La vicenda dei plagi di Daniele Luttazzi mi ha deluso non tanto per la faccenda in sé... in fondo se un comico mi riporta le battute di comici americani di 30 anni fa nei suoi monologhi, non mi sento di fargliene una colpa, probabilmente io non avrei mai riso di tali battute. Così come se un disegnatore che mi riprende le inquadrature di Flash Gordon in un fumetto di fantascienza non mi indigna, allo stesso modo non mi indigna il lavoro di copiatura fatto da Daniele con gli sketch del David Letterman. Quello che mi ha deluso è stata la sua reazione, avrei preferito che dicesse "Sì scusate, avrei dovuto in fondo ai miei libri dire esplicitamente che alcune battute sono riprese dai monologhi di questi altri comici" e sarebbe finita lì. Invece ha preferito buttarla sul tecnico e dare al suo pubblico dell'ignorante. Il problema è proprio che il suo pubblico, che è cresciuto seguendolo, ignorante come dice lui non lo è... anzi. Io il discorso dei tecnicismi l'ho capito perfettamente, ma secondo me se non citi la fonte (e non basta dire "mi sono ispirato a...") quello resta plagio. Tirando le somme del discorso, anche se deluso, non mi sogno nemmeno di sminuire il talento di Luttazzi, che resta un grande artista e forse il più grande comico satirico che ci resta attualmente. Quindi se avete amato Luttazzi vi consiglio il fumetto.
E nel frattempo vi segnalo anche una recensione-riflessione parallela alla mia apparsa su Il Fatto Quotidiano, a cura di Andrea Scanzi. Buona lettura.
E nel frattempo vi segnalo anche una recensione-riflessione parallela alla mia apparsa su Il Fatto Quotidiano, a cura di Andrea Scanzi. Buona lettura.
1 commento:
Guarda che Luttazzi lo fa apposta. Aveva scritto dello "stratagemma di Lenny Bruce" sul suo blog ben cinque anni prima che i giornali scrivessero "la Rete smaschera Luttazzi". Fu diffamazione bella e buona per etichettarlo come uno che plagia e tu e tanti altri avete beccato come volevano. Al suo posto mi sarei incazzato anch'io.
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