Ieri sera sono andato al cinema a vedere l'ultimo film di George A. Romero, ovvero il quarto della sua serie di fortunati horror con protagonisti i morti viventi. Quest'ultimo si intitola La Terra dei Morti Viventi.
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Il film ha una palese connotazione politica anti-capitalista. I cattivi non sembrano mai essere gli zombie, bensì gli ipocriti e cinici superpotenti della città, con le loro ricchezze e le loro mode, del tutto indifferenti nei confronti dei poveracci che si ammassano attorno ai loro ricchi palazzi, in moderne favelas protette da fiumi che impediscono ai morti viventi di raggiungere i vivi. Ma gli zombie si organizzano, imparano a coalizzarsi, a provare pietà e a vendicarsi, e così, mentre si assiste alla loro cruenta rivoluzione, non si può provare che simpatia nel vederli sbranare signore in abiti costosi sopra poltrone zebrate da 5.000 dollari. E le frasi pronunciate dal magnate-capo, signore dei quartieri più lussuosi e ricchi, somigliano terribilmente alle cazzate che spara George Bush nelle sue conferenze, quando parla di non-diritti degli immigrati e di polso duro contro i terroristi.
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