Vediamo di fare un riassunto per chi non ha visto il film (tranquilli, non c'è possibilità che conoscendo la trama possiate godervelo di meno).
IL COMINCIO
Allora c'è questa tribù di cacciatori, nel 10.000 a.c., che vive in cima a un altopiano freddo e brullo, senza alberi e con inverni lunghi e gelidi. Non si spiega come sopravvivano tutto l'anno, ma quando arriva la migrazione dei mammuth, loro si organizzano per cacciarli e dopo averne ucciso uno stanno a posto per una settimana, e tanto basta.
Un giorno il capo-villaggio, per salvare il suo popolo dalla fame, decide di partire e attraversare le montagne, in cerca di una soluzione. Alla fine troverà fagioli e fave, e la sua tribù capirà che non si può campare mangiando bistecche di mammuth una volta all'anno, però nel frattempo tutti pensano che sia andato via per vigliaccheria, e il figlio diventa la cacchetta della tribù. Ma la gnoccolona venuta dal nord (quella con gli occhi azzurri) si innamora di lui da subito, e lui ringrazia. Il problema è che in questa tribù di sfigati, per guadagnarsi una donna, bisogna prima ammazzare un mammuth (il che probabilmente riduce gli accoppiamenti a una manciata ogni anno, tutti concentrati durante la migrazione dei mammuth, poi grazie che sono tutti infelici). Insomma l'eroe partecipa alla caccia al mammuth alla prima occasione (che finisce per essere svariati anni dopo, ma non chiedetevi perché), petto glabro come era comune nella preistoria, barbetta incolta perché non ci si rasava la faccia nella preistoria (solo le ascelle). La caccia al mammuth finisce male, ma il protagonista ha un colpo di culo, il primo di una lunga serie, il mammuth che lo stava per calpestare inciampa e cade sulla sua lancia, crepando. Lui racconta balle, ma il guerriero fico del villaggio ha visto che è un buffone, la sciamana (che vede il futuro ma stavolta non capisce che la stanno prendendo per il culo) gli dà comunque la lancia del cacciatore e la gnoccolona che gli spetta. La notte stessa l'eroe ha i complessi e restituisce la lancia, facendo incazzare la gnoccolona.
Poi arrivano i cattivi, preceduti da crisi epilettiche della sciamana. Ammazzano e distruggono tutto (non proprio una gran fatica, visto che il villaggio erano tre capanne di fango e ossa), e fanno prigionieri i più giovani e prestanti. E la gnoccolona, ovviamente, di cui il cattivone si innamora al primo sguardo. La scenaggiatura procede con guizzi di vera originalità, infatti l'eroe non viene catturato e nemmeno il cacciatore fico, e a loro si aggiunge pure il ragazzino scemo del villaggio che fa da spalla comica. Tutti e tre (o quattro, forse ce n'era anche un altro ma era insignificante) partono per liberare i loro uomini. E la gnoccolona.
IL PERIPLO
Per prima cosa i quattro si attraversano a piedi le montagne ghiacciate, con indosso solo pellicciotti. Il che sarebbe verosimile se il regista non calcasse la mano facendoli dormire sulla neve e senza nemmeno una copertura, o inserendo scene improbabili in cui i poveretti brancolano nelle tempeste. Tanto per rendere la cosa più credibile, perdono anche le tracce di quelli che stanno seguendo, ma probabilmente la strada per il covo dei cattivi è una sola, infatti li ritrovano appena riscendono a valle dall'altra parte. Dopo le montagne ghiacciate, c'è la giungla tropicale, e uno dei protagonisti si meraviglia che "faccia caldo". In effetti nell'inquadratura prima erano sulla neve. Nella giungla quasi riescono a liberare la gnoccolona, ma poi vengono attaccati da alcuni giganteschi e famelici Dodo, e il bilancio finale è che anche il ragazzino scemo viene portato via come schiavo.
Ma i protagonisti non si perdono d'animo, e proseguono l'inseguimento. Dopo la giungla finiscono nella steppa. Siccome il cacciatore figo è stato ferito dai Dodo, l'eroe va a cercare cibo ma precipita in una trappola per fessi (una specie di buca enorme irta di pali acuminati che lui, grazie al noto culo, evita). Purtroppo, dice la voce narrante, la sciamana nonostante le preghiere non riesce a trattenere le acque (non ridete) e quella notte piove. L'eroe si risveglia nella pozza mentre questa si riempe di acqua, e scopre che c'è una tigre dai denti a sciabola imprigionata nella pozza assieme a lui. Naturalmente non la uccide, ma la libera, dopo averle chiesto di non sbranarlo (davvero!). La tigre non lo sbrana (davvero!) e fugge via. Lui torna dal guerriero figo che nel frattempo ha avvistato un villaggio. Nel villaggio ci sono tante persone di colore che appena li vedono vorrebbero ammazzarli, ma appare la tigre dai denti a sciabola. Il protagonista le sussurra: "non puoi esserti dimenticata di me" (davvero!) e la tigre non lo divora (davvero!). Non divora nemmeno il suo amico (davvero!), anzi non divora nessuno (davvero!), probabilmente dopo tanto tempo intrappolata dentro una buca, era sazia. Invece si fa un giro, ruggisce un po' e poi si allontana. In un nuoo guizzo di originalità, la sceneggiatura ci svela che la tribù che voleva ammazzarli ha una profezia che narra di colui che parla con denti-di-lancia e che salverà il loro popolo. Gli indizi sono chiari: l'eroe è il loro salvatore. Si sparge la voce, arrivano le tribù più variopinte da tutti i dintorni.
Il capo della tribù più cazzuta si avvicina all'eroe e gli dice: "sei troppo giovane". L'eroe gli risponde: "dimostro meno degli anni che ho!" (davvero!) e così il capotribù cazzuto si convince che lui è il prescelto (davvero!).
LA PUGNA
A capo di tutte le tribù credulone della pianura, gli eroi arrivano fino ad un fiume (in mezzo al deserto). Un vero miracolo degli effetti speciali, giacché la sabbia non trattiene l'acqua, e le dune arrivavano fino al limitare delle acque. Lì i cattivi avevano ormeggiato le navi (???) e dopo aver caricato i prigionieri, si allontanano. Come si fa a raggiungerli? Basta attraversare il deserto. Però uno dei capi tribù (quello con le cannucce sulla faccia) avverte che le dune sembrano tutte uguali. L'eroe sgama come orientarsi, basta guardare le stelle. Insomma arrivano quasi in contemporanea con le navi, laddove un dio simil-faraone egizio sta facendo costruire le piramidi con l'aiuto dei mammuth (i mammuth??? nel deserto???). Il cattivone fa vestire e truccare la gnoccolona per sedurla, le mette addirittura il push-up. Perché è chiaro che non può violentarla e farla finita, deve sedurla. Lei però non ci casca, anche perché non capisce un cazzo della lingua di lui, e lui ha una voce da mostro di frankenstein.
Nel frattempo l'eroe organizza una bella rivoluzione, e quando i ribelli incazzati si presentano davanti al palazzo del simil-faraone, lui prova a trattare. Come risposta, si becca una bella lancia nella panza e muore. I suoi servitori vengono tutti trucidati. Il prescelto ha salvato tutti!
L'EPILOGO
Purtroppo, sul finire della battaglia, il cattivone che non è riuscito a sedurre la gnoccolona, le scaglia una freccia nella schiena e la ammazza. L'eroe arriva troppo tardi, e non può fare altro che pugnalare a morte l'assassino della sua donna. La voce narrante ci strugge con frasi del tipo "a che è servito attraversare mari e monti e vincere la rivoluzione, se poi la gnoccolona è morta?". Ma attenzione. C'è il colpo finale di scenaggiatura, quella sceneggiatura che mai delude e che ci ha premiato fino ad ora: il capo dei mammuth che erano tenuti in schiavitù, passando davanti all'eroe triste e alla sua bella defunta, solleva la proboscide come a dire "ciao ciao". Lui capisce che è una specie di benedizione, si volta e torna al corpo di lei. Ed avviene il miracolo. A chilometri di distanza, la sciamana del villaggio schioppa, e la gnoccolona rivive. Grazie saggio mammuth, grazie.
Le tribù riconoscenti donano all'eroe dei fagioli e un po' di fave secche, dicendogli che il padre avrebbe voluto riportarle al suo villaggio, ma non ce l'ha fatta. Con un pugno di fagioli in mano, l'eroe e la sua gnoccolona tornano dalla loro gente (da quella che ne rimane), piantano i semi e quando arriva la primavera si meravigliano che crescano così bene. E pure noi.
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