mercoledì, marzo 02, 2011

Il Grinta e Solomon Kane

Adesso metto insieme due recensioni e parlo di due film che apparentemente non hanno niente in comune... e che forse non hanno niente in comune nemmeno oltre l'apparenza. Il primo film è Il Grinta, che da qualche giorno è nei cinema. L'altro è Solomon Kane, che da qualche giorno è uscito in Dvd/Blue-ray e che al cinema è apparso di sfuggita, ma senza biasimo per le sale che non l'hanno messo in programma.

Il Grinta è l'ultimo film dei fratelli Coen. Trovate tutti i dettagli su Internet Movie Database quindi non starò a parlarvi degli attori e dei registi, tranne forse menzionare che i fratelli Coen sono quelli che hanno girato il film più bello di tutti i tempi, a mio parere: Il Grande Lebowsky. Come in tutti i film di questi registi, c'è molta ironia (anche se si tratta di un western) e la regia è impeccabile, ma quello che colpisce di più dei loro film è la qualità della sceneggiatura. Non c'è un solo dialogo che sembri arraffato e buttato là giusto per far dire qualcosa al personaggio. Il copione è di altissimo livello, le battute non sono mai banali, anzi dimostrano sempre un gran lavoro di approfondimento attorno al periodo storico, al tipo di film, alla collocazione geografica e non per ultimo alle origini di ogni personaggio. Nessun personaggio discute di banalità, o scambia due parole senza senso. In un qualsiasi altro film western in cui due cowboy di fine '800 discutessero a cavallo, si direbbero cose tipo "che diavolo di foresta intricata" oppure "sono giorni che camminiamo dannazione" o "una volta con la mia colt ho fulminato dieci indiani" ...cose così. Ma in un film dei Coen l'intelligenza dello spettatore, la cultura, la capacità di riconoscere le blatere dalle discussioni verosimili, non vengono mai sottovalutate. Così quando il Grinta straparla, lo fa citando geografia, storia, eventi del periodo. I personaggi fanno riferimento a quello che probabilmente era il loro contesto, in quel tempo e in quel luogo. E' tutto minuziosamente riprodotto anche nei dialoghi.

Ci ripensavo, a Il Grinta, mentre oggi mi rivedevo in dvd Solomon Kane. Un filmetto fantasy che nonostante avesse buone possibilità di divenire qualcosa di serio, è risultato un b-movie da seratina con gli amici, senza troppe pretese, anzi da vedere mentre si chiacchiera di altro. Perché i dialoghi sono qualcosa di risibile. Del tipo "tu sei il male io la cura". Banalità su banalità su banalità. "Tuo padre mi aveva promesso che se ti avessi salvata, la mia anima sarebbe stata salva... ti ho salvata... e la mi anima è salva." Complimenti! Probabilmente avevano paura che un ragazzino di 12 anni col cervello sfondato dalla playstation non riuscisse a comprendere discorsi un po' più complessi. Oppure (cosa più facile) hanno come al solito relegato il genere fantasy a un sotto-genere da film di scarso impegno, come se Il Signore degli Anelli non fosse mai stato girato. Peccato. Non che i romanzetti di Howard su Solomon Kane fossero capolavori della letteratura, ma forse si meritavano qualcosina di più.

A questo punto mi sorge una domanda, che forse è più il barlume di una speranza, un desiderio che forse non si realizzerà mai e che magari è meglio che non si realizzi. Ma i fratelli Coen dirigeranno mai un fantasy?

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