Ultimate Combat introduce nel
regolamento di Pathfinder GdR la regola opzionale dei colpi mirati.
Ne avevo già parlato in un altro post, traducendola dall'inglese, e
aggiungendo alcune modifiche personali. La verità è che si tratta
di regole aggiuntive che vanno a sommarsi a regole di combattimento
già tutt'altro che snelle (Pathfinder GdR è un'evoluzione di D&D
3.5 che tutto può dirsi tranne che un sistema di regole semplice e
immediato).
Illustrazione di Lucio Parrillo, @Paizo |
Poiché i colpi mirati sono a mio
parere una componente interessante di un sistema di combattimento, ho
subito introdotto la variante nelle mie campagne, ma pochissime volte
mi è capitato di vederla utilizzare, vuoi per la sua complessità,
vuoi per la sua utilità marginale (la conseguenza di un colpo
mirato, a valle di una penalità non trascurabile al tiro per
colpire, è solo quella di rendere inutilizzabile la parte del corpo
colpita, oppure di stordire l'avversario). Ripensando più volte al
regolamento dei colpi mirati, ho elaborato una variante a mio parere
interessante. Ve la illustro.
Zone del corpo come bersagli di taglia
inferiore.
Ecco l'intuizione: se una creatura di
taglia piccola ha un bonus +1 alla CA a causa delle sue dimensioni,
perché colpire una parte di corpo delle stesse dimensioni assegna al
tiro una penalità maggiore? Forse colpire qualcosa di attaccato a un
corpo più grande è più difficile che attaccare qualcosa che si
muove liberamente? Non credo. Semmai il contrario. Quindi perché non
assegnare alle zone del corpo una penalità al tiro/bonus alla CA
pari a quello che si assegna alle creature in base alla loro
variazione di taglia? Basterebbe valutare la taglia delle zone del
corpo in base alla dimensione relativa della creatura, e il gioco è
fatto. Facciamo l'esempio di una creatura di taglia media, che è la
taglia di un essere umano, relativizzando le parti del corpo abbiamo:
Taglia piccolissima – es. occhio,
orecchio; modificatore +8
Taglia minuscola – es. topo, mano,
ginocchio; modificatore +4
Taglia minuta – es. gatto, braccio,
testa; modificatore +2
Taglia piccola – es. cane, gamba;
modificatore +1
Ovviamente se una creatura è di taglia
maggiore/minore, occorre fare le dovute proporzioni riguardo alla
taglia, ma non riguardo ai modificatori. Ad esempio un ciclope è di
taglia grande, quindi la sua mano non sarà di taglia minuscola bensì
piccola, però colpirla assegnerà sempre un modificatore di +4 alla
CA (o di -4 al tiro per colpire, per capirci). La tabella
generalizzata è la seguente:
Zone di una taglia più piccola (+1
alla CA): gamba, ventre, torace, schiena...
Zone di due taglie più piccole (+2
alla CA): braccio, testa, coscia, polpaccio, spalla...
Zone di tre taglie più piccole (+4
alla CA): mano, ginocchio, collo, piede, nuca, genitali...
Zone di quattro taglie più piccole (+8
alla CA): occhio, dito, orecchio, naso, ombelico...
Ovviamente sarà il Master decidere
esattamente a quale categoria di taglia una zona appartiene,
soprattutto nel caso di richieste particolari (voglio colpire un
tatuaggio, o un bracciale), oppure nel caso di creature con anatomia
particolare (colpire il tentacolo di un polipo, o la testa di
un'idra).
Le conseguenze di colpire una zona
specifica sono un altro discorso. Il mio parere è che colpire una
zona dovrebbe assegnare degli svantaggi alla vittima, ma il danno
inflitto in termini di punti ferita dovrebbe essere limitato. Se di
mette a segno un critico alla mano di un orco, al limite la si
spappola (il che significa penalità e svantaggi), ma non lo si può
uccidere, anche se l'ammontare dei danni supera quello dei suoi punti
ferita.
Per quanto riguarda gli svantaggi,
direi che sono più o meno d'accordo con la linea di Pathfinder GdR,
come indicato in Ultimate Combat. Un colpo mirato messo a segno
genera una condizione negativa che dura qualche round (ad esempio:
mano fuori uso per 1d4 round). Il Master può facilmente decidere
quale condizione negativa si applica in base a quale zona viene
colpita. Se non si tratta di un arto, il mio consiglio è un generico
stordimento (vedi condizione stordito) per 1d4 round, andare oltre
può significare sbilanciare troppo il gioco. Comunque, colpire zone
vitali (come i genitali o gli occhi di una creatura) potrebbe
comportare più di una condizione negativa (ad esempio stordito e
immobilizzato per 1d4 round, oppure stordito e accecato per 1d4
round), mentre assestare colpi critici o ripetuti colpi allo stesso
punto, può aumentare la durata dell'effetto (consiglierei +1 round
per colpo ripetuto, oppure +1 per moltiplicatore critico per non
rendere la cosa devastante).
Va da sé che un colpo a una zona
qualsiasi causa comunque danno. La soluzione, per evitare che con un
colpo al pollice si uccida un contadino, è limitare il danno che può
essere inflitto. La mia soluzione è che un colpo mirato non può
infliggere più di 1 danno per dado vita della creatura colpita. Ad
esempio un orco con 3 dadi vita che viene colpito alla mano, può
perdere al massimo 3 punti ferita (anche se magari la freccia gliene
avrebbe inflitti 6). I danni che superano il massimo sono perduti. E'
chiaro che si potrebbe uccidere una creatura anche colpendo
ripetutamente zone specifiche del corpo, ma ci vorranno in media
cinque o sei colpi per farlo, quando un colpo generico infliggerebbe
sicuramente maggiore danno. Solo in caso di danno massiccio si
potrebbe valutare l'ipotesi di concedere il TS Tempra come da
regolamento (e nel caso di permettere che il colpo recida o spappoli
la parte del corpo interessata). Colpire una zona precisa quindi
diventa una scelta tattica: infliggere uno stato negativo come la
cecità, oppure rallentare un inseguitore, oppure fargli lasciare un
oggetto stretto in mano.
Faccio notare che per i colpi mirati
come li ho appena illustrati valgono alcune limitazioni di buon
senso, e cioè che assestare un colpo mirato in mischia innesca un
attacco di opportunità e che non è possibile farlo con incantesimi
a ricerca automatica o che comunque non richiedono tiro per colpire.
Illustrazione by Wayne Reynolds, @Paizo |
Colpi mirati vs Manovre in Combattimento: cosa conviene?
Alcune delle regole relative ai colpi mirati entrano in concorrenza con il meccanismo delle manovre in combattimento (questo accadeva anche prima delle mie modifiche, bastava confrontare Manuale di Gioco e Ultimate Combat). Faccio un esempio: mi conviene disarmare l'avversario utilizzando una manovra in combattimento, oppure mirare con la spada alla sua mano rendendogliela così inutilizzabile e facendogli cadere l'arma che impugna?
Analizziamo le due opzioni. La prima, manovra di combattimento "disarmare", richiede una prova di BMC contrapposta alla DMC dell'avversario. Innesca un attacco di opportunità (a meno di non avere il talento apposito), e lo disarma facendogli cadere l'arma in prossimità (sempre a meno di possedere talenti appositi); la seconda opzione, colpo mirato alla mano, richiede un tiro per colpire contro una CA aumentata di +4 che anche se innesca attacchi di opportunità (se effettuato in mischia, secondo le regole di Ultimate Combat), come conseguenza causa danno (anche se limitato), rende la mano inagibile per 1d4 round e l'arma impugnata dall'avversario comunque cade a terra. Sulla base di tutto questo si potrebbe dedurre che un colpo mirato alla mano è un'alternativa più vantaggiosa della manovra di disarmare, ma in effetti questo è realistico. E' più facile colpire la mano di un avversario piuttosto che tentare di fargli lasciare la presa sull'arma. Solo se si padroneggia la tecnica con una certa abilità (cioè se si possiede il talento apposito), disarmare diviene un'opzione migliore rispetto al colpo mirato alla mano. E questo vale un po' per tutte le manovre che possono essere "sostituite" da un colpo mirato.
Efficacia delle armi in base alle
dimensioni.
Non vi è sempre sembrato ridicolo che
un halfling con il suo pugnale riesca a ferire un drago rosso
colossale? Non si tratta nemmeno di immaginarsi come, perché un
giocatore abile potrebbe ipotizzare che nel tiro per colpire riuscito
sia compresa la scalata che l'halfling compie per raggiungere una
zona vitale e scoperta nella corazza del drago e che riesca ad
affondarci il coltello. Il punto è che se le dimensioni della
creatura colpita sono notevoli, non esiste nessuna zona vitale che
possa essere raggiunta con un pugnale. Sarebbe come ipotizzare che
voi poteste compiere un omicidio con uno spillo, brandendolo tra
l'altro all'altezza delle scarpe dell'avversario.
Anche per questo, ho trovato una
regoletta semplice semplice che, in combinazione con quella sopra
illustrata dei colpi mirati, risolve la questione. Poiché anche le
armi possiedono una taglia, si può stabilire che un'arma di più di
3 taglie inferiori a una creatura, non le può infliggere danni. Ad
esempio un umano che brandisce un pugnale non può ferire una
creatura di taglia enorme. Per farlo deve utilizzare una spada di
taglia media. E per una creatura mastodontica, occorre come minimo
uno spadone a due mani (e per una creatura colossale, non c'è arma
che tenga).
Questo non significa mettere
completamente fuori gioco le armi di dimensioni inferiori a quella
necessaria: un guerriero armato di pugnale (?) potrebbe comunque
decidere di attaccare un drago enorme e mirare a una parte del corpo,
riducendo così la taglia del bersaglio e rendendo l'arma efficace.
Certo innesca un attacco di opportunità, e si prende una penalità
di –1 alla CA, ma d'altro canto sta attaccando un drago enorme con
un pugnale! Mi sembra giusto.
Ecco questo è tutto. Playtesterò
queste regole a breve nelle mie campagne, e vi farò sapere.
2 commenti:
Lo svantaggio della seconda variante(cioè quella della taglia delle armi contro quella dei mostri) secondo me aggraverà la situazione del fatto che la gente sceglie sempre l'arma più grossa possibile per le proprie compotentenze e savantagia ancora di più chi combate con le due armi(già svantaggiato di suo se non si imbarca in elaborate build).Quindi alla fine stimolando ancora più potere ha chi campa sull'arma ha due mani.
Non credo. Nella mia esperienza di campagne pluriennali, l'eventuale incontro di un avversario di taglia Enorme o maggiore è talmente diradato che se un giocatore si sentisse per questo invogliato a utilizzare armi più grandi sarebbe un idiota.
Se invece la variante sopra esposta servisse a far venire in mente ai combattenti che una spada lunga è decisamente più indicata di un pugnale in un combattimento contro un gigante, direi che lo scopo è stato raggiunto.
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