giovedì, giugno 30, 2011

Lettera di una cittadina qualsiasi a Rotondi

Qualche giorno fa, il ministro Rotondi ha avuto l'incredibile faccia da culo di pronunciarsi a difesa della Casta (l'ha chiamata così lui stesso), perché i politici sono già impopolari e quindi non ha senso abbassarsi lo stipendio, abolire i privilegi (vitalizi, pensioni da nababbi, auto blu, bonus per ogni spesa compresi affitti, computer e telefonini, ingressi gratis ovunque). Nella sua pietosa dichiarazione si lamentava che alla fine, tolte le spese e tutto il resto, era costretto a mantenere la famiglia con appena qualche migliaio di euro. Una "cittadina qualsiasi" gli ha risposto.

Signor Ministro,
Sono davvero dispiaciuta per le difficoltà economiche in cui versa, per le spese di trasferta ( tutte rimborsate), per i compensi dei portaborse (probabilmente suoi parenti).
Davvero assurdo mantenere la sua famiglia con solo 4mila euro mensili.
Poverini i suoi figli, non avranno di che sfamarsi, quest’anno niente vacanze.
Perchè prima di dire tutte queste stupidaggini non pensa?
Perchè non si confronta con le persone che tutti i giorni devono affrontare problemi reali con stipendi al limite della sopravvivenza; che non possono permettersi non un lusso, ma il semplice acquisto di un capo di biancheria intima, ma non in un negozio, ma su una bancarella di un mercatino. Decidere di dover comprare il latte anziché il pane, semplicemente perché non si può.
Lavorare fino a tardi per 10 euro in più.
Dover pagare le medicine salvavita pur essendo esenti. Dover sempre dire di no ai propri figli, perché altrimenti non ci sono i soldi per pagare le bollette. Vivere alla giornata, sperando e pregando di non dover affrontare imprevisti perché non c’è abbastanza denaro per sopravvivere. In fondo però sono fortunata, non ho portaborse a cui corrispondere salari, non devo pagare i conti delle trasferte, non vado neanche in vacanza, non me lo posso permettere.
Provi Signor Ministro a vivere la mia vita per un giono, insieme a quella di milioni di italiani che hanno l’unico peccato di aver messo persone come lei a governare il nostro paese; che è un grande paese a dispetto di tutti e di tutto, pieno di persone oneste e lavoratrici e ne vado orgogliosa. Nonostante le mille difficoltà, io mi addormento la sera certa di aver fatto il mio dovere, non so se lei può fare altrettanto.

- Doriana Francescangeli (fonte: informare per resistere)

mercoledì, giugno 29, 2011

Drizzit 81

Mi piace moltissimo che la domanda posta da Drizzit non compaia nella striscia. Si intuisce dalle risposte dei suoi compagni, senza bisogno di palesarla. Credo che a questo punto a qualche lettore possa essere venuto in mente di pensare "è morto il re orco... e adesso?" quindi mi sembrava il momento giusto affinché Drizzit ponesse certe questioni ai suoi compagni.

Attenzione! Con la striscia n°80 si conclude la prima grande "saga" di Drizzit: Drizzit vs gli orchi. Da questa striscia ha inizio la seconda saga: La morte e il ritorno di Drizzit! ...tranquilli, per i lettori cambia poco o niente, è roba che riguarda i curatori del fumetto (che si divertono a mettere i titoli). :)

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Compaio altrove!

Uao! Il sito flashfiction.it (che si occupa di ospitare racconti di non più di 750 parole) ha pubblicato il mio racconto "Il brucomela" (che avevo precedentemente postato anche sul mio blog). Potete andare a leggerlo, o rileggerlo, direttamente sul sito.
Ovviamente già che ci siete potete fare un giro anche tra gli altri racconti, tutti altrettanto brevi e incisivi.

martedì, giugno 28, 2011

Drizzit 80

Ogni tanto vale la pena sottolineare le differenze di genere tra i personaggi del gruppo. Non voglio scadere nello stereotipo, ma non credo che ci sia pericolo nel caso di Katy.

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sabato, giugno 25, 2011

Butterflies


La primavera è quello strano posto dove vivono le farfalle. Non è un tempo, una stagione. E' un posto. Nascono e muoiono in questo luogo a noi sconosciuto, i cui confini sono tracciati da fasci di luce polarizzata che i miseri esseri umani, non possedendo occhi compositi, non riescono a vedere. Si spostano sussultando nel loro regno, che non è mai immobile se non nelle rare giornate in cui il vento si acquieta completamente. In quei giorni, eterni e statici, alle farfalle può capitare di appoggiarsi su un petalo di fiore senza che questo ondeggi sospinto da alcuna brezza. Quell'attimo si cristallizza e la loro mente va in frantumi. Come un mal di mare al contrario, non riescono a capire perché tutto è così fermo, immoto, inerte, saldo. In preda al panico riprendono il volo, e d'incanto ritrovano quella realtà disturbata e sussultante che caratterizza la loro intera vita. Vagano allungando la spiritromba di fiore in fiore, bevono nettare e fanno l'amore, si adagiano l'una sull'altra per eterni attimi, e poi si allontanano di nuovo (senza salutarsi) spinte dal loro essere caotiche, dalla loro natura sfumata e indistinta. Nel luogo primavera non c'è spazio per gli scopi e per gli obiettivi, tutto è tempo e tutto è occasione. La farfalla coglie ogni cosa. Finché alla fine, casualmente, non ne esce -senza nemmeno accorgersene- e chiudendo le ali si abbandona, scivolando nel sonno più profondo. Oltre la primavera, non è posto per farfalle.

Drizzit 79

Quello che Dotto dice nella seconda vignetta di questa striscia è uno dei miei pezzi migliori. "Tutti noi nani siamo un po' estetisti... un po' parrucchieri..." eheh. Santa patata. Che bello avere un nano filosofo nel gruppo.

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giovedì, giugno 23, 2011

Drizzit 78

Forse non ci avevate fatto caso, ma il Re Orco non portava l'amuleto d'oro al collo quando è tornato per uccidere Drizzit. Cosa ne avrà fatto? Si scoprirà più un là. Adesso hanno tutti un problema più urgente: tagliarsi i capelli.

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mercoledì, giugno 22, 2011

Perché non hanno memoria

Capitano: "Voi generalizzate, don Benito, e con animo funesto. Ma il passato è passato: perché cercarvi una morale? Dimenticatelo. Vedete, il sole che risplende là ha dimenticato tutto e così il mare azzurro e il cielo azzurro: hanno voltato pagina."
Benito Cereno: "Perché non hanno memoria. Perché non sono umani."
- Herman Melville, Benito Cereno

lunedì, giugno 20, 2011

Personaggi fantasy

Ho creato questa illustrazione per un personaggio di Pathfinder GdR che (forse) interpreterò. Si tratta di un convocatore, un mago che evoca creature. Quella lì, con due bocce enormi, è il suo eidolon, ovvero la creatura che il convocatore è in grado di evocare come servitrice. Non credo che alla Paizo abbiano pensato troppo a che uso possa fare un convocatore delle creature che evoca. Probabilmente hanno dato per scontato che le usi per difendersi e combattere, come un addestratore farebbe col suo fedele cane da guardia. Ma non c'è scritto da nessuna parte che il convocatore debba evocare un animale o qualcosa del genere. Così ho pensato che un mago sufficientemente privo di scrupoli avrebbe potuto richiamare come eidolon una gran bella gnocca, e poi sfoggiarla nelle locande. Dal punto di vista regolistico, l'eidolon obbedisce fedelmente al suo convocatore... cosa volere di più dalla vita? Sono sicuro che il Master apprezzerà la mia interpretazione.

Drizzit 77

Spappolare gli orchi è giustizia, credo. Secondo Tolkien, gli orchi sono intrinsecamente malvagi, non hanno possibilità di redenzione, sono esseri crudeli per natura. Come gli ausiliari del traffico.

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sabato, giugno 18, 2011

Drizzit 76

Stavo disegnando l'ultima vignetta di questa striscia e mi sono arrivati un sacco di suggerimenti su altre illustrazioni che potrei realizzare. Del tipo i quattro protagonisti, con le loro attuali sciccosissime acconciature, che attraversano una strada su delle strisce pedonali, immortalati come sulla copertina del celebre album dei Beatles.

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Un esempio di Convocatore

EDITH
Umano Femmina Convocatore 16° (GS 15)
LN umanoide Medio (umano)
Iniz +2; Sensi Percezione +7;

Difesa
CA 20, contatto 13, impreparato 18 (armatura +8, +2 Des), adiacente all'eidolon: +2 alla CA
pf 108 (16d8+32)
Temp +6, Rifl +7, Vol +9; adiacente all'eidolon: +2 ai Tiri Salvezza

Attacco
Vel 9m (di solito è sotto l'effetto di volo giornaliero, Volare 18m)
Mischia falcetto +3 infuocato affilato +14/+9/+4 (1d6+5 e 1d6 fuoco/19-20) e falcetto +3 infuocato affilato +14 (1d6+3 e 1d6 fuoco/19-20)
Capacità magiche evoca mostri VIII (8 v/giorno, 1 min/livello), esplosione arcana (contatto a distanza +10 entro 9m, 2d6 danni +1d6 per livello slot)
Incantesimi arcani (LI 16° – Concentrazione +21, +25 sulla difensiva)
Livello 6 (2) – dominare mostri (CD 21), labirinto (CD 21)
Livello 5 (4) – dissolvi magie superiore, guarire eidolon superiore (5d10+16), muro di ferro, teletrasporto superiore
Livello 4 (5) – blocca mostri (CD 19), congedo, fossa acida (CD 19), muro di pietra, volo giornaliero
Livello 3 (6) – dissolvi magie, guarire eidolon (3d10+10), invisibilità superiore, pelle di pietra, protezione dall'energia
Livello 2 (6) – alterare se stesso, evoca eidolon, sfocatura, splendore dell'aquila, vedere invisibilità, velocità
Livello 1 (6) – caduta morbida, guarire eidolon inferiore (1d10+5), identificare, ingrandire persone, sciogliere legame, scudo
Livello 0 (6) – aprire/chiudere, frastornare (CD 15), individuazione del magico, lettura del magico, luce, mano magica.

Statistiche
For 16 Des 15 Cos 12 Int 14 Sag 8 Car 20
Att base +12 BMC +14 DMC 26
Talenti Arma focalizzata (falcetto), Aumentare evocazione, Combattere con due armi, Esplosione arcana, Incantare in combattimento, Incantesimi silenziosi, Incantesimi immobili, Incantesimi rapidi, Robustezza
Abilità Conoscenze arcane +23, Conoscenze piani +23, Conoscenze storia +15, Percezione +7, Sapienza magica +23
Linguaggi Comune, Nanico, Ignan
QS Eidolon (Zenith), Legame vitale, Sensi del legame, Scudo alleato superiore (+2 CA e TS agli alleati se entro portata), Richiamo dell'eidolon (3 v/giorno), Trasposizione, Per la vita, Fondere forme (16 v/giorno)
Equipaggiamento falcetti gemelli +3 affilati infuocati (se non vengono impugnati entrambi sono il bonus di potenziamento diviene +0 trasformandoli in semplici falcetti perfetti), guanto della conservazione, giaco di maglia +4, 50 mo, medaglione d'argento con rubino (200 mo), fibbia d'argento con rubino (100 mo), bracciale d'argento (50 mo)

ZENITH
Eidolon di Edith
LN Esterno Enorme
Iniz +3; Sensi Scurovisione 18m, Percezione +13;

Difesa
CA 32, contatto 13, impreparato 32 (+21 armatura naturale, +3 Des, -2 taglia)
pf 168 (12d10+96), Legame vitale
Temp +15, Rifl +9, Vol +10, +14 contro ammaliamento; Eludere migliorato
Resistenze Fuoco 15, RI 27 (non contro gli incantesimi di Edith)

Attacco
Vel 9m
Mischia schianti +26/+26/+21 (2d10+16 e 1d6 fuoco, più spingere)
Spazio 4,5m portata 4,5m

Statistiche
For 42 Des 16 Cos 26 Int 7 Sag 10 Car 11
Att base +12 BMC +30 DMC 43
Talenti Attacco poderoso (-4/+12), Colpo vitale, Colpo vitale superiore, Riflessi fulminei, Riflessi in combattimento, Volontà di ferro
Abilità Conoscenze (piani) +7, Furtività +8, Intimidire +13, Intuizione +13, Linguaggi +3, Percezione +13
Linguaggi Comune, Ignan (vedi anche legame)
QS legame, condividere incantesimi, scurovisione, eludere migliorato, devozione, multiattacco
Equipaggiamento nessuno

Nota: queste statistiche comprendono i bonus derivanti dal talento Aumentare Evocazione. Per ottenere tali bonus, Edith deve convocare il suo eidolon tramite l'incantesimo evoca eidolon e non tramite il suo normale rituale di convocazione. Utilizzare evoca eidolon comporta che Zenith possa rimanere solo per 16 round, oltre al fatto che diviene normalmente affetto da qualsiasi incantesimo che protegge dagli esterni (come protezione dal male). Nel caso in cui Edith avesse evocato Zenith in maniera permanente, considerare una penalità di -2 ai tiri per colpire, ai danni, al TS tempra e a BMC/DMC; inoltre Zenith possederà solo 144 punti ferita.

Tattiche: Edith solitamente non porta con se Zenith quando è in missione, preferisce evocarlo con l'incantesimo evoca eidolon quando ne ha bisogno (vedi nota precedente). Subito dopo averlo evocato, nello stesso round, lancia sull'eidolon scudo rapido. Nel round successivo può fondersi con l'eidolon ma considerato che l'eidolon possiede portata 4,5 metri e la capacità spingere, Edith sarà più propensa a rimanergli vicino sfruttando così il bonus +2 alla CA e ai TS, sicura che chiunque si avvicinerà verrà bersagliato dai colpi della sua creatura. Nel 2° round cercherà di lanciare incantesimi che la proteggano (una buona scelta è scudo rapido anche su se stessa seguito nello stesso round da invisibilità superiore), mentre nei round successivi se non viene ingaggiata si limiterà a proteggere, potenziare o tenere in vita il suo eidolon. Solo quando avrà esaurito gli incantesimi di supporto inizierà eventualmente a bruciare slot incantesimi per attaccare con le sue scariche arcane. In qualsiasi momento in cui si ritrovi con pochi punti ferita cercherà di lanciare teletrasporto superiore per fuggire, Edith non combatte mai fino alla morte.

giovedì, giugno 16, 2011

Drizzit 75

In queste ultime strisce sto privilegiando le inquadrature ravvicinate, mezzibusti e primi piani. Credo che in questo modo le espressioni dei protagonisti siano valorizzate, anche se è indubbiamente più difficile disegnarli. Qui ad esempio, mi sembrava importante che la faccia del re orco riassumesse appieno il suo stupore e il suo dubbio.

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mercoledì, giugno 15, 2011

Drizzit 74

Dovevo dare una conclusione alla vicenda del Re Orco, era un personaggio che mi portavo appresso sin dalle prime strisce e valeva davvero la pena di chiudere il cerchio. Spero che questa sequenza di strisce gli renda merito, da quando si è scoperto che è un cuoco eccezionale ho rivalutato la sua simpatia.

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il Brucomela

Ho scritto questo racconto di getto, raccogliendo una sfida: cercare di rientrare in un massimo di 750 parole. Ebbene, ne conta esattamente 750. Buona lettura.

*** *** ***

Non so molto sui gusti delle altre bambine di nove anni, ma io a nove anni trovavo che le giostre fossero inquietanti, soprattutto quelle ambulanti. Il mio sentimento nasceva come una sensazione di disagio che mi fioriva alla bocca dello stomaco non appena scorgevo sulla strada di casa il profilo dei pannelli colorati illuminati dalle luci intermittenti. Così come il volto di un pagliaccio, mascherato per trasmettere ilarità può giungerci profondamente malinconico, allo stesso modo le sgargianti lamiere delle giostre ambulanti, che avrebbero dovuto trasmettermi un senso di allegria e di festa, ai miei occhi apparivano cupe e tristi. Ogni fila di luci colorate che circondava le giostre era interrotta una o più volte da lampadine fulminate che non erano state sostituite. I pavimenti dondolavano sotto i passi dei clienti, rumoreggiando come enormi lattine vuote. Tra le fessure delle impalcature l'erba del prato sottostante andava lentamente soffocando. Osservando i disegni vivaci delle pareti non mi era difficile fermare lo sguardo su striature di ruggine, graffi, toppe, screpolature della vernice. Le irritanti musichette da videogioco si sovrapponevano alla rombanti colpi di basso della musica techno, generando una cacofonia continua e lamentosa. Il mosaico di ognuno di questi dettagli si ricomponeva ogni volta dentro di me, inesorabilmente, e quando con mio padre ci avvicinammo alla giostra, io ero già preda di quella strana forma d'ansia.

Avete presente il brucomela? E' un'attrazione piuttosto comune, tra queste giostre ambulanti. Una versione per bambini delle montagne russe. Una specie di trenino che corre su piccole rotaie. Solo che non è un trenino, bensì un mostruoso bruco verde. Il suo volto è deforme, gonfio e tumefatto, di colorito giallognolo e con due grotteschi incisivi che gli spuntano ai lati del labbro superiore. Il percorso del brucomela si aggroviglia su un piccolo spazio, facendo su e giù, entrando e uscendo da una enorme mela che in realtà è che un grosso tendone rosso sbiadito dal sole. I bambini salgono sul bruco, poi il bruco inizia a muoversi e tanto basta a stampare sulle loro facce dei sorrisi raggianti. Ma con me non funzionava.
«Siediti Melissa, io vado a prendere il biglietto.» Disse papà, aggiustandosi gli occhiali. Mi sedetti.
Il treno a forma di bruco era deserto, ma oltre la rete di sicurezza un paio di bambini della mia età mi stavano osservando curiosi. Ebbene sì: io avevo un papà che mi pagava un giro sul brucomela. Uno di loro, rubicondo e spruzzato di lentiggini, masticava a bocca aperta una focaccia al rosmarino, e di tanto in tanto si strofinava gli occhi con le dita unte. L'altro era sottile e riccioluto, e aggrappato alla rete vi si appoggiava infilando il naso tra le maglie. Gli occhi spalancati, la bocca spalancata. Sembrava morto folgorato, ucciso dall'alta tensione che correva sui fili metallici della recinzione. Ma non c'era elettricità su quei fili. Quella doveva essere la sua espressione naturale.
«Non mi faccia incazzare!» Sentii sbraitare. Era la voce di mio padre, la voce di quando era già molto incazzato. Sollevando un pugno stava minacciando il proprietario della giostra, moro e baffuto, chiuso nel baracchino, che gli contrapponeva un'espressione infastidita e un dito indice alzato.
«Ma lei sta scherzando? Sarà il primo cliente della giornata e vuole che mi faccia fregare cinquanta euro?» Rispose l'uomo dai capelli neri e ricci, la carnagione scura e i baffi folti.
«Io non le sto fregando niente! Le ho dato cinquanta euro e lei mi ha dato il resto di venti!» Spiegò con fervore il mio genitore, quindi si lasciò andare a invettive contro il degrado della creanza nel nostro presente, che indussero l'uomo con i baffi a spazientirsi e a minacciare di chiamare i carabinieri. Poi aggiunse, abbassando leggermente il tono: «Quindi seppure volessi fregarle qualcosa, sarebbero trenta euro e non cinquanta... impari a fare i conti!»
L'argomentazione era talmente valida che il giostraio ritenne adeguato tirargli un pugno in faccia. Ne scaturì una colluttazione (o come piace dire oggi, un tafferuglio) che per qualche minuto attirò non pochi curiosi, prevedibilmente annoiati da quella paciosa e perfetta domenica. Nel frattempo il bambino lentigginoso finì la focaccia, e quello riccioluto si voltò e corse via. Come se si fosse ricordato d'improvviso che l'infanzia fugge e non c'è tempo da perdere. Io invece aspettai, seduta sul sedile di plastica, con le dita strette sul corrimano di sicurezza.
«Andiamo via, Melissa! Papà ti compra un gelato.» Mi disse, avvicinandosi alla giostra.
Scesi, gli afferrai la mano. Ci allontanammo. La sua faccia adesso somigliava a quella del brucomela.

lunedì, giugno 13, 2011

Drizzit 73

Ecco un'altra striscia che mi sono divertito a disegnare. Notare il rendering luminoso sulla candelina. Spero che la battuta finale non venga intesa come una presa in giro del commercio equo e solidale. Credo nel principio del consumo critico e trovo fondamentale il commercio equo. Mi faceva ridere il fatto che il capo degli orchi avesse potuto sfruttare la cosa!

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domenica, giugno 12, 2011

Drizzit 72

A partire dalla scorsa striscia ho ottimizzato il metodo di disegno dei personaggi, aggiungendo un paio di passaggi in più al photoshop prima di dare il colore. Ok per i lettori non cambierà quasi nulla, ma era importante perché mi sono reso conto che nelle ultime vignette tendevo a deformare lo stile del disegno rendendolo sempre meno "fumettoso" e sempre più vicino al mio stile grafico naturale (che è molto meno stilizzato, quindi meno adatto a Drizzit). Mi ci vuole un pochino di più per disegnare ogni striscia, ma non importa, credo che riuscire a mantenere lo stile grafico su un livello costante sia più importante!

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sabato, giugno 11, 2011

Bruno Tinti e il quorum al referendum

Riporto integralmente un pezzo di Bruno Tinti apparso su il Fatto Quotidiano, ché spiega perfettamente il mio punto di vista riguardo al quorum del referendum. Commentando il mio post con la locandina dell'iniziativa della Gilda, ho scritto che utilizzare l'astensione per far fallire una consultazione popolare è una paraculata anti-democratica. Spiegavo infatti che esistendo un 20% fisiologico di astenuti (gente malata, impossibilitata nel votare, pigra, disinformata), se anche gli italiani favorevoli alle abrogazioni fossero la maggioranza (ad esempio il 45% del restante 80%), a quel 35% di contrari basta astenersi per far fallire il referendum. Ma in questo caso vince la minoranza. Bruno Tinti aggiunge altre interessanti riflessioni sull'argomento.

"Lungo viaggio in macchina. Alla radio si susseguono trasmissioni sul referendum. Telefonate e sms di cittadini. Molti dicono che non andranno a votare, che non ci capiscono niente. Alcuni spiegano di voler impedire il raggiungimento del quorum e se la prendono con il presidente della Repubblica che non avrebbe dovuto, secondo loro, annunciare la sua intenzione di recarsi al seggio (“io sono un elettore che fa sempre il proprio dovere”): in questo modo influenza gli elettori, dicono con toni alterati, non è al di sopra delle parti, non è imparziale. Io penso tristemente all’infimo livello di cultura politica raggiunto dal nostro Paese; e mi chiedo se l’istituto del suffragio universale per caso non debba essere rivisto.

Cominciamo dal “dovere” di votare. Ovviamente le elezioni non sono una competizione sportiva, non servono per far godere il tifoso della squadra vincitrice e deprimere quello della sconfitta. Le elezioni servono per stabilire quale deve essere il modello di gestione del Paese. Un cittadino che utilizza le risorse nazionali non può sottrarsi al dovere di concorrere a stabilire come dovranno essere predisposte. E nemmeno può dichiararsi estraneo al confronto tra sistemi politici: la responsabilità di garantire libertà, cultura, prosperità gli appartiene per il solo fatto di essere cittadino. Tutto questo è, se possibile, ancora più vero nel caso di referendum. Scelte come energia nucleare, acqua pubblica, immunità dei vertici della classe dirigente, contengono in sé le radici di cambiamenti profondi per la nazione. E tanto più la decisione su questi cambiamenti è diretta e non mediata attraverso la delega alla classe politica, tanto più la responsabilità a determinarli in un senso o nell’altro è irrinunciabile.

Ma, dicono, far mancare il quorum è una modalità di partecipazione: non voglio che questa o quella legge sia abrogata; non sono sicuro di raggiungere la necessaria maggioranza; utilizzo quindi un modo diverso per far prevalere la mia volontà politica. Solo che questa non è democrazia, è trucco da baro, sabotaggio, spregiudicatezza civica.

E c’è di più. Non è un caso che la classe politica veda i referendum come il fumo negli occhi: ne percepisce, giustamente, la carica di delegittimazione nei suoi confronti, il contenuto di controllo diretto della gestione pubblica, l’inequivoca bocciatura se l’abrogazione ha successo. Adoperarsi per far mancare il quorum significa, al di là della questione contingente, rinunciare al corretto rapporto governanti-governati; significa perdere l’occasione di ribadire che i governanti sono al servizio dei governati e non il contrario.

Alla fine questa storia del quorum mi ha fatto capire che votare non significa andare al seggio e mettere una croce su un pezzo di carta. Votare significa scelta consapevole. Ed è qui, ho pensato, che mi piacerebbe una rivoluzione. Mi piacerebbe che la concreta possibilità dell’elettore di adottare scelte consapevoli venisse verificata. Cosa è la Costituzione? E la Corte costituzionale? Chi fa le leggi? Chi governa e come viene scelto? Quali sono i compiti del presidente della Repubblica? Educazione civica di base. Se non c’è, ha senso consentire a un cittadino indifferente, disinformato ed egoista, di partecipare alla vita politica di un paese di cui, sostanzialmente, non gli importa nulla?"

Il Fatto Quotidiano, 10 giugno 2011

venerdì, giugno 10, 2011

Votare è una cosa seria!

Drizzit 71

Alle prime tre vignette ho voluto dare un tono serio, drammatico... tipo shakespeariano. Ho cercato di disegnare il volto dell'orco meno comicamente possibile. Poi nell'ultima battuta torna cartonoso. Questo tipo di trasformazioni sono molto frequenti nei cartoni e nei fumetti giapponesi comici, come Gigi La Trottola. Credo che in una striscia l'impatto visivo sia minore, ma era qualcosa che volevo comunque sperimentare.

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giovedì, giugno 09, 2011

Il punto su Annozero

Un articolo su il Fatto Quotidiano mi porta a conoscenza del fatto che l'attuale direttore di Libero, Maurizio Belpietro, gioisce perché stasera sarà trasmessa l'ultima puntata di Annozero, dopodiché Michele Santoro se ne andrà dalla RAI (dove è rimasto mal sopportato e vessato per tutti questi anni solo grazie a una vertenza giudiziaria).
Belpietro dice che è giusto che Santoro se ne vada, perché è fazioso e quindi non è giusto pagarlo con i soldi di tutti, cioè con i soldi della televisione pubblica, che attraverso canone e tasse noi tutti partecipiamo a sostenere. Il Fatto Quotidiano risponde a Belpietro facendogli notare che Annozero fa guadagnare alla RAI, al netto delle spese, circa 6 milioni di euro a puntata. Al contrario il giornale di cui Belpietro è direttore, Libero, da sempre incassa finanziamenti pubblici.

Ma secondo me, la risposta del Fatto manca il punto della questione. Il punto reale della questione, è che una televisione pubblica, così come qualsiasi cosa pubblica, non deve essere neutrale, deve essere pluralista, generalista. Significa che non deve essere caratterizzata da una assenza di opinioni, bensì da una ricchezza di opinioni. Lo spettatore che si indigna ascoltando Santoro, deve avere la possibilità di cambiare canale e di trovare Ferrara sull'altra rete. Lo spettatore che schifa Porta a Porta, deve poter aspettare martedì per vedere Ballarò. Lo spettatore che detesta lo schifo di TG che è diventato il TG1 di Minzolini, deve potersi rilassare ascoltando notizie vere la domenica sera con Report. Questa è l'essenza del servizio pubblico: accontentare tutti, così tutti possono dirsi soddisfatti di pagare il canone.
La dipartita di Michele Santoro dalla RAI impoverisce il palinsesto, depaupera l'offerta informativa, svilisce il concetto di poter "ascoltare tutte le campane" che è alla base della democrazia.

Santoro ce lo vedremo comunque su LA7 ma non sarà la stessa cosa, perché LA7 non è una rete pubblica, non è vincolata ai doveri ai quali deve rispondere una televisione pubblica. Non ci si può incazzare se una tv privata non è pluralista, perché appartiene a qualcuno, mentre la televisione pubblica appunto appartiene a tutti. Grazie comunque a Belpietro e al Fatto Quotidiano per avermi dato lo spunto per esprimere le mie opinioni.

Bye bye D&D, a presto

L'avevo presagito, subodorato e preannunciato ampiamente in altri post del mio blog, ma stavolta è ufficiale, la notizia viene da MM25 che ne è l'editore italiano: D&D 4a edizione ha concluso la sua corsa nel nostro paese. L'annunciato Cripta dei Mostri infatti è stato cancellato dal sito e probabilmente non vedrà mai la luce, altrettanto probabilmente quindi non saranno tradotti nemmeno gli altri futuri prodotti della serie (ulteriori notizie qui).

La motivazione sembra essere i famigerati dati di vendita. Pare che il mercato del gioco di ruolo se la stia passando maluccio, e che nessuno compri più i manuali. In effetti nemmeno Runequest II edito in Italia da Asterion sembra che abbia riscosso molto successo, costringendo la casa editrice a fare un passo indietro nella pubblicazione dell'Arena dei Mostri. Però la storia di Runequest II è ben diversa da quella della 4a edizione, si tratta di un sistema di gioco vecchissimo (il d100, che si chiamava basic, era alla base di GdR come Il Richiamo di Cthulhu e Stormbringer, tradotti e pubblicati dalla Stratelibri negli anni '90, ma Runequest che non è mai arrivato in Italia gira da quasi 40 anni). Anche se la versione italiana di Runequest II è un vero gioiello, integra tutti gli aggiornamenti e si presenta in una veste grafica fantasmagorica, evidentemente questo non è bastato a garantirne il successo.

Ma la depressione del mercato (che non è del settore GdR ma dell'intera editoria) non è una scusa, e non giustifica di certo la scarsità di vendite di D&D 4a edizione, un sistema di regole che faceva passi indietro enormi su qualsiasi fronte rispetto all'edizione precedente, deludendo centinaia di migliaia di appassionati che il d20 system era riuscito ad avvicinare al gioco di ruolo e perdendo per strada quasi tutti quelli che erano cresciuti giocando tutte le edizioni precedenti. Hai voglia a ripiegare sul vintage, sui kit per bambini e sul mercato (tristissimo) dei prodotti collaterali (mappe, miniature e carte collezionabili). D&D l'hanno ucciso, e ringraziassero tutti quelli che, nella speranza che la Wizards/Hasbro si ravvedesse, hanno continuato per qualche anno a comprare i manuali (me compreso). Le vendite incoraggianti dei primi manuali della 4a edizione non erano indicative di un apprezzamento: centinaia di persone hanno acquistato un manuale, poi un altro, poi un altro nella speranza (utopica) che il prodotto migliorasse. I dati di vendita molto buoni dei primi manuali della 4a insomma, sono dovuti al successo della 3a edizione.

Se fosse vero che il mercato del GdR cartaceo è in crisi, non si spiegherebbe il successo di Pathfinder GdR, che sta illuminando la piccola Wyrd edizioni. Il manuale di gioco di questo sistema (praticamente una versione aggiornata della 3a edizione di D&D, alla quale hanno lavorato gli autori del d20 system fuggiti dalla Wizards) è il manuale di GdR più venduto del 2010. Ci vuole poco, qualcuno dirà, visto che si sta parlando di crisi. Sarà, ma intanto la Wyrd è stata costretta, l'anno scorso, addirittura a ristamparlo.
Attualmente per le mie due campagne di D&D ho scelto Pathfinder GdR e non la 4a edizione, ma giovedì proveremo anche Runequest II, e in ludoteca va forte anche Sine Requie. Allora dove 'sta la crisi? Ve lo dico io.

A tutti quelli che se la prendono coi videogiochi, ché la colpa è loro se nessuno gioca più il GdR Pen & Paper, io dico che il mondo gira esattamente al contrario. Quando esce un GdR bello, ma davvero bello, il mercato del videogioco lo sfrutta e sforna successi, e il successo di un videogioco ricade a cascata sul cartaceo. E' esattamente quello che è successo quando uscì la 3a edizione di D&D, un sistema validissimo, moderno e snello, perfetto per lo stile di D&D, versatile e incentrato sulla crescita di potere completamente personalizzabile dei personaggi. Diede il via a un roseo mercato di giochi di ruolo che sfruttavano il core delle sue regole (il d20 system) che ebbero la bontà di mettere a disposizione di tutti in modo completamente gratuito (open game licence). Uscirono tonnellate di manuali, ufficiali e non ufficiali. Addirittura qui nel nostro paese Nephandum, un manuale scritto e pubblicato in Italia, vendette molto, e si trattava di un prodotto che sfruttava il successo di D&D terza edizione. Uscirono poi numerosi videogiochi, alcuni mediocri (Ruins of Mith Drannor, Temple of Elemental Evil, D&D Tactics) altri sicuramente migliori (Neverwinter Nights I e II, Baldur's Gate: Dark Alliance, Demon Stone) e anche un Mmorpg (D&D Online). E poi fumetti, due film (che fanno pena ok, ma che li abbiano realizzati la dice lunga) e chissà cos'altro. Ogni fumetto, film, videogioco si alimentava del successo del GdR cartaceo di D&D e nel contempo ne aumentava la popolarità. Il Manuale del Giocatore 3.0 in USA ma anche in Italia ha venduto tantissimo, e anche la riedizione 3.5 da molti additata come mera operazione commerciale alla fine ha avuto un gran successo. Per non parlare del fatto che videogiochi di successo come Dragon Age: Origins o World of Warcraft hanno generato l'equivalente cartaceo (il primo edito in USA da Green Ronin e non ancora tradotto in italiano, il secondo è in italiano e sfrutta guarda un po' il d20 system).

Allora, questa crisi del GdR cartaceo dov'è, e chi ne è la causa? A me sembra che la verità sia questa: create GdR all'altezza delle aspettative del pubblico, e sarete ricompensati. Sfornate una roba come la 4a edizione di D&D e alla fine sarete costretti a chiudere la linea e dedicarvi ai giochi da tavolo (e pure a licenziare vergognosamente gli addetti del settore). Adesso che D&D è morto ufficialmente, in attesa della sua resurrezione (quanto mancherà alla 5a edizione?), spero che il mercato ci riservi altre buone sorprese come lo è stato qualche anno fa Sine Requie, e speriamo che qualcuno si accorga anche di altri validi prodotti come Dark Heresy, o il già citato Runequest II. Sono stati tradotti e pubblicati, aspettano solo che qualcuno li scopra.
Il re è morto, evviva il re.

mercoledì, giugno 08, 2011

Drizzit 70

Con questa striscia si conclude la decima settimana di Drizzit! ...uao! :)
Chi segue Drizzit dall'inizio sa benissimo chi si cela dietro il cappuccio, gli altri lo scopriranno nelle strisce della serie successiva, che comunque pubblicherò venerdì o giù di lì. Ultimamente sto perdendo un po' di tempo a "riaggiustare" le prime strisce della serie, visto che man mano acquisisco una sempre maggiore dimestichezza con gli strumenti del mestiere. Così se un giorno dovessi presentare l'opera completa, gli esordi di Drizzit saranno all'altezza delle ultime vignette.

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Segnalato!

Con una punta di orgoglio annuncio a tutti che la mia raccolta "Frammenti - 17 racconti" è stata segnalata dal comitato di lettura del XXIV Premio Calvino! Ho ricevuto anche una recensione del manoscritto, davvero molto curata e decisamente preziosa.
La segnalazione da parte di un premio così prestigioso è un avvenimento importante, a quanto pare. Molti degli autori segnalati ottengono poi delle proposte di pubblicazione, ma questo è il meno. Quello che conta è il riconoscimento: qualcuno ha attestato ufficialmente che i miei racconti hanno un valore. E' vero, alcuni racconti che ho scritto in passato erano stati premiati in altri concorsi (Dodici Dita è addirittura finito in una antologia), ma il Premio Calvino ha tutt'altra importanza. Insomma sono riconoscente della segnalazione e molto soddisfatto.

martedì, giugno 07, 2011

Drizzit 69

Notare il filino di sangue che esce dal naso di Wally nell'ultima vignetta. Sono questi i dettagli che mi convincono di aver fatto un lavoro decente.

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domenica, giugno 05, 2011

Drizzit 68

Credo che rivelare troppe cose del passato di Katy sia controproducente. Gran parte del carisma del personaggio si basa sul fatto che tiene le cose per sé, non si lascia coinvolgere ed è molto riservata. Magari in futuro si creerà l'occasione giusta nella quale mi sembrerà naturale che Katy racconti un po' di se stessa, ma per adesso lo ritengo... prematuro.

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sabato, giugno 04, 2011

Se Sheldon Cooper non capisce The Matrix

Riguardando qualche episodio di Big Bang Theory ho fatto caso alla battuta in cui Leonard ammette che l'unica volta in cui ha visto Sheldon così bloccato nei ragionamenti è stato dopo aver visto il terzo episodio di Matrix.

E' capitato anche a me, e forse un po' a tutti. Il film mescola gli elementi della trama (potremmo chiamarli un primo livello di lettura) con suggerimenti di altri campi, onirici, filosofici, teologici. Il risultato è che per gran parte dei film di Matrix lo spettatore è chiamato in causa per decidere se quello che sta accadendo appartiene al campo della scienza, della religione o della metafora filosofica. Ad esempio il Merovingio è un vecchio programma che sfugge alla sua distruzione nascondendosi, accumulando potere e rifiutandosi di tornare alla "sorgente" dove sarebbe destinato ad andare. Questa è la lettura superficiale, quella per così dire "realistica". La figura del Merovingio però può essere vista come una metafora del destino di Lucifero (la discoteca che gestisce è l'inferno, la sua sposa è Persefone, rifiuta la luce e vuole il potere). Oppure potrebbe essere vista come una figura filosofica: spiega a Neo e agli altri il principio di causalità, la visione dell'universo per cui siamo tutti schiavi delle conseguenze e nessuno e libero, e in questa chiave ridefinisce il senso di "acquisire potere" in Matrix.

Il punto è che molti spettatori, mescolando mescolando, alla fine non hanno più capito quale fosse il livello "base" e quali fossero gli altri livelli di lettura. Per cui alcune parti della pellicola potevano essere comprese, altre no e quindi finivano per essere interpretate. Ma certo da Sheldon Cooper non me lo sarei mai aspettato, anche perché basta fare un salto su wikipedia per trovarci tutta la trama spiegata in maniera terra terra, evitando così di perdere notti insonni a chiedersi perché Neo alla fine si sacrifica e Smith muore. Semmai qualcuno oltre a Sheldon ci abbia passato qualche notte.
Dal mio punto di vista The Matrix era un film solido e ben scritto, un gioiello. I due sequel (in realtà uno solo, lunghissimo, spezzato in due) sono stati ben progettati ma la verità è che gli sceneggiatori non avevano molto altro da raccontare. Molto più gustosi sono stati gli Animatrix, quei nove piccoli cortometraggi animati ambientati nell'universo di Matrix che hanno preceduto il lancio del secondo film. Gustosissimi, e davvero ben fatti.

Mi andava di dedicare una piccola riflessione a questa saga cinematografica perché domani ho in programma una maratona per rivederli tutti, organizzata dall'associazione ludica di cui sono co-fondatore. Non si gioca solo di ruolo. Il nerdismo non ha confini!

venerdì, giugno 03, 2011

Drizzit 67

Questa invece è stata facile da disegnare, soprattutto le prime tre vignette. Eheh.
E con questa credo di essermi rimesso a pari con le uscite, la prossima striscia di Drizzit domenica!

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giovedì, giugno 02, 2011

Ma voi lo sapete quanto è bella la pioggia d'estate?




Cerco di farmi venire l'invidia di chi in questi momenti si sta crogiolando al sole in qualche località tropicale o magari anche solo un centinaio di chilometri più a sud di qui. Ma non ci riesco. La pioggia d'estate è un evento troppo corroborante per rinunciarvi.
Non mi attirano il caldo della spiaggia, il sole bruciante, l'arsura promiscua, l'afa pubblica, il refrigerio obbligato. Mi piace il rumore delle gocce pesanti che battono sulle foglie di limone, il brusio della terra di campagna che si imbeve di acqua, il tintinnare continuo sulle ringhiere di ferro e il vento umido che fa ondeggiare i rami.
Ho preso un po' d'acqua, ma ho catturato un po' di questa atmosfera in qualche scatto poco elegante. Mi godo ancora un po' l'acquazzone riguardandolo in foto e rievocandone l'odore. Ognuno è felice di piccole gocce di vita. Le mie non sono altrove.

Drizzit 66

Questa striscia è stata molto complicata, da concepire e da realizzare. Una difficoltà è stata quella di trasmettere l'idea di una battaglia attorno ai personaggi, senza disegnarla. Era necessario che non fosse in vista, per due buoni motivi. Il primo è che così si mantiene il mistero su chi è il "maestro" che ha scatenato lo scontro, il secondo è che i personaggi sono incappucciati, quindi loro stessi non vedono nulla, e mantenere il lettore allo stesso livello dei personaggi mi sembrava una buona idea. Inserire i rumori della battaglia ha riempito forse un po' troppo le prime vignette, ma era la soluzione migliore. Se ci fosse stato spazio per una terza vignetta prima dell'ultima, avrei disegnato loro tre che precipitavano (e Dotto che imprecava), ma stringere di più le altre sarebbe stato problematico. Spero che alla fine il risultato piaccia, io mi ritengo abbastanza soddisfatto.

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mercoledì, giugno 01, 2011

Drizzit 65

Ci ho messo un po' a pubblicare questa striscia, ma mi stavo occupando di risistemare le vecchie strisce, rimetterle in ordine, ritoccarle dove possibile. Mi sembrava un buon punto per sospendere qualche giorno.

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