Allo stesso modo, credo che tante altre persone scivolino di giorno in giorno senza nemmeno rendersi conto che il senso della loro nascita è realizzarsi. Lanciano il proprio corpo avanti, inseguendo traguardi come fine settimana, fine mese, fine anno. Sperando nel meglio, confidando nel meglio, o forse neppure quello, forse sono rassegnati e piangono ogni sera, amareggiati dalla propria consapevolezza. Lo stesso la mia esistenza vale quanto la loro? Non lo so, a conti fatti e valutando le cose con la mia scala di grandezza, la mia vale anche di meno, ché di cose grandi di quelle che per me grandi sono davvero, credo di averne fatte ben poche.
Eppure il peso della mia vita mi è lo stesso caro, e non cederei alla tentazione di scambiarla con quella di qualcun altro, nemmeno con quella di qualcuno che la marmaglia di persone delle quali sono circondato considera più fortunato. Che me ne faccio dei miliardi? L'essenziale non è invisibile agli occhi. L'essenziale è proprio di fronte a noi. L'essenziale è assecondarci nella semplicità del quotidiano, e puntare verso la felicità che ci meritiamo. Non quella che tutti credono che sia la felicità, ma verso quella che davvero ci meritiamo. Sono stato abbastanza fortunato, perché ho avuto la possibilità di crescere e comprendere, analizzare e capire, ragionare e acquisire consapevolezza, crescere e pensare, sapere cosa rimettere in discussione e cosa no. Così quando arrivo a casa e parcheggio la macchina, il motore si spegne e il mio cervello continua a ronzare. Salto la cena (perché mi dimentico), esorcizzo le mie elucubrazioni scaricandole sul foglio in varie forme, e infine vado a dormire sereno aspettando con ansia di scoprire cosa cazzo si inventerà il mio inconscio durante quelle poche ore di sonno REM.
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