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Scrive Theodor W. Adorno che nel 1954 fece un sogno (lui i sogni se li appuntava ogni mattina, appena sveglio). In questo sogno si trovava in un aula dell'università assieme ad alcuni studenti, e ce n'era uno in particolare che sosteneva l'esistenza dell'equibrio. Non dell'equilibrio, dell'equibrio. Secondo Adorno e secondo questo studente, l'equibrio è l'equilibrio delle forze interiori a un uomo, dei suoi pensieri, delle sue emozioni. Lo studente cercava disperatamente di dimostrare che l'equibrio esiste. Adorno ne rifiutava l'esistenza. La discussione si fece così accesa che Adorno si svegliò dal sogno per colpa dell'agitazione.
Talvolta gli eventi che accadono sono essi stessi la risposta alla domanda che ci stavamo ponendo quando sono accaduti. Il sogno del filosofo dimostra che in lui non c'è equibrio, che egli stesso è combattuto nel considerare l'equibrio esistente (difatti chi altro è lo studente, se non se stesso?). Il dibattito era fra Adorno convinto di una cosa, e Adorno convinto dell'altra. Quello di Adorno non è l'unico caso. Newton seduto sotto un melo, che pensa alla gravità. La gravità gli si rivela con una mela che gli cade in testa. Alcuni luoghi comuni dicono che "la vita prima ti fa l'esame e poi te lo spiega" e molte volte è così. Ma altre volte quello che succede, magari proprio in conseguenza al nostro dubbio, è la miglior risposta alla domanda che ci stavamo facendo.
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