Alla domanda "Ha senso l'astensione alle elezioni" rispondo: NO.
1) Non votare alle elezioni non è una forma di protesta. Ho letto paragoni con lo sciopero. Cazzate. Il non-voto non arreca alcun danno alle persone alle quali si vuol far giungere la protesta. Se in Italia invece di votare 50 milioni di aventi diritto, votano solo tre persone, a quelli al potere non gliene frega una minchia, anzi se vota uno solo (come dice Sartori), meglio: va al governo chi decide quell'uno e chissene frega. Quando si sciopera si crea un disagio che dovrebbe far riflettere sulla tua importanza come base del meccanismo sociale, quando si vota si "esce" da quel meccanismo senza che la macchina sia compromessa. Se pensate che "invece il disagio si crea, perché ad ogni voto corrisponde un rimborso ai partiti", seguite il punto 2.
2) C'è chi fa notare che per ogni persona che si astiene, mancheranno 5 euro di finanziamento ai partiti. Vorrei correggere: mancheranno 5 euro al partito che avrebbe votato, e solo a quello, grazie alla legge-vergogna sul rimborso delle spese elettorali secondo la quale ogni partito riceve tot euro per ogni voto che piglia (mi pare 5 ma non ne sono sicuro). Va bene, questa legge fa schifo ed è una presa per il culo, l'hanno creata per supplire al mancato finanziamento pubblico dei partiti abrogato dal popolo con apposito referendum, resta il fatto che se non voti non togli niente a chi ti sta sulle balle, lo togli semmai a chi avresti promosso. Se invece pensate "ma tanto i partiti fanno tutti schifo, quindi avrei dato il voto comunque a dei coglioni", seguite il punto 3.
3) Nonostante i luoghi comuni che girano (e se siete gente da seguire i luoghi comuni, potete anche fare a meno di partecipare a discussioni politiche, anzi probabilmente votate già Veltroni o Berlusconi) le alternative ci sono. Almeno sulla carta. I programmi delle forze minori, a partire da quello della Destra, proseguendo per quello della Sinistra Arcobaleno, e seguitando per i programmi di tutti gli altri partiti fino a il bene comune che è l'ultima delle liste che mi è balzata in mente e che cito solo per caso, sono lì per essere letti e valutati. Sicuramente, se la moralità (intesa in senso berlingueriano) di chi vota è pari almeno al suo senso critico, non riuscirà a votare per i due partiti della maggioranza, ma dire allora che non c'è alternativa e che è inutile votare è solo un alibi. E se pensate che "tanto se scelgo di votare per un piccolo partitino, non supererà lo sbarramento e non avrà senso" allora seguite il punto 4.
4) Votare per un piccolo partitino probabilmente non cambierà la composizione del parlamento, visto che esistono le percentuali di sbarramento. Ma di certo HA SENSO. Ha senso innanzitutto (ed è una motivazione banalissima, ma passatemela) perché il voto è un diritto e un dovere per il quale si è combattuto e si è morti, e ogni volta che vado a votare esprimo un potere che mi è stato garantito da anni di conquiste sociali. Poi votare un partitino dà sostegno a quell'idea indipendentemente dal fatto che quel partito sarà rappresentato. In terza sede c'è la questione del "giusto", per il quale dovreste sentirvi portati a votare quello che ritenete giusto a prescindere dal risultato. E infine, se queste tre piccole e (magari per voi) poco convincenti motivazioni vi sembrano poco, considerate che votare ci vi piace anche se non ha speranza di essere rappresentato ha, se proprio va male, lo stesso effetto statistico che votare per una forza politica "di minoranza", e cioè si va contro la casta dei "soliti" e si crea una emorragia di voti ai grandi partiti. La protesta è quindi votare "giusto", non astenersi dal voto.
Ma qualcuno di voi potra addurre la motivazione che "anche se il voto è un diritto-dovere di ogni cittadino, questo nobile gesto ha perso ogni significato ed è stato ormai strumentalizzato fino a svuotarlo di ogni senso", quindi leggete il punto 5.
5) Andare a votare, come sancito dalla nostra costituzione e come ci è garantito, potrebbe anche aver perso molto del suo significato (io lo credo, le motivazioni del punto 4 non mi convincerebbero), ma essere un buon cittadino non significa solo mettere una X sul simbolo e poi sbattersene di tutto il resto. Un buon cittadino si preoccupa delle conseguenze del suo voto, tiene d'occhio i politici, si informa, protesta, scende in piazza, sciopera, si sdraia davanti ai treni che portano le armi, partecipa e organizza discussioni sui temi che ritiene importanti, cerca di smuovere il sistema dal basso quando dall'alto sembra narcotizzato. Votare è una responsabilità, ma non è l'unica. Tutte le proteste che si possono fare oltre al "non voto" si possono fare oltre al "voto", e sono ancora più nobili e motivate. Quando qualcuno dei miei amici mi dice che la RAI fa schifo gli chiedo: ma lo paghi il canone? A volte mi rispondono "no"... ma allora cosa cazzo protesti? Se paghi il canone hai ben il diritto di incazzarti, perché i tuoi soldi vengono spesi male. Oddio, nulla vi vieta di protestare e cercare di cambiare le cose anche dopo esservene fregati di chi saliva al potere alle scorse elezioni (anzi, per grazia di Dio, fatelo!), ma NON E' LA STESSA COSA, spero che le vostre coscienze sappiano intuire la differenza, che è tutt'altro che sottile.
Per concludere: io le mie motivazioni ve le ho date, ma c'è tanta gente che fa cose senza senso a questo mondo, e qualche volta ha ragione.
Quindi io voto, voi fate un po' quello che vi pare.
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