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Mi permetto di suggerirvi una strategia.
E' ormai palese a tutti* che Berlusconi non si è inventato niente. Il suo programma è semplicemente la copia del piano di rinascita democratica della P2 di Gelli. Al tempo le cose si facevano nell'ombra, una strategia che le lobby clericali ancora continuano ad adottare perché i sepolcri imbiancati fanno chic se vengono esposti nei salotti, checché ne dica Gesù Cristo. Berlusconi ad un certo punto ha dovuto rischiare, anche perché la mafia pretendeva risultati e cominciavano ad accumularsi un po' troppi processi a suo carico. Quindi che ha fatto? Ha fondato un bel partito con un nome del cazzo, con l'intento di attuare il piano di Gelli davanti agli occhi degli italiani senza che nemmeno se ne rendessero conto.
Ha capito che poteva farlo, perché tanto possedeva 3 televisioni che trasmettono su scala nazionale (grazie a Craxi, e se una era abusiva si trattava di un problema che avrebbe risolto a breve), nonché un giornale tutto suo (intestato al fratello) con tanto di periodici, una casa editrice potentissima e rubata (la Mondadori), una squadra di calcio, telepiù (intestata a prestanomi) e se non possedeva anche una radio era solo colpa di una legge malandrina che avrebbe poi pensato a cambiare (e infatti l'ha fatto, e ora possiede anche quella). Poi una persona che è proprietaria, direttamente o indirettamente, di mezza Italia, può contare su tanti amici: dipendenti che vogliono fare carriera, debitori che vogliono salvarsi l'anima, mafiosi che da quando non c'era più la DC non sapevano più chi votare, politici che dopo Mani Pulite non sapevano più cosa fare e stavano quasi pensando di andare a lavorare, i diecimila avvocati che seguivano le decine di suoi casi giudiziari... e di amici ne avrebbe avuti ancora di più una volta poggiato il culo sulla poltroncina del parlamento.
Certo, una legge dice che non può presentarsi alle elezioni. Ma tanto, chi le rispetta le leggi? E soprattutto, chi le fa rispettare? Così anche se la legge (legge numero 361 del 30 Marzo 1957, articolo 10) dice che non puoi essere eletto se sei proprietario di una società che macina miliardi su concessione statale (per esempio Mediaset), in Italia basta dire: "fate finta di niente, la questione la risolvo dopo" ed è come se la legge l'avessi rispettata.
Insomma come è potuto succedere tutto questo? Cioè come è potuto succedere che un tizio ex-pidduista che era sotto processo per appropriazioni indebite, corruzioni, frodi fiscale, falsi in bilancio e tutto il resto, con sospetti collegamenti con la mafia, un tizio che tra le altre cose ha la stessa statura politica di Massimo Boldi, che abbiamo visto fare battute pecorecce ai convegni internazionali, che ha dato del Kapò al leader socialista tedesco quando quello gli faceva notare che stava usando il suo potere per salvarsi dai processi, uno che si fa costruire un vulcano finto nella villa in Sardegna ed un mausoleo ad Arcore per quando morirà, che scrive canzoni per Apicella... come fa un tizio del genere a presentarsi illegittimamente alle elezioni con un programma politico che è quello della P2 e ad essere eletto? La risposta è semplice: perché è un genio dell'invasione pubblicitaria. O come ci ricorda Luttazzi: un piazzista.
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E quando ci fu il referendum se volevamo la pubblicità in televisione, Berlusconi mandava cartelli pietosi all'inizio di ogni film con scritto "in questo film ci sono solo tre stacchi pubblicitari, ma grazia a questa pubblicità potete guardarlo gratis". Un messaggio tre volte ingannevole, innanzitutto perché nulla avrebbe impedito agli stacchi pubblicitari di moltiplicarsi appena passato il referendum. Poi c'è il fatto che se mi sorbisco quindici minuti di stronzate commerciali a film, moltiplicate per tutti film che vedo in un anno, faranno a occhio e croce duecento ore di pubblicità... e non è un costo, questo? Se lo chiedessero a me preferirei pagare il canone e levarmele dai coglioni, soprattutto visto che adesso non sono più tre stacchi, ma ben di più. Infine, accettare la pubblicità nei film ha significato per mediaset una crescita di guadagni spropositata che ha costretto la RAI a fare la stessa cosa, per evitare di essere schiacciata dalla concorrente. La RAI infatti non può più permettersi ancora oggi, nemmeno contando sul canone, di non fare pubblicità in mezzo ai film come prima faceva solo Mediaset. Non solo, attualmente non può più permettersi neppure di mandare la cultura in prima serata, o di non trasmettere stronzate come i reality show. E questo perché la tv di Berlusconi è un concorrente potente che attira spettatori sottraendo profitti alla tv di stato. La tv di stato è costretta a rispondere con le stesse armi.
Insomma il risultato qual'è? Tonnellate di pubblicità ovunque, su qualunque televisione, rivista, cartellone, vestito, partita di calcio, cartone animato, programma televisivo e radiofonico.
Ma torniamo agli italiani. Voi capite bene che un popolo rincoglionito a tal punto da considerare la pubblicità una cosa normale come l'aria, è naturale che abbassi le difese contro di essa. Cioè: se io non mi considero più "assaltato" dal prodotto pubblicitario, non mi infastidisco più, non provo più indignazione... beh, lascio correre. L'italiano medio vive in una specie di incubo non percepito, una vita dove viene in continuazione bombardato di cazzate e non reagisce, perché "è normale". Non si indigna, non risponde, non si incazza. E' stato abituato a viverci dentro, insieme, in simbiosi. Ecco, proprio così: in simbiosi con le cazzate, al punto di tollerarle, fregarsene. In metropolitana, sui giornali "gratuiti" che trova sul treno, alla stazione (dove spesso il televisore 16:9 al plasma trasmette spot, mentre quello scassato in bianco e verde trasmette gli orari dei treni), in ufficio quando ascolta la radio, a casa quando accende la tv, nelle rivistacce che compra... ovunque.
Il suo livello di criticità è AZZERATO. E' abituato a bersi tonnellate di cazzate in maniera passiva, acritica, senza rifletterci, inconsapevolmente. Ma noi ben sappiamo che anche se non ci poni l'attenzione, le cose ti entrano in testa lo stesso. Alla quinta, sesta volta nella stessa giornata che l'italiano sente alla radio che "bababa baciamoci con bauli", quando va al supermercato e vede Bauli gli sembra di conoscerlo, e non compra il panettone Equo e Solidale. Mica lo fa con cattiveria! E' normale. Dopo dieci volte che senti dire "gli immigrati sono tutti criminali", lo ripeti anche tu quando vai dal droghiere. Il luogo comune, la cazzata che gira, si attacca come il morbillo! I primi a sapere di questo meccanismo sono quelli che fanno le pubblicità. O pensate che le pubblicità vengano fatte per colpire chi le analizza con attenzione?
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Quindi qual'è la strategia che volevo suggerirvi, cari Ilaria e Jes?
Semplice: quella di impegnarvi affinché le persone riprendano a ragionare, ad avere uno spirito critico, una coscienza di ciò che accade, affinché sappiano analizzare il mondo, che sappiano distinguere la fuffa dalla realtà. Soprattutto le persone del domani, perché per quelle di oggi ormai c'è ben poco da fare. E il vostro impegno non deve aspirare all'assoluto, vi è chiesto solo di fare quanto potete, che vi assicuro non è poco perché possiamo tutti fare tantissimo e siamo circondati da persone che fanno niente, quindi bisogna pure stare attenti a non considerare tanto il poco. Insomma la mia strategia è: continuate a fare quello che state facendo con lo scoutismo, cioè a educare ragazzi ad essere buoni cittadini e ad avere una coscienza critica tenace e robusta, è la cosa migliore da fare, spero ve ne rendiate conto.
Ciao
Bigio
*tutti = tutti coloro che non ritengono Libero un giornale e il TG2 un telegiornale.
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