"Sono sbalordito" disse il Beholder.
La sua labbra si aprivano e chiudevano sulle file di denti aguzzi e ingialliti. Rivolse verso Paul un numero decisamente eccessivo di tentacoli oculari, considerato il fatto che il paladino era immobilizzato. L'enorme creatura fluttuante uscì dalla stanza e girò lentamente attorno a lui.
"Avevi una cerca da compiere. Hai abbandonato il tempio, hai viaggiato per lungo tempo, hai attraversato persino il bosco delle nebbie... E per cosa? L'estendersi del tragitto ti ha svuotato delle energie, sei demotivato, stanco, malato... e la tua meta è ancora lontana. Ho seguito il tuo incedere fino a questa locanda puzzolente, e ora mi domando cosa ti ha spinto fin qui."
Dieci piccoli occhi erano puntati sul paladino, immobilizzato. L'occhio principale, quelli che roteava disgustosamente al centro del corpo sferico dell'aberrazione, evitava di fissare nella sua direzione. L'avrebbe involontariamente liberato. L'occhio centrale dissolveva ogni magia al solo sguardo. Un beholder non fissa mai le vittime dei suoi incantesimi, non con l'occhio centrale. Ne ha a disposizione altri dieci.
"E' chiaro che non puoi rispondermi. Mi secca doverti lasciare senza aver concluso nulla. Ma sappi che ti stiamo osservando. Non puoi sfuggire al tuo destino avverso, noi siamo parte della tua esistenza, sempre presenti. Non dimenticarlo."
Detto questo, scomparve nel buio del corridoio.
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