mercoledì, maggio 14, 2014

Il prossimo viaggio di Bigio


Lascio qui sul mio blog uno screenshot dei miei impegni per le prossime settimane, così anche chi non frequenta facebook può sapere dove e quando trovarmi. Per maggiori info su ognuno di questi eventi vi consiglio di cercarli con google, trovare la pagina ufficiale e scoprire con esattezza dove e quando avranno luogo: io sono solo un ospite!

Se nei prossimi weekend riuscite a beccarmi da qualche parte, dedica assicurata!

lunedì, maggio 05, 2014

Intervista @ Bigio (Drizzit)



Grazie a Bonobo Prod. che mi ha intervistato mentre disegnavo presso la fumetteria Guruguru di Torino!

lunedì, aprile 28, 2014

C'è modo e tempo per una commissione

Mi capita spesso che dei lettori mi contattino per un disegno o per commissionarmi un lavoro. Scrivo questo post in modo da mettere nero su bianco alcune questioni riguardanti le modalità con le quali si commissiona il lavoro di un autore (in generale) e in particolare che tipo di lavori sono propenso ad accettare (io in particolare), a quale costo e perché.

1. Contattare un autore per una commissione.

Quando si contatta un autore per una commissione, assicurarsi innanzitutto di non stare proponendo di lavorare gratis per qualsiasi motivo. L'autore in questione probabilmente ha già un lavoro retribuito e viene pagato per quel lavoro, quindi scrivergli di realizzare per voi un disegno perché è il vostro compleanno, vi sposate, la vostra ragazza è una grande fan oppure perché "avete in mente un progetto molto fico e ho pensato a te" è del tutto inopportuno. Dovete pensare che realizzare qualcosa, per un autore, è davvero il suo lavoro. Come riparare macchine è il lavoro di un meccanico. Voi andreste mai da un meccanico a dirgli: "ehi, la mia ragazza oggi compie 18 anni, le ripareresti la coppa dell'olio della panda gratis, per festeggiare?" ...non credo. Fareste la figura degli idioti. Pensateci quando scrivete a un autore chiedendogli di lavorare gratis.

In secondo luogo, evitate di rapportarvi con lui come se stesse cambiando figurine sul muretto dei giardinetti pubblici. Roba tipo: "ahò ciao quanto pigli per un disegno, così ti ricarico la postepay" andrebbe evitata. Sarebbe meglio: "ciao Bigio, volevo commissionarti un lavoro, posso chiederti qual è il prezzo di un disegno con Baba Yaga che lancia fulmini dagli occhi?". Così magari l'autore vi risponderà e voi potrete valutare la commissione, discuterne e giungere a un accordo. Non è la formalità che è richiesta, ma semplicemente la serietà visto che quello che state facendo è ingaggiare un autore per un lavoro, che è appunto una cosa seria.

2. Cosa chiedere a un autore.

Cercate sempre di domandarvi se la richiesta che state facendo è fuori luogo o meno. Ad esempio io non contatterei mai un autore di strisce a fumetti per chiedergli di progettarmi il sito web. Oppure non mi rivolgerei al disegnatore di Topolino per commissionargli un quadro ad olio con soggetto mia nonna (per quanto molti disegnatori di Topolino siano dei grandi artisti e saprebbero farlo bene), a meno che non vogliate vostra nonna in versione Disney. Non c'è nulla di male nel chiedere, sia chiaro, ma è ovvio che vi conviene sempre scegliere l'autore più adeguato al lavoro che avete in mente. Ad esempio chi contatta me per farsi fare il ritratto a matita del volto della propria ragazza sbaglia completamente autore: non sono capace e non è il mio campo! Io disegno personaggi buffi e strisce umoristiche. Per i ritratti, è meglio chiedere a un ritrattista.

Nel mio caso specifico, sono sempre ben propenso ad accettare commissioni che riguardano il mio fumetto e i miei personaggi, anche per una questione di piacere personale nel disegnarli, mentre trovo del tutto fuori luogo che mi si chieda di disegnare soggetti di altri autori o addirittura cose che non c'entrano niente con quello che faccio. Tutto il resto, lo valuto. Ma questo riguarda me personalmente, credo.

3. Quanto costa un mio disegno.

Il costo di un mio disegno dipende essenzialmente da quanto tempo spendo per realizzarlo. Il prezzo minimo è ovviamente il costo del materiale che utilizzo. Considerate tanto per capirci che i pantoni costano 3-4 euro l'uno, fino a 7-8 euro a pennarello per quelli più professionali, e si esauriscono a velocità impressionante; il cartoncino costa attorno ai 5 euro per 10 fogli (la marca che compro e uso io, naturalmente); l'inchiostro per la fudepen costa 8 euro per due cartucce e anche quelle si svuotano velocemente, in media ogni dieci disegni. Senza considerare il lavoro di un autore, il costo di un disegno inchiostro e pantoni non è meno di 5 euro per il materiale. Personalmente, parto da una base di 10 euro a disegno, più il costo del lavoro.

Il punto è che il lavoro va retribuito, e così come un operaio o una colf vengono pagati in base alle ore di lavoro, è giusto che altrettanto venga pagato anche un autore. Un disegno formato A5 realizzato china e pantoni su cartoncino non mi porta via più di un'ora o due, dipende anche dal soggetto, quindi io semplicemente moltiplico una tariffa base oraria per il tempo che impiego a realizzare il disegno e chiedo quella cifra. Ecco perché un A6 dipinto ad acquerello costa venti volte tanto un A5 disegnato a china. Perché richiede 20 volte tanto in termini di tempo di realizzazione. Contattatemi per maggiori informazioni.

4. Il tempo richiede tempo.

In ultimo, non è detto che se siete disposti a commissionare un lavoro a un autore e a pagarlo giustamente, quell'autore accetti automaticamente di farlo. Nel mio caso, spesso la questione è il tempo. Portando avanti tanti progetti, anche volendo non ho molto tempo da dedicare alle commissioni, e qualche volta pur avendo tempo preferisco dedicarlo a disegnare quello che voglio anziché al lavoro su commissione. Perché per me disegnare, scrivere e creare cose è qualcosa che non farei altrettanto bene se non fossi libero di decidere se farlo oppure no.

mercoledì, aprile 23, 2014

L'insensata fobia degli spoiler

Come tante altre cretinate che nascono su internet e per colpa di internet e poi sempre grazie a internet si diffondono senza argine, la fobia degli spoiler è un male che affligge il cervello delle persone causando danni irreparabili.

Anticipazione del nuovo abito di Baba Yaga, per il finale della serie Il Popolo del Cristallo Rosso. Se la vostra reazione a riguardo anziché essere "Fico!" oppure "Che schifo!" è più simile a qualcosa tipo: "Ehi questo è uno SPOILER!!!" allora siete malati di fobia dello spoiler. Fra qualche anno, sarete la gioia di qualche analista.

Ok, contestualizzo: bisogna finirla con 'sta fobia degli spoiler, occorre che si capisca DAVVERO cos'è uno spoiler perché mi sono rotto le palle di andare a cena in pizzeria con gente che non appena inizio a parlare di un film ti fa "no, basta non dirmi niente, odio gli spoiler!" Macheccazzo, non si può più davvero nemmeno parlare di un film?
Altro caso: metto online la locandina della nuova serie di Drizzit (la metto prima che esca la serie, altrimenti a che cazzo serve?) e gente che mi parla di "spoiler". No, ragazzi, si chiama locandina. Oppure immagine promozionale. Esiste da SECOLI, probabilmente da prima che nasceste, e sicuramente da prima che foste affetti dalla fobia degli spoiler.

Lo spoiler di un film, ad esempio, è tale sono quando TI ROVINA il film. Il trailer (se è fatto bene), non te lo rovina. La locandina di un film, non te lo rovina. La copertina di un libro, non ti rovina il libro. Non è che lo scarafaggio in copertina su "Le Metamorfosi" di Kafka è uno spoiler, cazzo! Imparate a distinguere! Se sulla locandina di Batman c'è lui con un braccio rotto, non è uno spoiler, bimbiminkia! E' una locandina! Sui sussidiari delle medie non ci sono spoiler dei libri, sono estratti fatti apposta per farti capire e apprezzare i libri, messi lì per scopo didattico! Che cazzo fai, non studi italiano perché hai paura di spoilerarti i classici? Ora, io capisco che appunto di trailer come si deve ce ne sono sempre meno... ci sono film, come il recente 47 Ronin o l'ultimo Riddick, che rimettendo in ordine le immagini del trailer avresti potuto riscostruire completamente (il che è indice anche della qualità del film, ovvio, ma non è quello il punto), ma in generale parlare di un film, sì anche di un cazzo di film che non hai visto, non è spoilerarlo, è solo -appunto- parlarne!

Poi oltretutto a me piace tantissimo parlare di libri, videogiochi, film... e mi piace anche raccontarli a chi non li ha letti, giocati o visti, perché mi piace prepararli alla visione del film, sottolineando loro quali sono le parti che mi hanno più colpito, quelle che ho apprezzato di più, quelle che secondo me dovrebbero osservare meglio, con più attenzione. E' ovvio che non rivelerei mai l'assassino, o un plot-twist importante, o che fine fa un personaggio... QUELLO sarebbe spoiler. E mi piace tantissimo quando un amico mi parla di un film che non ho visto, descrivendomi una scena che ha trovato magnifica! Quando vedrò il film, giunto a quella scena, me la godrò di più perché noterò dei dettagli su cui lui ha posto l'accento. Stessa cosa coi libri: "Devi leggere Elianto, è bellissimo! La scena con i diavoletti..." "Che succede coi diavoletti?" "Eh niente, non voglio spoilerarti nulla!" Ma VAFFANCULO raccontami 'sta cazzo di scena!!!

Imparate a capire il mondo, prima di tapparvi il cervello!

giovedì, aprile 17, 2014

Sabato @ Guruguru


Sabato prossimo 19 Aprile sarò ospite della fumetteria Guruguru a Torino.
Dalle 15.00 alla chiusura per parlare di Drizzit, webcomics, autori scemi e aspettative dei lettori. E poi naturalmente, sessione dediche e disegnini sui vostri albi. Se siete da quelle parti, passate! ...e niente scuse, è sabato santo!

lunedì, aprile 14, 2014

Il test della striscia 977ter


La striscia 977ter che vedete qui sopra fa parte delle strisce pubblicate la settimana scorsa, per la precisione è apparsa sabato scorso su Facebook e su Shockdom assieme alle altre. Si tratta di una striscia "aggiunta" cioè non originariamente prevista dalla sceneggiatura e poi disegnata perché in seconda stesura mi sono accorto che il destino di Erminio non era stato chiarito. In pratica nelle strisce precedenti si intravedeva tra le patate anche questo strano ortaggio, che sullo sfondo sfocato poteva essere un sedano, un finocchio o un porro (e poi non è che io sia un fenomeno a disegnare ortaggi). Nelle strisce successiva semplicemente questo "personaggio" scompariva. Ho ritenuto allora opportuno disegnare una striscia in cui Erminio -questo il nome del personaggio- si congedava dagli altri.

Ne ho approfittato per un piccolo esperimento umoristico, di quelli che faccio spesso nelle mie strisce (chi segue i miei post lo sa). In questo caso mi interessava creare un corto-circuito nel lettore che lo inducesse ad associare le attitudini di Erminio e il suo essere un finocchio (l'ortaggio) alla sua diversità. Il collegamento tra omosessualità e diversità, o tra omosessualità e attitudine all'estro stilistico creativo è liberamente lasciata al lettore: nella striscia effettivamente non c'è alcun elemento esplicito che induca a pensare che Erminio sia omosessuale. Dove sta scritto che Erminio è gay? Non è vero, non lo è: è solo diverso (obiettivamente diverso, in quanto ortaggio dagli altri e con ambizioni diverse). E' solo l'associazione degli elementi che porta il lettore, sulla base di deduzioni indotte, a pensare che Erminio sia gay.

In pratica questa striscia "funziona" nella misura in cui il lettore è predisposto al luogo comune, e cioè all'associazione tra "finocchio", "diverso", "stilista" e omossessualità. In un contesto sociale diverso da quello in cui viviamo, e in cui questi elementi sono del tutto scollegati fra loro, l'umorismo di questa striscia sarebbe pari a zero. Più invece il lettore associa questi elementi all'essere gay, più trova divertente la striscia. Notare che il livello di "bassezza" della striscia è allo stesso modo molto dipendente dalla sensibilità e dall'affinità del lettore con certe battute: c'è chi l'ha trovata "sottile" e chi l'ha trovata "facile", c'è chi mi ha dato del genio e chi mi ha accusato di omofobia o di umorismo pecoreccio. In pratica scorrendo i commenti si ottiene l'intera gamma delle reazioni a 360° il che conferma che i lettori di Drizzit, tra l'altro, sono un pubblico piuttosto disomogeneo.

Al di là di qualsiasi considerazione sul mio lavoro (che riguardi questa striscia o Drizzit nel complesso), a mio parere la questione che vale la pena approfondire può essere riassunta in una domanda: chiedetevi come mai avete avuto la reazione che avete avuto leggendo questa striscia. La risposta probabilmente è più interessante della striscia stessa.

martedì, aprile 01, 2014

Bigio @ Romics 2014

Questo fine settimana mi troverete al ROMICS assieme a molti altri autori della scuderia di Shockdom! Dovrebbero esserci tutti i miei albi, compreso l’ultimo appena uscito: Drizzit – Quel Demone che non ti Aspetti, e poi le tazze di Drizzit “Wally-rider” e anche dei segnalibri di Baba Yaga (se tutto va bene). Sarò allo stand tutti e quattro i giorni, anche se ovviamente non sarò SEMPRE allo stand… comunque quando sarà il mio turno di disegnare potrete farvi scarabocchiare dediche sugli albi a volontà.

Ma oltre che presso lo stand di Shockdom sarò impegnato anche su altri fronti: nel primo pomeriggio di venerdì dovrei condurre una mini avventura dimostrativa a Drizzit GdR nell’area games, mentre in altri momenti potreste trovarmi allo stand dello Zainetto Pratico di Heward dove sarà disponibile “Verità Imperfette” il libro che ho scritto in una jam-session assieme ad altri nove bravissimi scrittori per Del Vecchio Editore.

Insomma io ci sarò, e voi? ;)

domenica, marzo 23, 2014

Arriva la primavera (?)

Mi dicono che nel nord Italia nevica, piove, il cielo è cupo e si sono avvistate addirittura trombe d'aria. Qui il tempo non è certamente "primaverile" ma a prescindere dal meteo, la primavera ci ha raggiunti. Secondo gli astronomi l'equinozio primaverile c'è stato il 20 Marzo (anziché il 21, pure in anticipo) quindi ufficialmente la bella stagione è cominciata.

Molti di voi seguiranno di certo The Author (il mio altro fumetto), sulla pagina di Facebook o su quella di Shockdom del collettivo Fumetti Crudi. Chi lo segue già da qualche tempo saprà che The Author è suddiviso in capitoli "stagionali" e cioè che la storia è suddivisa in parti che iniziano e terminano assieme alle stagioni. A volte non sono così preciso, ma stavolta il primo episodio primaverile è capitato proprio a pochi giorni dall'inizio della stagione.


Questa è la copertina che ho realizzato per il capitolo Primavera 2014 del fumetto, e come potete vedere le protagoniste di questa copertina sono Mese e Nete, le due muse di Fumetti & Arti Ludiche che mi fanno compagnia in questi episodi mentre Talia è altrove (chissà dove!). Ho realizzato questa illustrazione davvero al volo, piazzandoci sfondi floreali e sovrapposizioni già pronte perché non avevo tempo di dedicarmi a realizzarle personalmente, ma nel complesso il risultato finale funziona ed è questo che conta.

Buona domenica e buona primavera a tutti, soprattutto a coloro che ancora non l'hanno vista arrivare!

martedì, marzo 18, 2014

Verità Imperfette

A partire da domani 19 Marzo troverete in tutte le librerie Verità Imperfette, un noir contemporaneo scritto a 20 mani (spero che il conto sia giusto) da dieci autori diversi, che si sono cimentati nell'impresa di comporre un romanzo giocando sulla molteplicità delle storie che lo compongono e sulla varietà dei punti di vista con i quali una vicenda può essere narrata.

Ho preso parte a questo progetto, curato da Luigi De Pascalis per Del Vecchio Editore, scrivendo uno dei capitoli che riuniti insieme danno forma alla storia. Verità Imperfette parla di incubi che si mescolano con fatti di cronaca, di un caso giudiziario terribilmente verosimile e di grotteschi orrori quotidiani, ma soprattutto del modo in cui viene elaborata la realtà da chi ne è spettatore. Non vi starò ad annoiare con ulteriori dettagli, né vi racconterò null'altro della trama, sappiate comunque che il tono cupo e crudo della vicenda narrata mi ha permesso di scrivere "altro" rispetto al solito. So bene che il mio essere autore viene quasi esclusivamente collegato ai fumetti che sceneggio e disegno, ma come saprà chi segue il mio blog da un po' più di tempo, la scrittura è un'altra delle mie passioni.

Di recente ho avuto modo di esercitarla un po' meno, visto il relativo successo dei miei fumetti, ma se volete leggere qualcosa di mio vi consiglio alcuni dei racconti brevissimi che ho pubblicato già su internet come Emilio, Il brucomela, Studenti. Li trovate, assieme ad altri, nella sezione racconti della colonna qui a sinistra, in basso. Poi chiaramente, non posso che consigliarvi di acquistare anche il libro, soprattutto se vi piace il genere. Nelle prossime settimane potreste anche trovarmi in giro a presentarlo assieme agli altri miei colleghi, in tal caso non mancherò di avvertirvi.

Edit: potete acquistare il libro qui.

lunedì, marzo 03, 2014

Versioni alternative


Scrivere il finale per la serie appena conclusasi di Drizzit è stata una vera e propria impresa. Giunto al termine della battaglia con il guardiano, mi sono ritrovato a dover chiudere un sacco di archi narrativi che erano rimasti in sospeso: Nantima e Pako, la storia di Katy con Tallis, la Confraternita della Penombra praticamente svuotata, il destino delle spade magiche Nunfus e Sympa, nonché il fatto che il gruppo si ritrovava senza nemmeno un posto dove andare. Ogni cosa doveva essere sistemata, e possibilmente nel minor numero di strisce possibili, perché la chiusura di una sceneggiatura non può protrarsi troppo a lungo.

Una volta deciso il destino di quasi ogni punto, restava aperta la questione Drizzit e Katy. Avevo in mente di concludere la serie facendo loro combinare qualcosa, ma trattandosi di una striscia umoristica non potevo mica scrivere un pezzo da Romeo e Giulietta! Ci voleva la giusta dose di leggerezza, e non volevo certo rinunciare alla vena comica. Così ne ho parlato con Drizzit e Katy, che avrebbero dovuto interpretare la loro parte nel fumetto, certo che mi avrebbero saputo consigliare. Le idee dei due protagonisti erano abbastanza chiare, e soprattutto Katy sembrava molto sicura su come avrebbe reagito il suo personaggio in certe situazioni. Una prima sceneggiatura fu stesa e iniziai a disegnare le scene.

Nonostante la bravura dei personaggi e un certo brio nelle battute, tuttavia, mi sembrava che la scena romantica tra i due si protraesse troppo. La striscia 941bis (che vedete sopra) non aveva un finale divertente (si concludeva con un bacio) e per quanto arguta, la battuta di Katy nella seconda vignetta non mi sembrava abbastanza divertente. Così decisi di scartarla.

Riscrivemmo la scena, e Drizzit propose di puntare sulla propensione di Katy nel combinare casini. In fondo lui aveva le forbici in mano, e sarebbe stato divertente se Katy nell'approcciarsi a lui avesse finito per accoltellarlo. Nuova sceneggiatura, nuove strisce. La scena effettivamente era divertente. Katy si avvicinava per baciarlo e Drizzit si pugnalava da solo con le forbici. Ma rileggendole mi resi conto che l'intera scena era troppo simile al dopo-scontro del Guardiano Elfico, quando Drizzit era stato pugnalato da Katy e lei non sapeva come curarlo. Una scena nemmeno troppo distante, dal punto di vista temporale. Non mi andava di ripetere di nuovo qualcosa di simile, quindi decisi di scartare anche queste strisce. Con grande rammarico, perché erano carinissime. Tra l'altro in queste scene veniva fuori che l'elfo ha fatto scorta di cristalli presso la casa di Baba distrutta (quei pochi rimasti dopo l'assalto degli spettri): in seguito si scoprirà che il gruppo è in possesso di alcuni di questi cristalli ma non si saprà dove sono stati presi. Peccato.

A questo punto si pensò di sfruttare, anziché i difetti caratteriali di Katy, le fisime di Drizzit. D'altro canto l'elfetto non si era ancora mai "dichiarato" ed era chiaro che se l'avesse fatto, non sarebbe stata per lui una cosa semplice. La terza stesura fu quindi quella definitiva, con Drizzit che fa a Katy il pistolotto, lei che resiste alla tentazione di soffocarlo con un bacio, e la coppia che riesce a "mediare" tra i difetti di entrambi. Cosa ne uscirà fuori? Quali sono i reali sentimenti di Katy? Drizzit come reagirà a un'evoluzione del genere? Funzionerà? Quanto durerà? Sono domande alle quali si darà risposta (forse) nella serie appena iniziata.

Intanto occorreva rivedere le strisce già disegnate: rimuovere il sangue laddove era stato disegnato, compresa la scena finale nella quale compariva evidente un Drizzit con la gamba bendata. Effettuate le modifiche, la serie poteva dirsi conclusa. Ho abbracciato i protagonisti e ho offerto loro una vacanzetta di una settimana prima di ricominciare a lavorare sul set delle nuove strisce.

domenica, marzo 02, 2014

Drizzit 939-942







E così si conclude anche questa serie di Drizzit.

Leggendo qui sotto vedrete che si tratta della 6a serie, però gli albi pubblicati da Shockdom che raccolgono le strisce sono al momento solo cinque (il quinto esce in anteprima il prossimo 15 Marzo al Cartoomics di Milano), perché le prime due serie sono state raccolte insieme nel primo albo. Inoltre il primo albo, Drizzit - Le Origini, è stato numerato come "numero zero". Quindi non mi sorprende se qualche lettore si confonde nel tenere il conto!

A parte questo dettaglio della numerazione, siamo arrivati a un punto di svolta. A partire da domani, le strisce di Drizzit non saranno più pubblicate su questo blog. Le potrete seguire, con cadenza giornaliera, sul blog di Shockdom a questo indirizzo. Qui su questo blog invece troverete approfondimenti, curiosità, riflessioni e quant'altro si addice di più a un blog personale, compresi i miei scazzi quotidiani, le mie impressioni sull'ultimo film che ho visto, e magari qualche racconto breve in più. Vorrei riappropriarmi di questo spazio, che per molto tempo è stato "occupato" dal mio fumetto. Domani stesso ne avrete un piccolo assaggio, perché ho un paio di curiosità interessanti su questa serie e sul suo finale. Ma appunto, attendiamo domani.

Per oggi lasciamoci cullare dal finale di questa serie... e dalla soddisfazione di essere arrivato fin qui!


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domenica, febbraio 23, 2014

La creatività secondo Poincaré

D'improvviso non ero più in grado di vedere nulla, eppure potevo immaginare tutto. Mese era ancora lì davanti a me, una leggera brezza accarezzava l'erba verde del parco nella tiepida mattinata invernale, e Nete continuava a fissarmi con il suo sguardo vuoto, assente, distante.
– Il valore della creatività, secondo Poincaré, non è altro che il prodotto di un indice di novità e di un indice di utilità. – Iniziò a spiegare Nete. – "Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili" per dirla con le sue parole. Un autore in pratica non deve far altro che pescare dal proprio bagaglio di esperienze e cercare di massimizzare il risultato di questo prodotto, generando qualcosa di nuovo e nel contempo di utile allo scopo. Io mi occupo della prima parte del prodotto di Poincaré, la novità, mentre mia sorella si occupa della seconda, l'utilità. Insieme garantiamo agli autori un valore decente di creatività.

Mentre Nete continuava a parlare, io prendevo sempre più coscienza della mia situazione.
– Dove siamo? ...questo non è più il parco. Non riesco a capire cosa è successo.
– Succede che abbiamo cambiato mezzo. Adesso siamo in un racconto. Beh non proprio in un racconto, è una specie di resoconto pubblicato sul tuo blog...
– Vuoi dire che in questo momento... sto scrivendo?
– No, – rispose Mese facendo oscillare l'indice – in questo momento lo stanno leggendo.
Sorrise. Nete alle mie spalle sbuffò. Nulla di tutto ciò aveva senso, eppure tutto aveva senso.
– È questo il potere di Nete? – Domandai a Mese.
– Non abbiamo "poteri", non siamo supereroi o roba del genere. Ogni musa ha le stesse identiche capacità, ma ognuna le sfrutta in modo diverso, a seconda del proprio ruolo e dello scopo che deve raggiungere. Per rispondere alla tua domanda... a Nete piace giocare con queste cose. Mescolare contesti, opportunità, strumenti. Ogni volta che si dice che un autore ha creato qualcosa di innovativo, solitamente è merito di mia sorella. I nuovi media le offrono sempre maggiori opportunità ed è per questo che negli ultimi decenni, da muse del fumetto, siamo divenute anche ispiratrici di altri tipi di arte come ad esempio quella videoludica.

– Credo di essere un po' confuso... e non so se i miei lettori sono pronti a tutto questo. Non potremmo rendere questo episodio un pochino meno... traumatico? E magari tornare al "contesto" precedente? – Proposi. Mese lanciò uno sguardo in direzione di sua sorella. Nete socchiuse gli occhi, e d'improvviso il racconto terminò.

Drizzit 934-938








Alcune curiosità su queste strisce. Che si scrive senza i. Strisce, non striscie.

Forse qualcuno avrà notato che il lettering della voce di Nunfus, la spada intelligente che Katy ha portato via dalla Confraternita, è diverso. Ho pensato che sarebbe stato carino differenziare le voci "innaturali" da quelle naturali, all'interno del fumetto, anche per rendere più chiaro che la voce proviene da un oggetto e non da Katy (in alcune vignette poteva crearsi confusione). Immagino che la voce delle spade magiche in questione sia un po' metallica, in quanto esse non comunicano telepaticamente bensì tramite una bocca che emette suoni, e la bocca è appunto di metallo.

Della striscia 335 esiste anche una versione "ridotta" in cui il manichino non si vedeva. In effetti, far vedere il manichino è del tutto superfluo perché si capisce benissimo di cosa stanno parlando Wally e Dotto, ma in chiusura di serie mi piaceva l'idea di usare più strisce a tutta pagina, come a voler distendere il ritmo, e quindi ho ampliato la scena.

In quest'ultima striscia qui sopra, si vede Katy in procinto di tagliare via le dita ai suoi guanti. Come molti di voi ricorderanno, l'outfit originale che scelsi per Katy mesi fa, quando decisi che avrebbe cambiato abito, aveva le dita scoperte. Gli abiti nuovi di Katy furono decisi in accordo con i lettori, che votarono una serie di proposte fino a giungere a questa versione. Poi però, disegnandolo, ho commesso l'errore di lasciare i guanti "chiusi". Me ne sono accorto dopo qualche striscia e avrei potuto benissimo correggere quelle disegnate sbagliate fino a quel momento, ma poi ho pensato che da questo errore poteva nascere l'occasione per mostrare di nuovo un aspetto simpatico del carattere di Katy. Katy è una che non bada molto ad apparire: non si trucca (Baba in una vecchia striscia glielo rinfacciò pure), non si prende cura dei propri capelli (sempre Baba ce lo fa notare con delicatezza paragonandoli a stoppa in una passata striscia) e non le interessa molto cosa indossa, tanto che per molto tempo ha indossato un vecchio abito di Baba riciclato e aggiustato. Ma appunto, le piace aggiustare le cose che le capitano sotto mano: al vecchio vestito di Baba cucì le aperture a lato delle gambe e strinse il giro-petto trasformandolo in un risvolto ed eliminando il pellicciotto. Nel farlo, rischiò di amputarsi tre dita (questo tanto per ribadire che non c'è una sola cosa che Katy sia veramente capace di fare).

Ripensando a questi aspetti del carattere di Katy ho pensato di riproporre una scena analoga nella quale Katy sta per tagliare via le dita ai guanti rischiando di farsi molto male. Mi è sembrata una scena molto consona al personaggio. Ho notato che molti lettori sono troppo abituati a una visione statica e stereotipata dei personaggi, tipica dei fumetti per i bambini come Topolino o i manga shonen, dove i protagonisti sono sempre uguali a se stessi, tanto che ogni minimo scostamento dalla loro attitudine generale è visto come un'anomalia (ehi, Zio Paperone è generoso! ...cosa sta accadendo???).

Purtroppo (o per fortuna?) la vita è diversa. Non mi ritengo un idiota ma mi capita spesso di comportarmi come un idiota, e nonostante non credo che la gente che mi conosce direbbe che sono un idiota. Mi piace riportare questo realismo nel fumetto, facendo tentennare Sir Tallis di fronte ai suoi principi, facendo arrabbiare Drizzit nonostante sia solitamente una persona paciosa, facendo guizzare il genio di Wally che solitamente non è affatto perspicace, e anche facendo compiere a Katy qualcosa di scemo di tanto in tanto, visto che può capitare che anche lei sia sovrappensiero o distratta.

Più in generale, mi piace l'idea che le strisce di Drizzit possano essere lette a diversi livelli. Un primo livello è quello in cui tutti i personaggi sono stereotipi e l'importante è strappare un sorriso, ma poi ci sono ulteriori livelli meno superficiali e forse più interessanti, che riguardano il modo in cui i personaggi interagiscono fra loro, si evolvono, si relazionano, e tutte le motivazioni annesse e connesse. In una striscia a fumetti, il 90% degli accadimenti è legato al modo in cui i personaggi si rapportano fra loro, non credo che sarei mai riuscito a scrivere un fumetto in cui per mille strisce restano tutti delle macchiette bidimensionali uguali a se stesse... nonostante questa sia la norma, in un fumetto del genere.


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lunedì, febbraio 17, 2014

Drizzit 928-933







Che ci crediate o no, questa serie di strisce è stata sceneggiata e disegnata diversi mesi fa e nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe capitata proprio nella settimana di San Valentino. Ho la vaga sensazione che comunque, qualsiasi cosa avessi pubblicato a San Valentino, sarebbe stata recepita attraverso un'ottica distorta, quasi a voler sottolineare gli aspetti amorosi della questione, qualsiasi essa fosse stata. Ma è indubbio che proprio questa serie di strisce si presta molto all'occasione. Grazie destino!

Al momento in cui sto scrivendo queste parole ho la testa intrecciata tra mille lavori, scadenze e incombenze. Scorro queste strisce e vedo la serie concludersi, mancano solo una quindicina di strisce. Nel frattempo stiamo lavorando per l'uscita del nuovo albo e io sono già da tempo al lavoro sulla nuova serie. Osservo tutto con un po' di distanza, soddisfazione e malinconia. E' una sensazione bella, ci si sente realizzati.

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domenica, febbraio 16, 2014

Humanity not found


Ogni domenica, da più di un anno a questa parte, pubblico sul blog di Shockdom del collettivo Fumetti Crudi così come sulla pagina di Facebook relativa un nuovo episodio di The Author. Ebbene, oggi, dopo tante settimane di pubblicazione, per la prima volta, ho deciso di NON PUBBLICARE il nuovo episodio di The Author. Si tratta di una scelta consapevole che metto in atto per spingere un po' tutti a riflettere su certi argomenti. Cosa è successo?

Qualche giorno fa, un lettore mi ha segnalato su una pagina di Facebook una mia vignetta pubblicata in maniera assolutamente criminale: la vignetta in questione era un ritaglio di un episodio di The Author piuttosto recente, ed era stata pubblicata senza citare né l'autore né la pagina del fumetto di origine. Essendo un ritaglio, era stato eliminato il titolo, la firma e qualsiasi altro riferimento.
Per chi non lo sapesse, questo significa violare il diritto d'autore. Faccio notare, casomai non foste ferrati in materia, che il diritto d'autore non è il copyright e non ha nulla a che vedere con i diritti di sfruttamento economico dell'opera. Siccome The Author, così come Drizzit, viene pubblicato GRATUITAMENTE su internet, non c'è alcun copyright associato alla sua pubblicazione su internet, cioè nessuno può farvi pagare per leggere The Author o Drizzit online, e chiunque può farne l'uso che vuole, purché quest'uso sia gratuito e fintanto che si rispetta appunto il diritto d'autore.

Cos'è allora il diritto d'autore? E' semplicemente il diritto dell'autore di vedere riconosciuta la paternità della sua opera. In pratica se io dipingo un quadro o scolpisco una statua, ho il diritto per legge di essere riconosciuto come suo autore. Vale anche per fumetti, ovviamente. Sicché se un tizio qualsiasi prende un mio fumetto e lo ripubblica online da qualsiasi altra parte, ad esempio su un'altra pagina, deve premurarsi di attribuirlo correttamente altrimenti sta violando la legge. E per "legge" non stiamo parlando di norme di Facebook, di "netiquette" o di buona educazione su internet, stiamo parlando della legge italiana. La legge italiana riconosce agli autori la paternità delle loro opere e il diritto di rivendicarla.

Ovviamente Facebook sa benissimo come stanno le cose, quindi se un autore si accorge che una sua vignetta è stata ritagliata e pubblicata altrove senza che gli sia stata riconosciuta la paternità dell'opera, basta farlo presente agli amministratori. Questi si accertano che l'opera sia davvero dell'autore in questione, dopodiché vanno dall'amministratore della pagina che ha violato la legge, gli cancellano l'immagine e lo avvertono che la cosa che ha fatto è illegale. Ed è proprio così che ho proceduto: ho segnalato la violazione e loro hanno rimosso l'immagine pubblicata illegalmente e hanno ammonito l'amministratore della pagina che l'aveva pubblicata.

Il giorno dopo, mi ritrovo nella casella di posta una email del gestore di tale pagina. Il testo della mail era una sola, singola parola: STRONZO.

Chi mi conosce sa bene che non so trattenermi dal rispondere, e non per un qualche "moto di rabbia" come capita spesso su internet, bensì per un deviato (e forse altrettanto malato) bisogno di spiegare le mie ragioni, come se volessi credere che il mio interlocutore non si sia accorto di aver commesso un illecito. Così, utilizzando toni non certo pacati, ho cercato di spiegare per filo e per segno all'amministratore di tale pagina come funziona la legge, come funziona Facebook, e cos'è il diritto d'autore (visto che nel rispondermi aveva di mostrato di non sapere nemmeno la differenza tra quest'ultimo e il copyright). Ho concluso facendogli notare che per non violare il diritto d'autore bastava premurarsi di segnalare l'autore almeno nella didascalia, e che se me lo avesse chiesto PRIMA, avrei potuto addirittura acconsentire alla pubblicazione della vignetta, magari nella versione non mutilata. Prendendo una mia vignetta, ritagliandola e pubblicandola senza indicarmi come autore si era reso invece a tutti gli effetti un ladro.

Dopo questo vivace scambio di email pensavo che la situazione si fosse chiarita. Invece no. Trascorre un altro giorno e l'amministratore della pagina in questione mi scrive un'altra bella mail piena di idiozie, di cui riporto solo la parte finale:

«Ma chi te se ncula? Ma che hai depositato il marchio della pepsi? Hai fatto una fetentissima vignetta, che è stata condivisa (portandoti anche un po' di pubblicità), e ti comporti come se ti avessero rubato il graal. Ma vai a zappare!»

Nella parte di poco precedente l'amministratore mi dà anche del coglione perché lui non può "andare a controllare ogni singola cosa che gli viene proposta" e perché se l'unica cosa che voglio tutelare è il diritto d'autore, farei bene a non mettere su Facebook i miei lavori.

Non gli ho risposto direttamente, non ho intenzione di farlo. Ma vorrei far notare in questa sede che, come può dedurre una qualsiasi persona normodotata cerebralmente, non si ottiene nessuna "pubblicità" da una vignetta che viene pubblicata -appunto- senza riportare l'autore o almeno la pagina da cui è stata rubata. La vignetta non è stata "condivisa" (un'opzione di Facebook con il quale si può ripubblicare un contenuto mantenendo il link alla pagina originale), è stata presa, modificata e ricaricata su una pagina diversa da quella originale. Facebook ti avverte in tutti i modi quando si caricano immagini negli album che devi stare attento a non violare alcun diritto! Ebbene, ecco la notizia: se carichi su un tuo album un disegno di un altro dopo aver ritagliato via firma e logo e non glielo attribuisci, stai violando il diritto d'autore. Strano, vero? Non l'avrei mai pensato.

Sul fatto che una pagina non possa controllare ogni singola cosa che pubblica poi, replico semplicemente che si può fare benissimo. Che ci vuole? Ad esempio io lo faccio: quando inserisco una fan-art nella gallery di Drizzit, cito autore e possibilmente pagina dell'autore. Ma lo fanno anche tantissime altre pagine come ad esempio Mondo di Nerd, che ha decine di migliaia di fan più della mia pagina: ogni immagine che viene caricata dall'amministratore di quella pagina riporta sempre l'autore e nel caso in cui l'amministratore non sappia di chi si tratta, lo chiede direttamente ai suoi lettori in modo da aggiornare la didascalia non appena qualcuno glielo riporta. Mi preme sottolineare che questa, prima di essere una pratica a norma di legge è una cosa civile, è buona educazione. Cioè quello che la legge chiede di rispettare in realtà è una buona norma, una cosa che io stesso mi premurerei di fare anche senza il pericolo di essere denunciato.

Purtroppo la politica nobile, educata e legale di certe pagine non è quella adottata dalla maggior parte delle pagine "contenitore" di Facebook, che spesso si aggiornano rubando immagini qua e là su internet, ritoccandole, ritagliando via quello che non piace e perché no anche aggiungendoci didascalie personali o il loro bel logo. Queste pagine sono perlopiù espressione dell'ego di incapaci che non potendo condividere con il pubblico quello che sanno fare, mettono in mostra la bravura di altri, nascondendo però gli altri. E accumulano centinaia di migliaia di fan facendo ridere, riflettere e emozionare i propri followers spesso senza che questi sappiano chi sono gli autori dietro le opere che li hanno fatti ridere, riflettere, o emozionare. Queste pagine, personalmente, mi fanno schifo.

Infine, e concludo, il ragionamento per cui se io volessi tutelare il diritto d'autore dovrei tenermi le strisce chiuse nel computer è un ragionamento (chiaramente) idiota. E' come dire: se hai scolpito una statua, non metterla in giardino! Scolpiscila e poi chiudila in soffitta, perché se la metti dove tutti possono vederla poi non ti puoi lamentare che un coglione ne stacchi un pezzo e se lo porti via per farci un soprammobile nel suo soggiorno. E se lo denunci, e le guardie vanno lì e si riprendono il tuo pezzo di statua, non puoi lamentarti che quello venga a darti dello stronzo e del coglione: lo stronzo e il coglione sei tu, autore utopista e disilluso, che hai ancora fiducia nell'umanità. Chiaro?

Per questo motivo io oggi non pubblico The Author. Me lo tengo nel computer, nella mia soffitta, perché la mia scorta settimanale di fiducia è esaurita e ha bisogno di tempo per ricaricarsi.
Humanity not found.
Buona domenica.

lunedì, febbraio 10, 2014

Drizzit 922-927







Mi è piaciuto specificare che una gilda di sicari non è una trattoria. In effetti, anche tra i lettori, credo che molti facciano confusione tra una gilda di ladri e tagliagole, cioè un gruppo di furfanti che si è organizzato per delinquere, e una confraternita di assassini. La Gilda dei Ladri di Topple, di cui faceva parte anche Katy quando Edgar ne era a capo e Brando ne era il maestro d'armi, era proprio un'associazione a delinquere con un capo al vertice e decine di scagnozzi al seguito. Una gilda come quella di Topple avrebbe potuto far circolare la voce che c'era bisogno di uomini, un nuovo reclutamento, e si sarebbe trovata a selezionare nuovi membri tra una variopinta fauna di gente poco raccomandabile che avrebbe bussato alla porta.

La Confraternita della Penombra, invece, non funziona in questo modo. I membri della confraternita sono scelti dalla confraternita stessa e addestrati per anni. Addirittura alcuni vengono scelti da bambini, tra gli orfani promettenti come è stato fatto con Artemide. La Confraternita della Penombra insomma non è composta da feccia, bensì da professionisti. Poi che durante l'assenza di Artemide il reclutamento fosse stato meno "controllato" è una delle cose di cui il Maestro ha fatto in tempo a lamentarsi, prima che quasi tutta la sua gilda fosse massacrata.

Quindi ci vorrà del tempo prima che la Confraternita possa tornare ad annoverare di nuovo un discreto numero di assassini: occorrerà tenere gli occhi aperti per nuove promettenti reclute, ingaggiarle e addestrarle. Katy, che è il nuovo Maestro della Confraternita, potrà contare per ora solo su Artemide (vice-Maestro), Dotto (spalla femminile del Maestro), Nantima e Pako (che però stanno per sposarsi e partire in viaggio di nozze) ed eventualmente su Drizzit e Wally se decideranno mai di entrarvi a far parte... ma si capisce fin da ora che i due non sono esattamente il tipo di persona entusiasta di divenire un assassino a pagamento.

Ah, dimenticavo. Gionni Farnoni (vedi strisce della settimana scorsa) non è un sicario. E' solo il proprietario della parrucchineria che offre copertura al covo della Confraternita. La Confraternita lo ha eletto "membro onorario" e lui ne è entusiasta, ma al momento egli uccide solo due cose: la moda e la poesia.

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lunedì, febbraio 03, 2014

Drizzit 915-921









Come ho già scritto in qualche post precedente, quando giunsi a questo punto, nella stesura della sceneggiatura, mi resi conto di una cosa: Drizzit non aveva ancora mai combattuto. Dai fantasmi era stato salvato, contro i demoni si erano scontrati un po' tutti tranne lui, e contro Shedim si era scagliata Baba (seppure assumendo i suoi panni). Quindi volevo che Drizzit si mettesse un po' in mostra. Alla fine invece è Katy che distrugge il Guardiano e lui resta pure ferito! Non so se le cose sono andate come volevo che andassero, ma alla fine la storia funziona, e l'elfetto avrà di sicuro altri momenti per mettersi in mostra, magari in serie successive... sempre che sopravviva.

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