Oggi ho arbitrato l'ultima sessione dell'ultima avventura di una delle mie campagne a D&D. C'è sempre qualcosa che non va rispetto a come ti programmi che vadano le cose. Lì per lì vorresti che fosse percepita l'importanza del momento (l'ultimo combattimento, la decisione definitiva, le parole finali...), ma poi ti accorgi che sta scorrendo come al solito, non percepisci se i giocatori stanno realizzando cosa accade, non trovi adeguata l'atmosfera che tu stessa hai creato.
Poi finisce l'avventura, finisce la campagna.
Com'è andata è andata, ti sembra che comunque vada bene.
1 commento:
Eh sì!
Chiudere una storia è sempre un momento molto difficile. Tutto sta per cristallizzarsi e non puoi dire: "questa fine non mi piace" per poi scriverne un altra. E' davvero un momento critico. Forse però è anche il momento in cui avverti di più la componente ludica del gioco in cui "chi non risica non rosica".
E condivido con te anche la sensazione che le cose non sono mai come le hai pensate la prima volta. Una storia, dei personaggi, la vicenda che hai in mente, quando prendono corpo sono sempre un po' differenti da come te le aspettavi. Da una parte perché le condividi con altre persone che hanno percezioni diverse dalle tue, ma d'altro canto, credo, perché fa parte del processo creativo: quando concretizzi delle idee tendi a sempre a ritoccarle con nuovi spunti che sopraggiungono in itinere.
Ok, fine della mega-pippa!
In bocca al lupo per le tue prossime avventure, =)
Ivan
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