scolastica Walter rappresenta davvero una "seria minaccia".

*****

Riflessioni a margine. Mi sovviene di quando chiesero a Marilyn Manson se le sue canzoni istigassero la gente alla violenza, e lui rispose: di certo non di più dell'esempio di un presidente che bombarda uno stato per il petrolio. Nel caso sopra esposto, il poster non rappresentava nessuna minaccia, mentre il comportamento della polizia scolastica sì. Altra riflessione a margine: come vedete la parola fascismo, fuori dall'Italia, non viene mai tacciata di indicare un "evento storico del passato ormai distante". Fascismo ha un significato, anche oggi, e non bisogna avere paura di usarlo. E' una parola attuale, come attuale sono gli episodi di fascismo ai quali è possibile assistere ogni giorno attorno a noi. Infine: grazie Neil Gaiman per avermi segnalato il pezzo.