giovedì, gennaio 03, 2013

Il "making of" di Drizzit

Dettaglio di due vignette di una striscia, bozza.
Come già anticipato nel mio precedente post, mi è stato chiesto di spiegare più chiaramente in che modo vengono realizzate le strisce di Drizzit. Lo farò non solo per cortesia, ma anche per comodità, in quanto questa pagina mi sarà utile per rispondere a future domande sull'argomento.

Prima cosa da sapere: Drizzit è una striscia a fumetti. Più precisamente è un webcomic realizzato nel formato di una striscia a fumetti (rimando a wikipedia per maggiori informazioni riguardo alle strisce a fumetti). Al contrario delle strisce tradizionali, comunque, anche per il fatto che viene pubblicato su internet e non su un quotidiano, presenta alcune differenze dalle strisce tradizionali, ad esempio il portare avanti una "trama" che collega tutte le strisce, oppure che molte strisce presentano formati insoliti che di solito nelle strip classiche sono relegati alle cosiddette "strisce domenicali". Il fatto che Drizzit sia una striscia a fumetti e che sia pubblicato giornalmente significa che deve rispettare due condizioni fondamentali: un ritmo di produzione adeguato alla sua frequenza di pubblicazione, e una economia di lavoro dovuta al fatto che le strisce vengono solitamente visualizzato in formato ridotto. Ciò si ripercuote in alcune scelte di lavorazione che sono costretto a mettere in pratica.

Se ogni striscia mi costringesse a perderci più di un'ora, un'ora e mezza, considerato il tempo che ho a disposizione per realizzare le strisce, non riuscirei mai a rispettare la frequenza di pubblicazione di una striscia al giorno. Ecco allora l'esigenza di ricercare uno stile che sia efficace ma anche di veloce realizzazione, che risulti un buon compromesso tra dignità grafica e rapidità.

Seconda cosa da sapere: Drizzit viene creato direttamente in digitale, utilizzando una tavoletta grafica e un programma di disegno. Non esistono "bozze cartacee" di Drizzit, tranne qualche sporadica prova che mi capita di realizzare magari sulla tovaglia dell'ultima pizzeria dove sono stato. I programmi che utilizzo per disegnare sono attualmente Manga Studio e Photoshop (ma ho iniziato con Gimp). Il primo è ottimo per i disegni, potendo contare su una quantità di pennelli molto più numerosa e su una stupenda funzione di auto-correzione del tratto. Photoshop però è uno strumento perfetto per quanto riguarda la cosiddetta "chirurgia" del disegno, e per la colorazione dello stesso.

Bozza di una delle strisce, con i testi già inseriti.
Ogni fumetto nasce a partire dalla sceneggiatura. La sceneggiatura di Drizzit viene programmata in due modi diversi: il primo è un abbozzo della trama a lungo termine, molto generico. Semplicemente mi chiedo: dove voglio andare a finire? Ad esempio nella serie "Drizzit e il Tesoro del Drago" avevo in mente di far incontrare un drago al gruppo, già avevo previsto la sorpresa finale, e avevo programmato di far incontrare ai personaggi sia il villaggio coboldo che la tribù degli yeti. Nulla però era stato definito con precisione. Successivamente, a partire dall'abbozzo generico, si mette nero su bianco una sceneggiatura delle strisce più dettagliata. Molte volte, questo avviene in contemporanea con la stesura delle "bozze" e cioè dei disegni preliminari delle strisce, fatti velocemente giusto per capire come una striscia venga fuori.

Disegni definitivi. La bozza è stata già eliminata.
Dalla bozza al disegno. Le bozze vengono salvate, e successivamente riprese per essere terminate. La sistemazione dei testi va eseguita in questa fase, perché altrimenti dopo aver terminato il disegno si rischia di non avere più spazio. Tracciando la bozza su un layer a parte, la si può schiarire in modo da utilizzarla come base per il disegno definitivo. In seguito il layer con la bozza può essere eliminato (anche se è meglio conservarlo invisibile, non si sa mai).

La colorazione delle strisce è opzionale, nel senso che solitamente le strip non vengono colorate. La colorazione porta via tempo, e come spiegato in precedenza, il tempo di realizzazione è fondamentale. Se la qualità del proprio tratto è decente, e se si è bravi nell'uso del chiaroscuro, si può evitare di colorare le strisce. Per Drizzit però ho scelto il colore, e non solo per una questione estetica. Quando ho iniziato a disegnare Drizzit come disegnatore ero proprio una pippa, e il colore aiutava a "mascherare" la schifezza dei disegni. Inoltre, essendo un webcomic e non considerando affatto che Drizzit dovesse o potesse un giorno essere stampato, non vedevo alcun motivo per non colorarlo. Ora che le prime versioni cartacee di Drizzit stanno venendo alla luce, gli editori stanno facendo i conti con il fatto che i volumi di Drizzit devono essere stampati completamente a colori, incidendo sui costi di stampa e quindi sul prezzo finale dell'albo. La cosa, per fortuna, non sembra costituire un problema.

La versione definitiva della striscia 228.
La colorazione avviene su un layer aggiuntivo posto al di sotto del layer con il disegno, così i colori non interferiscono con il tratto. Le ombreggiature sono realizzate ripassando le zone in ombra con lo stesso colore, ottenendo così un "rafforzamento" del colore (esistono diverse funzioni che permettono di sommare il colore di pennellate successive, ad esempio "moltiplica" su Photoshop). Dovendo fare economia, sto attentissimo a non perderci troppo tempo. Ogni zona di colore presenta solo due gradazioni, il che significa due passate di pennello (una per la base, una per le ombre). La prima passata può essere sostituita con l'opzione riempimento, ma non sempre il perimetro dell'area da colorare è chiuso, quindi capita spesso di dover riempire la zona a mano.

Effetti grafici aggiuntivi, come ad esempio la luminescenza magica, il fumo o i bagliori di un fuoco, sono aggiunti su layer sovrapposti che possono così essere sfumati e/o schiariti a piacimento. Anche gli sfondi vengono aggiunti su un layer a parte, posto in fondo a tutti gli altri. Sempre per economia di tempo, non mi interessa elaborare sfondi troppo complessi, né posso sprecarci troppo lavoro. La maggior parte degli sfondi sono realizzati colorando parte della vignetta con un unico colore, magari riprendendo la forma di alcuni oggetti sullo sfondo come l'erba o il profilo della città. Il tutto viene poi sfumato e alleggerito. In una striscia a fumetti, la leggibilità dei testi è fondamentale, quindi sto molto attento affinché lo sfondo non finisca per infilarsi sotto ai testi, preferisco che il testo resti sempre su sfondo bianco, quando è possibile.

La striscia 334, versione definitiva.
L'ultimo dettaglio è aggiungere la firma. Si controlla l'orario e se la realizzazione della striscia ha superato il tempo previsto, ci si regola per ottimizzare il lavoro in maniera che la prossima possa essere realizzata più velocemente. E questo è tutto.

Ci sono delle note aggiuntive sul mio lavoro che mi premerebbe approfondire con chi è interessato, e sono: ulteriori dettagli sulla sceneggiatura di Drizzit; una nota sull'uso del copia+incolla; accorgimenti riguardo l'editing e la grammatica delle vignette; passaggi aggiuntivi richiesti da una illustrazione rispetto a una striscia. Questi punti li approfondirò in seguito, magari linkandoli qui sopra man mano che verranno alla luce. Per adesso spero di essere stato chiaro e esauriente. Alla prossima.


Licenza Creative Commons
Drizzit è protetto da licenza Creative Commons e dalle norme vigenti sul diritto d'autore.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Grande, ci speravo proprio in questo articolo! Non vedo l'ora che esca anche quello su sceneggiature, illustrazione eccetera.
Per curiosità, disegni i contorni delle vignette volta per volta oppure hai una serie di griglie predefinite?

Bigio ha detto...

Beh conviene sempre creare una serie di strisce vuote "pronte" tra cui scegliere ogni volta. Se poi serve un formato diverso da quelli che si hanno già, lo si crea e si aggiunge agli altri.