giovedì, novembre 17, 2005

Lord of War



Mercoledì sono stato alla prima del film Lord of War, il film di Andrew Niccol con Nicholas Cage che uscirà domani nelle sale. Alla promozione della pellicola è stata associata la campagna Controlarms, della quale sono un accanito sostenitore.

Il film è veramente molto bello e soprattutto, molto incisivo. Non sorprende che la produzione abbia fatto fatica a raccogliere i fondi, e che in USA sia stato molto osteggiato. La scena iniziale, ad esempio, tra un titolo e l'altro, mostra la storia di un proiettile, dalla sua nascita nella fabbrica al trasporto in una cassa verso un paese dell'Africa... dove sarà caricato in un fucile e finirà per spappolare il cervello a un ragazzino.
La storia è quella di Yuri Orloff, un venditore di armi privato che compra armi da chi ne ha troppe (regimi in declino, governi che ne hanno in eccedenza, territori di guerra dove sono rimaste ni magazzini e, naturalmente, dai paesi produttori) per rivenderle a chi ne fa richiesta: eserciti privati, mercenari, dittatori... Ovunque c'è un conflitto c'è guadagno. L'Africa è una miniera d'oro da questo punto di vista.
La trama non annoia eppure il film dice tutto ciò che c'è da sapere per odiare profondamente quello che tutti i giorni succede nel mondo. Armi vengono prodotte, armi vengono esportate e vendute, armi uccidono migliaia di persone mentre altre si arricchiscono sfruttando le necessità di proiettili nei paesi travolti dalle guerre senza fine.
"Le vere armi di distruzione di massa - dice Ethan Hawk, che impersona un agente dell'Interpol - non sono i missili nucleari. Quelli tendono a starsene immobili nei silos. Nove persone su dieci che vengono uccise lo sono da armi leggere."

Magari Niccol e Cage non hanno fatto ancora la foto per la petizione, ma di sicuro ci hanno messo la faccia. Il film non è antiamericano né vago... arriva dritto ad accusare chi ha le responsabilità in materia: i governi di quelle nazioni che producono ed esportano tonnellate di morte. Le stesse che che fanno parte dell'ONU. L'Italia è la seconda esportatrice e la quarta produttrice di armi. La nostra 185/90, nonostante i continui smantellamenti subiti in questi quindici anni, resta una delle leggi migliori nel mondo per quel che riguarda il controllo del commercio delle armi, ma è aggirabile ed offre grosse libertà alle esportazioni di armi leggere.
"E' tutto legale!" Spiega Cage alla moglie, quando lei scopre che vende armi.
"Forse è legale. Ma è sbagliato." Le risponde lei.
E grazie all'aiuto del "più grosso esportatore di armi al mondo", anche quando Yuri viene arrestato, torna velocemente in libertà. "Un male necessario" si definisce. E al poliziotto che lo aveva beccato, una promozione.

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