Questa settimana di strisce, a parte qualche piccolo intermezzo, è interamente dedicata al passato di Dotto. Durante la pubblicazione di suddette strisce, ho avuto modo di rivedere più volte i tempi narrativi della vicenda, che si sono rivelati piuttosto sballati. Inizialmente, la parte in cui Dotto e Dorna si conoscevano e si innamoravano, durava qualche striscia in meno, mentre il finale della storia si trascinava per un po' troppe strisce. Ho quindi tagliato qualche striscia di quelle che appariranno la settimana prossima, riassumendone gli eventi in nuove vignette, e nel contempo ho dedicato a Dotto e Dorna qualche striscia in più (questo spiega la gran quantità di strisce "bis" di questa settimana).
C'è da dire che il personaggio di Dorna ha attirato immediatamente le simpatie di un sacco di gente. Un po' me lo aspettavo: in quanto "nana" Dorna è diretta, concreta e sincera. Un tipo di persona con la quale si entra facilmente in sintonia. Qualcuno ha visto in lei qualcosa di negativo (l'insensibilità con il quale picchia Dotto nella 416bis, o la leggerezza con la quale paralizza il suo coniglio nano), ma io credo chele sue reazioni siano perfettamente in tema con il suo essere nana. Forse dovrei contemplare l'idea che Dorna riappaia in future strisce. Per il momento però è prematuro parlarne.
Da notare che alcuni lettori si sono incartati sulla questione che le nane hanno/non hanno la barba, mentre qualcun altro si è lamentato del fatto che i nani di questo fumetto siano troppo stereotipati. Ai primi ho risposto altrove: la fisiologia di un popolo fantasy lo decide l'autore dell'opera, che è libero di trarre suggerimenti da qualsiasi altra opera che riporti la stessa popolazione, oppure no. Le mie nane non hanno la barba perché sarebbe stata un aggiunta ridicola a un fumetto già parodistico, quando invece avevo bisogno che i lettori si immedesimassero un pochino con i personaggi in scena. Fine della questione.
Per quanto riguarda lo stereotipo del nano, tutti ben sappiamo che nani, elfi e probabilmente qualsiasi razza inventata in qualsiasi universo fantasy o simile, non è altro che la stereotipizzazione (si dice così?) di un aspetto della natura umana. Tolkien creò gli elfi e i nani del fantasy per separare dall'umanità quanto c'era di sublime e quanto c'era di burbero. Le razze fantasy sono già stereotipi, e non per merito mio. Quello che ho fatto io è stato rileggere in chiave umoristica lo stereotipo (un po' come viene fatto sempre, ad esempio come ha fatto Peter Jackson nell'edizione cinematografica del Signore degli Anelli, quando Gimli si ubriaca e delira sul fare sesso con le nane barbute). In una striscia a fumetti è essenziale inoltre la riconoscibilità della fonte citata. Se avessi introdotto dei nani atipici, si sarebbe perso il riferimento comico alla grettezza dell'animo nanico, tipico delle opere classiche del fantasy. Anche qui, fine della questione.
L'intermezzo sul passato di Dotto terminerà probabilmente la prossima settimana, quindi preparatevi a tornare in compagnia del party di Drizzit per una nuova entusiasmante avventura!
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