sabato, settembre 03, 2011
Ma di che mi lamento?
Certe volte mi capitano giornate come oggi, in cui mi alzo e sono già in ritardo, senza che abbia nemmeno un orario. Sono una di quelle fortunate persone che non deve timbrare un cartellino ogni mattina (adesso il cartellino non lo timbra più nessuno, ci sono le card elettroniche), io sono la risorsa e chi la gestisce, e guadagno quello che mi merito in base a quello che riesco a fare ogni giorno. Il 90% delle volte quando mi sdraio nel letto penso "anche oggi non ho fatto un cazzo" ma ci anche sono giorni in cui mi crogiolo nella soddisfazione di qualche riconoscimento, e altri in cui mi dico: ogni volta che si investe in se stessi è un buon investimento. D'altro canto, da gran sostenitore del down-shifting, dovrei essere più che felice di poter gestire le mie giornate in modo da avere tutto il tempo libero che voglio, quando lo voglio, sacrificando nella quantità che voglio il tempo che potrei dedicare a guadagnare qualche soldo in più. Ma come dicevo, certe volte capitano le giornate come oggi. Mi scaldo il caffé e lo lascio freddare perché ho già una lunga lista di cose da fare, che so di dover fare e voglio fare, così quando mi ricordo del caffé è già ora di pranzo e io faccio colazione. Poi dò ripetizioni e poi ho il mio turno in ludoteca, e poi c'è da organizzare la super-festa del weekend. Allora guardo il mio album dei disegni e dico: vorrei scarabocchiarci ancora un po' ma dovrò attendere il prossimo lungo viaggio in treno (ammesso che mi dimentichi di portare il mio Mac). E l'intera questione mi sembra ridicola e complicata nello stesso momento, non capisco se rammaricarmi o fare spallucce. Butto giù questa pagina di blog e mi chiedo se è servita a esorcizzare qualcosa e se quest'ansia continuerà a seguirmi fino al suo naturale climax, l'abominevole sabato sera. Sono un coacervo di talenti sprecati, ma coltivati con cura. Qualcosa varrà, dal punto di vista dei punti paradiso, spero.
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