Stamattina ero un po' giù di morale. Mi sono rotolato nel letto più volte, sperando che la luce del giorno smettesse di tirarmi giù le coperte. Poi colto da non so quale slancio, mi sono alzato, vestito, e sono sceso giù al bar. La mia mission era fare colazione. Ma appena sono entrato nel locale, la vista della variopinta fauna di autoctoni mi ha convinto a portar via le provvigioni, per consumarle con calma a casa. Ho preso due tortine alla ricotta (cazzo costano 2 euro e 50 l'una, ma le fanno con l'oro?). Ho comprato la mia copia de Il Male, che era uscita giovedì scorso e che avevo mancato. Sono tornato a casa.
Ho messo la musica a palletta (1), mi sono scaldato del caffé (2), ho servito la tortine calde su un piattino con tanto di cucchiaino (3), ho impostato l'ultima puntata di True-Blood su iPad e l'ho posizionato vicino allo schermo, pronto a trasmettere alla prima pausa (4), ho aperto facebook+twitter+skype+yahoo.mail per controllare le ultime news (5) e poi mi sono detto: anche oggi lavorerò, disegnerò, scriverò, costruirò sogni, cattedrali, piccole grandi opere, darò un senso al tempo e tempo alla creatività, è per questo che esisto, per questo sono qui (6).
Ecco, i sei atti che sconfiggono la malinconia. Un rituale mistico che mi aiuta quando non posso perdermi in un bosco d'inverno con la macchina fotografica, o viaggiare fino alla Toscana o all'Abruzzo, o giocare a D&D con gli amici. Per molti basta una tisana, per me no.
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