giovedì, luglio 31, 2008

La Guida del DM

Adesso che è uscita la Guida del Dungeon Master della 4edizione, posso accodarmi alla lunga lista di persone che reputa questa nuova edizione né meglio né peggio della 3edizione.

Nella nuova Guida del DM ci sono alcuni tocchi di genialità non indifferenti. Ad esempio la tabella delle azioni non previste dalle regole, che permette al DM di stabilire difficoltà ed eventuale danno di qualsiasi manovra venga proposta dai giocatori ("Mi aggrappo sull'ala del drago, gli balzo sopra e lo colpisco con la spada in mezzo alle scapole!").
La gestione dei tesori è stata rivista su scala più ampia, consigliando al DM di programmare i tesori che il gruppo rinverrà non dopo ogni singolo incontro ma nel complesso delle imprese che li condurrà da un livello al prossimo.
Le sfide di abilità consentono di gestire con un minimo di programmazione quello che i DM fino ad ora gestivano a braccio e secondo buon senso, e cioè trattative, inseguimenti, traversate, duelli. Forse non era necessario, ma adesso si può assegnare un premio in PE anche a queste imprese senza essere troppo arbitrari.
E poi la Guida del DM è stata scritta con criterio e buon senso, è un utile strumento per i DM alle prime armi (spettacolare la descrizione del problema dei PG repressi che si sfogano durante le partite di D&D). Per i veterani, un po' meno. Ma è giusto così.

Le scelte discutibili che sono state fatte per quanto riguarda le classi sono in parte attenuate quindi da questo manuale, ma restano comunque al loro posto. La personalizzazione dei PG è quasi assente, multiclassare è disincentivato, i punti abilità non si distribuiscono più. Molti mi dicono che la Wizard correggerà il tiro, che quando si avranno più manuali (quindi più poteri, più talenti, più cammini leggendari e così via) le cose miglioreranno. Io però continuo a vedere i limiti di un sistema di regole che privilegia l'equilibrio al realismo, dove i poteri vengono prima costruiti sulla base del meccanismo di gioco e poi giustificati dal punto di vista narrativo, dove gli estremi sono stati smussati (morte improvvisa e definitiva, critici devastanti e fortunati) per rendere meno "frustrante" il gioco. Ma a me sembra che certe scelte lo rendano solo meno crudo, meno realistico, meno sincero. E più videogame.
I miei giocatori non temevano affatto i "save or die", li mettevano in conto e tentavano di prevederli con espedienti che li annullavano (interdizione alla morte, rifletti incantesimi, contingenze), e non si sono mai lamentati quando il loro personaggio di 13° livello finiva disintegrato, soprattutto perché un bravo DM non fa mai spuntare un beholder dall'ombra per far fuoco a tradimento su un ignaro personaggio. Il personaggio che finisce disintegrato deve essere consapevole del rischio che corre ben prima di finire in polvere, altrimenti il Master è uno stronzo. Ma se il PG si lancia spada in mano contro il beholder, e finisce incenerito, dove sta l'ingiustizia?

Bah.
In sunto, possiamo anche dire che la 4edizione non è peggio della 3edizione. Ma non è nemmeno meglio. E siccome è una quarta edizione, credo che avrebbe dovuto essere un passo avanti rispetto al sistema precedente, non un alternativa.

In ogni caso, complimenti per la Guida del DM.

martedì, luglio 22, 2008

Giustificati anziché discriminati

No ai matti in Parlamento In Gran Bretagna il governo si appresta ad abolire una serie di vecchie leggi, oggi addirittura giudicate discriminatorie. Fra queste ce n'e' una che impedisce ai “matti” (persone capaci soltanto di alcuni momenti di lucidita') e agli “idioti” (incapaci di accedere alla ragione) di candidarsi in Parlamento. In Italia siamo avanti: abbiamo abolito questa legge tre legislature fa. (Fonte: Ansa)

Questo spiega molte cose.

martedì, luglio 08, 2008

In ricordo delle Leggi Razziali

Era il Fascismo, era 70, 80 anni fa. Era oggi.
Come ci ricordano Marco Travaglio, Furio Colombo e pochi altri, ci siamo già. In Italia passano leggi come l'aggravante razziale per i reati, che aumentano la pena se il reato è stato commesso da un clandestino. E vengono fatte passare come importanti provvedimenti per la nostra sicurezza. Dallo stesso governo che sospende i processi, taglia le spese della giustizia, accorcia i tempi di prescrizione, vuole l'impunità per le alte cariche dello stato.
Ma a nessuno sembra che stiano facendo uno schifoso doppio gioco? Da una parte aggravano le pene e inventano nuovi imperseguibili reati contro rom e clandestini, dall'altra si impegnano affinché i grandi signori del furto organizzato (gente che corrompe giudici, che froda il fisco per milioni, che falsifica i bilanci, che mette i soldi in banche all'estero, che trucca le gare, che dirige appalti verso aziende di dubbia moralità, che collabora con la mafia) non venga mai punita.
Davvero la maggior parte dell'Italia è convinta che la nostra sicurezza sia compromessa da gente che chiede l'elemosina e scippa le borsette? ...anziché da chi manda in bancarotta aziende come l'Alitalia, la Parmalat, la Cirio, aziende dove lavoravano migliaia di persone e nelle quali centinaia di cittadini aveva riposto i risparmi. Lo sanno che per Callisto Tanzi c'è la certezza di assoluzione? Che Marcello Dell'Utri non finirà mai in carcere? Lo sanno che in Italia il vero crimine, quello commesso dai veri criminali, resta impunito nel 95% dei casi?

Inserisco l'intervento di Marco Travaglio. Magari vi va di vederlo.

giovedì, luglio 03, 2008

Morte del Museo della Liberazione

Si tratta di un piccolo museo, a via Tasso, a Roma. Museo della Liberazione. E' nascosto in una viuzza poco visibile, ma è segnalato addirittura nelle metro (fermata Manzoni: museo della liberazione). Da poco aveva raddoppiato le visite, proprio grazie alla segnalazione di fianco al nome della fermata della metro A recentemente ristrutturata. Fra poco sarà soppresso. Perché considerato "inutile". Perché la memoria è inutile, anti-economica, perché non vale la pena investire nella cultura e nella formazione storica dei cittadini. Così dicono. Ma poi quanto costa questo Museo? Circa 51.000 euro l'anno. Una cifra ridicola.
No, il motivo deve essere un'altro. Il motivo è che la storia della liberazione d'Italia è leggermente in contrasto con le recenti trovate dei nostri governi, vale a dire centri di detenzione per immigrati, impronte digitali ai rom, criminalizzazione dei clandestini, presidio dell'esercito attorno alle nuove costruzioni contestate dalla gente che ci abita, uso delle forze dell'ordine repressivo contro manifestanti inermi. Qualcuno, visitando il museo della liberazione a via Tasso, avrebbe potuto cogliere (forse) qualche analogia. Meglio sbarazzarsene.

Dall'appello che gira su internet:

"Il Museo storico della Liberazione di via Tasso, che ha sede nell'edificio che fu prigione della Gestapo a Roma, con la sua articolazione pluralista e rappresentativa (associazione, esperti, rappresentanti ministeriali e comunali), tra circa 60 giorni non esisterà più e verrà sostituito da un organo ministeriale. L'articolo 26 del DL Brunetta, allegato al messaggio, infatti, prevede la soppressione entro 60 giorni degli enti pubblici non economici con organico inferiore a 50 persone. Il paradosso: per ragioni di economia, viene sciolto un ente il cui funzionamento si basa sul lavoro volontario, e che in dieci anni ha più che raddoppiato i suoi visitatori e allargato la sua visibilità (vedi stazione metro Manzoni) ed è presente nei principali cataloghi e guide del turismo culturale mondiale. Di recente è stato invitato a partecipare al coordinamento internazionale dei luoghi della memoria e della coscienza. Proprio la sua autonomia è stata a garanzia della flessibilità che gli ha permesso di essere ad un tempo all'interno di una rete di relazioni istituzionali interne e internazionali, dall'altro di entrare in relazione con scuole associazioni, gruppi, centri di studio e di ricerca italiani, europei e di altri paesi."

Se potete andate a visitarlo, forse per l'ultima volta.